37-Spettacolo rovinato

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"Le regole di Gotham sono che prima o poi perdi qualcosa, anche la tua vita"
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Stavamo aspettando dentro il furgone che le vittime per lo spettacolo arrivassero. Io ero incollata come sempre a Jerome. Anche perché Spaventapasseri aveva preso una "simpatia" nei miei confronti, di conseguenza il ginger era geloso.
<Andrà tutto bene, ti giuro che dopo ce ne andiamo, ho già programmato tutto>
Mi sibilò mordendomi il lobo dell'orecchio per provocarmi. Se non ci fosse stato quell'imprevisto.
<Qualunque riscatto vogliate, posso radoppiarlo!>
Riconobbi la voce del sindaco che entrò insieme ad altre vittime.
<Vi darò il fondo pensione della polizia!>
Disse guardando Jerome che si puliva i denti.
<Wow! Sarebbero molti soldi! Allettante! Comunque... no grazie>
Andò ad elemosinare vicino a Bright. Poi vicino a me.
<Lascerò libero Jerome e potrete vivere una vita romantica e felice>
Mi implorò, io sospirai. 
<La viviamo anche così>
Dissi, il rosso venne da me per baciarmi. Schioccò un rumoroso bacio sulle mie labbra.
<Sarò un marito fortunato!-annunciò-perché così serio? Ecco perché il tuo indice di popolarità è così basso, sai una cosa? Riprova a minacciarmi, ma con un sorriso!>
Disse mettendomi un braccio attorno alle spalle. Il sindaco feci una smorfia.
<Ormai nessuno più sa come divertirsi!>
Continuò mettendo l'altro braccio attorno alle spalle di Oswald.
<Ma testa a sacco ha risolto il problema>
Spaventapasseri spruzzò un liquido viola su una donna. La faccia di deformò e la tipa scoppiò a ridere. Abbassai la testa. Jerome mi accarezzò i capelli.

<Ed infine la mia fidanzata Alex Gordon!>
Disse Jerome presentandomi. Girai su me stessa facendo girovagare la gonna a scacci del colore del pantalone di Jerome, quando arrivai mi sistemai la camicetta gialla limone intonata a quella di Jerome.
<Bellissima vero?>
Chiese il ragazzo prendendo il microfono con un sorriso in faccia. Tutto il pubblico lo fissava allibito, ma sopratutto intimorito. 
<Nel frattempo ripassiamo le regole dello show di sta sera, dinamite, detonatore, se non ottengo quello che voglio... BOOM... la testa scoppia, E ORA CONVOCO GORDON, IL MIO CARO SUOCERO!>
Poi scoppiò a ridere venne da me baciandomi. Io sorrisi piano piano, un po' spaventata per lui.
Dopo poco ecco mio padre.
<Non parlerò con te finché non mi accerterò che le vittime stiano bene!>
Informò mio padre seguito dalla sguardo innervosito di Jerome.
<Prima Di tutto sei in ritardo, poi sono io quello che fa le richieste qui, non pensi?>
Disse con sguardo beffardo e sicuro di se.
<Lasciala in pace, è troppo innocente>
Disse mio padre guardandomi con il rammarico.
<Noi ci amiamo, tu lo sai>
Disse Jerome baciandomi velocemente per poi ritornare allo spettacolo.
<Ho due sedie vuote qui! Una per il mio fratellino, la seconda per il ruba fidanzate Bruce Wayne! VI DO DIECI MINUTI, MUOVETEVI!>
Si sedette su una sedia, mi prese per mano facendomi sedere sulle sue ginocchia.
<Appena finito ce ne andiamo resisti>
Mi bisbigliò baciandomi il collo, io rimasi immobile, non volevo stressarlo.
Dopo diedi minuti precisi eccoli lì.
<Ciao fratellino>
Disse il mio rosso intrappolando il fratello, mentre un assistente faceva lo stesso con Bruce. Jerome iniziò ad umiliare il fratello su ogni fronte, dicendo e spuntandogli tutta la verità in faccia. Vedevo Jerome soffrire dagli occhi. Diede un pugno a Jeremiah che aveva tentanti di ucciderlo.
<Jerome calmo ora>
Gli dissi in modo severo. Lui non mi ascoltò ed iniziò a picchiarlo. Lo fermai con forza per i polsi.
<Calmo, respira!>
Misi la mia fronte sulla sua, i nasi si sfioravano.
<Non mi abbandonare>
Supplicò Jerome quasi piangendo. Mi accarezzai le sue guance sfregiate.
<Tu non farmi mai andare, io ci sarò sempre>
In quel momento mio padre gli sparò la spalla. Lui fece finta di nulla. Mi prese per mano e corremmo verso un palazzo. Salimmo fino a sopra a tutto seguiti da mio padre. Sembrava che ci fosse qualcun'altro, forse un impressione...
<Alex allontanati>
Mi consigliò mio padre. Mi misi davanti a Jerome per difenderlo dai colpi di pistola. Mi padre mi guardò esitando. Sentii tre spari, poi delle fitte lancinanti, alla gamba, al petto e infine allo stomaco, mi accasciai per terra senza forze, mentre il sangue sgorgava e Jerome correva da me.
<CHE HAI FATTO GORDON?!>
Chiese il rosso a mio padre che lanciò la pistola per aria.
<N-Non sono stato i-io!>
Disse correndo da me. Jerome mi abbracciò. Indicai Sofia Falcone, che stava dietro mio padre, era uscita dal coma...
<Ti voglio levare ciò che ami>
Disse la mora intendendo ciò a mio padre, iniziai a vomitare sangue.
<CHIAMATE UN AMBULANZA>
Disse il rosso mentre sentivamo le sirene, i rumori, le voci, si affuscavano.
<Resisti Alex>
Disse Jerome piangendo. Io accarezzai la sua guancia.
<Come farei senza te? La mia scimmietta magica>
Io sorrisi, mentre la vista andava via.

Sentimenti di Jerome
Correvo inseguendo la barella dove stesa stava Alex, piena di macchinette incollate. Chiamai tutti quanti le persone a cui teneva per venirla a difendere.
<Sofia non si arrenderà finché mia figlia non sarà morta...>
Ammise Gordon. Ci chiusero fuori dalla sala operatoria.
<Alex, so che ce la farai, sei forte>
Distrutto mi accasciai per terra. A passo pesante mi raggiunse Jim, che mi abbracciò.
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𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora