13- La famiglia al completo

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La notte finì in un secondo. Forse perché ero troppo emozionata. Non so il perché sinceramente, fatto sta che, la mattinata prima dello spettacolo fu molto frenetica. La prima cosa che facemmo fu prepararci eleganti, Jerome indossava un abito tutto colorato, io mi misi un vestito che arrivava alle ginocchia. Era di un verde molto sgargiante.
<Ti portò a conoscere mio padre>
Mi informò Jerome quando eravamo pronti. Di colpo le mie guance diventarono rosse e iniziai ad arrossire. Ero davvero molto imbarazzata.
<Perché?>
Chiesi ancora più rossa in volto.
<Ovvio, devo far vedere quanto sei bella a mio padre>
Si avvicinò a me piano piano e mi baciò
<Ma é cieco quindi non so sinceramente come potrà ad ammirarti>
arrossii diventando un peperone
<Sei ancora più adorabile quando sei rossa in volto sai?>
Mi chiese lui stringendomi a se. Io scoppiai a ridere. Cercando di farmi lasciare in pace, ma le sue braccia erano troppi forti.
<Ti lascio andare se mi baci>
Affermò lui ghignando, io scossi la testa per negare.
<No no!>
Risposi io, appoggiai il viso sul suo petto, lui mi strinse ancora più forte.
<In quel mese senza di te ti pensavo sempre>
Mi sussurrò lui baciandomi la fronte dolcemente. Mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Io feci un piccolo sorrisetto.
<D-Davvero?>
Chiesi, abbassai lo sguardo, ero troppo imbarazzata. Ormai lo ero troppo spesso. Mi stavo innamorando?
<Non essere timida>
Mi appoggiò vicino il muro e mi fece alzare lo sguardo.
<Mi fai scio->
Non mi fece finire la frase, lo fece lui per me.
<Sciogliere>
Io sorrisi annuendo. Non so perché ma Jerome sembrava così normale, così umano certe volte. Poi diventava violento, ma MAI con me, come potevo farlo capire agli altri? Dire la semplice frase "Con me era diverso" sarebbe stato patetico ma sopratutto inutile. Specialmente con uno pignolo come mio padre.
<Per lo spettacolo di oggi, tutta la città vedrà, sei pronta?>
Io annuii
<Tu lo sei? Insomma io ci sono stata in Tv, tu?>
Lui sbarrò gli occhi, sembrava spaventato.
<COME MI DEVO COMPORTARE? CHE DEVO FARE? AHHH>
iniziò a strillare, mi scostò e iniziò a camminare per tutta la sala ansioso.
<Non so, io sono stata in Tv per un intervista che riguardava un aiutino che ho dato alla G.C.P.D, non per essere una criminale>
Scherzai io per tranquillizzarlo
<Aiutino? RACCONTA!>
Si introdusse Tabitha la sorella di Theo Galavan. Raccoglieva I capelli in una perfetta coda di cavallo.
<Beh un tipo che era indagato in un indagine mi voleva prendere come ostaggio, in modo che nessuno lo potesse "toccare" io l'ho steso e l'ho portato al commissariato>
La ragazza mi ammirò meravigliata
<IO SONO IN ANSIA PERÒ EH!-cambiò discorso il ragazzo- INSOMMA COME FACCIO AD UCCIDERE BRUCE WAYNE?!>
quelle parole mi fecero gelare il sangue, mi girai verso il rosso che si fissava le scarpe, aveva capito di aver allungato il discorso, io e Bruce siamo molto amici, non si doveva permettere.
<Cosa hai detto scusa?>
Chiesi avvicinandomi a lui prepotente
<Litigi di coppia>
Barbara arrivò in camera.
<I-Io...>
Cercò di obiettare il ragazzo ma io lo zittii
<Giuro che se ti permetti ti stacco la testa dal collo, sai che posso farlo>
Finii di minacciarlo, le distanze erano poche, i nostri respiri si intrecciarono, cercò di baciarmi, mi scostai
<Ora Andiamo, Jerome>
Dissi io fredda. Lui annuì ghignando.
In macchina il silenzio mandato a quel paese da Jerome che continuò
<Non lo farò ok? Non preoccuparti>
Mi rassicurò accarezzandomi la mano con il pollice. Io appoggiai la testa alla sua spalla, lui che continuava a guidare, mise un braccio attorno alle spalle. Arrivammo dopo poco nel ghetto della città dove penso che c'era la casa del padre Cicero. Entrammo in una palazzina, salimmo cinque rampe di scale datosi che l'ascensore era occupato. Entrammo nell'appartamento 12C, ci sedemmo sul divano aspettando il padre arrivare. Improvvisamente Jerome mi prese. Mi fece stendere e mi iniziò a baciare. Fummo interrotti dal padre che era finalmente arrivato. Si "guardò" in torno, aveva capito che qualcosa non andava bene.
<Chi è la? So che c'è qualcuno!>
Esclamò alla fine. Jerome corse da lui e lo prese per il collo
<Ciao papà! Da quanto tempo non ci si vede?>
Poi scoppiò a ridere, lo legò e lo imbavagliò, io rimasi immobile, non avevo mai visto Jerome all'azione, quando finì di legarlo mi baciò per farmi calmare.
