43-Ritorno a Gotham

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Quella notte Jerome mi svegliò datosi che russava come un rinoceronte che aveva mangiato troppo gelato.
<Jerome, Hey, svegliati!>
Dissi piano piano baciandogli sotto l'orecchio. <Dopo, dopo!>
Grugnì girandosi dal altro lato. Io offesa. Mi girai nella parte opposta iniziando a piangere in silenzio, un po' per tutto non solo per Jerome che preferiva fare l'animale della savana. Piangevo per Gotham. Mi mancava troppo. Presi dal comodino la foto di me e Selina abbracciate che ci affacciavamo su Gotham. Lei mi mancava più di tutti. L'unica che c'era sempre stata, quando nessuno mi cercava, quando nessuno mi capiva lei c'era per me. E quanto avrei voluto dirle quelle cose. Le lacrime scorrevano troppo velocemente, troppo rumorosamente. Le braccia muscolose di Jerome mi strinsero.
<Non volevo offenderti lo giuro>
Mi bisbigliò stringendomi forte. Io mi accoccolai.
<Ti porto via di qui, ora>
Mi disse determinato. Io gli sorrisi. Corsi a fare le valigie il più rapidamente possibile. Stavamo per andare quando Victor mi prese per il polso.
<No, pensaci prima>
Disse il mio migliore amico, io non capivo.
<Prima o poi dovrai scegliere fra il bene o il male, tu non saprai cosa fare perché sei tutte e due le cose, come tuo padre, alla fine sarai delusa, potrai scegliere sia uno che l'altro, o bene o male ma tu rimarrai delusa>
Io lo fissai attentamente. Pensai a quanto dovevano farlo santo, ma io potevo fare tutte e due le cose. Gli feci un dolce sorriso.
<Sei il migliore lo sai, fatto sta che io devo andare, lo sento nelle vene, nel mio cuore da cittadina di Gotham che devo salvarla da una cosa inevitabile. Non so cosa ma DEVO>
Gli annuì dandomi una pacca sulla spalla.
<Non ritornare tu, Pinguino ti vuole morto>
Disse Jerome che stava alle mie spalle, Zsasz annuì sorridendoci, lo salutai con un abbraccio, e io e il mio ginger andammo verso la stazione dei bus. Per ritornare a casa.
Il viaggio fu abbastanza lungo, forse perché avevo ansia di ritornare a casa mia. Arrivammo verso le due del pomeriggio, Jerome portò la nostra roba bel suo covo, mentre io corsi verso la G.C.P.D, non vedevo l'ora. Entrai rendendomi conto che mio padre stava picchiando a sangue Jeremiah Valeska che... era differente, pallido, capelli verdi e occhi glaciali. Lo lanciò in una delle gabbie per letame.
<P-Papà che succede?>
Rispose Harvey.
<Il tuo ragazzo ha fatto impazzire anche il fratello>
Non mi interessai molto di quello che disse, io e mio padre corremmo uno contro l'altro per abbracciarci.
<ALEX DIO MIO CHE BELLO VEDERTI>
Scoppiai a piangere distrutta. Sentii toccarmi il fondo schiena. Mi girai bruscamente vedendo quel mostro di Jeremiah.
<Il MIO amore>
Disse con un ghigno inquietante sul volto.
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𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें