27-La maledizione dei Gordon

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Entrai in casa dopo la visita a Jerome. Quel ragazzo nonostante fosse in carcere era super frenetico, sopratutto quando mi stava vicino. Era capace di iniziare a volare per avere attenzioni. Aprendo la porta sentii mio padre che parlava al vuoto.
<Lo hanno ucciso, noi Gordon abbiamo una maledizione, io la tengo, tutti quelli vicino a me muoiono. Povera Alex...>
Rimasi in silenzio. Chi avevano ucciso? Che stava dicendo?
<Povero mio padre, voleva essere onesto, lo hanno ucciso>
Avevano ucciso mio nonno e si veniva a sapere solo ora.
<Che-?>
Sputai dalla bocca, mio padre sentendomi si girò verso di me. Aveva una faccia stanca, mi sentii chiamata il causa.
<Ho parlato con lo zio Frank, ha dato l'ordine di uccidere tuo nonno>
Il sangue mi si gelò. Corsi via, era distrutta. Corsi verso l'Arkham Asaylum. Andai a scontrarmi nel tragitto verso un ragazzo. Caddi per terra. Lui mi aiutò a rialzarmi
<Jerome?>
Chiesi. Lui fece una faccia impaurita e scioccata, lo fissai meglio, aveva occhiali, capelli ordinati e occhi spenti, non c'era quel pizzico di follia che mi faceva innamorare sempre di più ogni volta.
<N-No!>
Stappò via. Rimasi scioccata, cominciai di nuovo a correre, una corsa contro il tempo, contro le emozioni.

<Amore? Che diavolo succede?>
Entrai nella sala comune dove tutti i pazzi si incontravano. Non riuscii a fare tutta la strada, scoppiai a piangere, lui venne da me ad abbracciarmi. Mi rifugiai fra le sue braccia.
<Piccola che succede?>
Mi fece sedere su una panca logora. Io sospirai, le lacrime inumidivano i miei occhi appannando la vista, non capivo più nulla.
<Mio nonno fu ucciso, io sono, mio padre ha detto che i Gordon portano solo morte, sono corsa qui per vedere se stavi bene, credo anche perché...>
Mi zittì baciandomi. Misi le mani fra i capelli rossi, che stavano ricrescendo, gli li avevano fatto tagliare per l'operazione alla faccia.
<La Mia scimmietta>
Mi disse abbracciandomi.
<Ma guarda chi si vede!>
Riconobbi la voce di Jervis Tech. L'uomo che aveva ipnotizzato mio padre in modo da farlo suicidare.
<Oddio ricominciamo>
Mi alzai nervosa mentre Jerome affermava il come sarebbe andata.
<Sei mi ucciderai, nulla più avrai!>
Rimò il ragazzo.
<Se tua sorella hai molestato, nulla più di sarà dato!>
Dissi dandogli un pugno in faccia. Sua sorella, Alice, era una mia grande amica, lui l'aveva uccida dando la colpa a me.
<Se continui a uccidere, la maledizione farai procedere>
Gli stavo per saltare addosso ma il mio rosso mi prese per i fianchi.
<Calmi voi due, tu sei arrabbiata, meglio non contrariarti>
Mi disse, ci portarono verso la sua cella, lui si stese sul lettino. Io alzato lo fissavo non sapendo che fare.
<Al diavolo le buone maniere>
Mi mangiò con gli occhi, si alzò venendo pian piano da me.
<C-Che c'è?>
Dissi un po' preoccupata, prese un cuscino e lo lanciò in faccia. Io ne presi un altro e una lotta iniziò.
<VINCO IO!>
Disse il rosso prendendomi per i fianchi mentre cadeva. Mi ritrovai a cavalcioni sulla mia vittima che si era stesa per terra
<Ho vinto io!>
Dissi al ragazzo che mi sorrise scuotendo la testa.
<Lo faccio per rendere felice la mia bimba>
Io gli accarezzai la guancia, dove si presentava la cicatrice, lui mi guardò timidamente.
<È colpa mia se sei morto>
Mi mortificai, lui scosse la testa
<Non dire sciocchezze!>
Mi fece stendere al suo fianco sul pavimento freddo.
<Si invece, tutti quelli vicini a me muoiono, Pinguino, Alice, Mario Falcone e gli altri>
Scoppiai a piangere. Oswald era come un migliore amico, ora quell'idiota di Edward Nygma lo aveva ucciso.
<Quando mio padre era a Black Gate, io vivevo a casa di Pinguino ed é stato un bel periodo nonostante lo schifo che mi capitava>
Mi sfogai, lui mi accarezzò i capelli. Poi mi prese il viso delicatamente.
<Ascoltami bene, all'inizio non volevo amarti perché avevo paura, ma ora ho aperto gli occhi, se tu non mi farai andare, io ci sarò e non ti abbandonerò più, io sono orgoglioso di te, di quella che sei diventata, mentre ero morto sei riuscita a cavartela, anche bene, al posto tuo non ce l'avrei fatta, lo sappiamo bene tutti e due, ora ci sono io, scusa se ti ho lasciato sola>
Io piansi, ancora di più, non ce la facevo più.
<La Mia vita è un casino>
Dissi con voce distrutta. Lui scosse la testa
<Non dire così!>
Mi tranquillizzò Jerome.
<Tu sei Formidabile, ce la faremo>
Mi disse. La porta della cella si aprì e mio padre fece ingresso. Io mi nascosi sotto la maglia di Jerome, non volevo far vedere che stavo piangendo.
<Chissà dove é andata Alex!>
Disse mio padre con tono dubbioso e scherzoso, io trattenni una risata.
<Non la vedo>
Lo assecondò Jerome
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799 parole

𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Where stories live. Discover now