Si sedette su una sedia difronte. Io rimasi in piedi
<Alex, tesoro siediti sulla mia gamba>
Iniziò a darsi schiaffeggi sulla gamba, io obbedii.
<Come va? Oh la cura del silenzio? Ti racconto io una storia!-fece finta di pensare- Rammenti Kansas City papà? Il circo passava di la ogni primavere al ridosso del mio compleanno e c'era quel tizio-Jerome mi accarezzò i capelli con un po' di prepotenza nel tocco- lui è la mamma erano soliti bere formicare e riempirmi di botte!-alzò il tono di voce innervosendosi- continuavano così anche tutta la notte! Mi ricordo una volta- mi strinse a se facendomi adagiare sulle gambe- il giorno del mio nono compleanno lui e mamma avevano finito il primo round di sbornia sesso e botte a Jerome e si erano presi una piccola pausa! Ad ogni modo, ero fuori dalla roulotte-prese un coltellino, si alzò facendomi rannicchiare sulla sedia- e tu eri lì e mi hai detto "Perché piangi Jerome?"-imitò la voce del padre- "È il mio compleanno e la mamma e l'uomo del serpente mi picchiano!"-fece una voce di un bimbo che piange, mi fece molta pena, venne da me pretendendo un bacio, io glie lo diedi- tu mi hai detto "Questo mondo se ne infischia di te e di chiunque altro Jerome, è meglio che te lo ficchi in testa questo!" E così è stato, vedi c'è questo tale lui crede in me, crede che diventerò una star! E sta sera tutta Gotham lo vedrà a parte te che sarai morto!>
Gli levò il bavaglio con cui lo zittiva
<Jerome...>
Riuscì a dire appena..
<Oh é la parte in cui dici che ti spiace? Che avresti dovuto credere in me e che non é tardi per ricominciare? NOTIZIA FLASH PAPÀ È TROPPO TARDI!>
sbraitò il ragazzo. Lo prese per il collo
<No Jerome!>
Implorai io chiudendo gli occhi
<Piccola scimmietta non ora!>
Disse Jerome continuando
<Non devi fare questo, sono stato un pessimo padre ma ti ho voluto bene uccidimi per questo>
Dopo che il padre finì di proferire parola Jerome si girò verso di me iniziando a ridere, risata favolosa ma non in quel momento.
<Non è per questo che ti ucciderò!>
Prese qualche scartoffia qua e là e la portò verso l'anziano.
<Pianta del manicomio di Arkham, é guarda queste-rise un po' prese altre carte e le iniziò a sbattere sulla testa pelata dell'uomo- lettere fra te e il tuo figlio problematico, innocenti a prima vista, dove c'è un messaggio nascosto in Brazil che parla della mia evasione! Infine gas soporifero per addormentare gli inservienti perché vedi papà, questo tizio che ti dicevo mi ha fatto evadere da Arkham e non Viola che si scopra quindi quando la polizia vedrà dirà "Mh quel pazzo di un cieco voleva proprio bene a suo figlio!" -fece finta di piangere- avranno tutti i lucciconi agli occhi. Mi tirò a se, si risedette sulla sedia con me in braccio, continuò a far finta di piangere stringendomi- bacino?>
Chiese il ragazzo
<NON CI CREDERANNO MAI!>
Ci interruppe il padre
<Oh si che ci crederanno sono troppo stupidi!>
<Ehi!>
Obiettai io dandogli uno schiaffetto sulla testa.
<A proposito, lei é Alex la mia ragazza, quella bella che si vedeva al giornale e io ci sbavavo dietro>
Confessò Jerome, il cuore mi batteva a mille.
<Non lo ammette ma mi ama!>
Continuò il rosso
<D-Davvero?>
Chiese il padre, voleva accarezzarmi la mano ma non ci riusciva era stato legato troppo bene.
<Peccato che non vedrai lo spettacolo, ma sei un sensitivo, quindi, ti uccido?>
<TU... SARAI LA MALEDIZIONE DI GOTHAM, I BAMBINI SI SVEGLIERANNO IN URLA AL PENSIERO DI TE, IL TUO LASCITO SARÀ MORTE E PAZZIA!>
si girò verso di me, non so come in realtà
<TU, SE LO SEGUIRAI VERRSI MALEDETTA, NON TI FAR INGANNARE E SCAPPA VIA, NON TI FAR SFIORARE DA LUI, SEI IN TEMPO!>
Jerome lo stava per pugnalare ma una voce lo fermò
<Polizia di Gotham, signor Cicero sono il detective Gordon!>
La voce di mio padre... volevo tanto andare da lui...
<Dobbiamo parlare con lei di suo figlio>
Jerome impaziente infilò il pugnale nell'occhio dell'uomo. Ci spostammo dalla finestra sul corridoio di prima, mio padre uscì con Bullock tra le braccia tossendo per il fumogeno
<Alex!>
Borbottò mio padre, corsi da lui ma Jerome mi fermò.
<Detective Gordon, quel gas è come una mazzata di testa-mio padre cercò di dimenarsi dalla persa di Jerome- non è carino!>
Non sapevo cosa fare in quel momento.
<Tu hai preso mia figlia>
Urlò indicandomi
<Tu non sai come ce la passiamo assieme, bel boccone complimenti>
Lo buttò per terra...
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1514 parole

𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora