12-Maniax

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Dopo esserci goduti la cena e aver fatto una bella recita per cui io ero la povera vittima rapita ritornammo a casa. La mattina dopo mi ritrovai davanti alla Tv, ero stesa sul divano. Si vede che il giorno prima eravamo arrivati tardi a casa. Avevo i capelli tutti scompigliati. Stropicciai gli occhi e sbadigliai mettendomi seduta.
<Buon giorno scimmietta>
Mi accolse la testa di ruggine
<Giorno>
Replicai con voce ancora impastata nel sonno. I muscoli si risvegliarono e finalmente mi alzai, andai verso la camera di Jerome, la vasca era piena d'acqua.
<Te l'ho riempita, ero consapevole che volevi un bagno, l'ho anche aromatizzata>
Mi prevalse Jerome. Mi girai verso di lui, gli diedi un semplice bacio e lo spinsi via dal bagno, mi chiusi e mi godetti il bagno, rimasi in apnea sotto l'acqua per circa 5 minuti. Dopo essermi asciugata i capelli mi vestii, erano vestiti di Barbara che mi aveva prestato. Mi stavano abbastanza bene. Ritornai nel salotto dove Theo Galavan discuteva accanitamente con Jerome.
<Non vuole, di sicuro!>
Protestava Jerome
<La convincerò, sarete perfetti, potrei farvi fare vestiti abbinati, so che poi la vuoi tutta tua, puoi approfittare>
Continuò Galavan
<Ciao!>
Dissi io entrando in scena sorridendo, curiosa di cosa stavano parlando.
<Ciao Alex!>
Disse Theo, io feci un cenno della mano, lui mi venne in contro e mi prese una mano facendomi girare su me stessa
<Vorresti far parte dei Maniax?>
Mi chiese gentilmente. Lo fissai con attenzione, mi morsi il labbro pensandoci, fissai Jerome che scuoteva la testa preoccupato
<Potremo provare a quello spettacolo che mi aveva detto Jerome>
Ipotizzai io. Poi andai verso Jerome che mi squadrò da capo a piede.
<Che bella>
Mi disse il ragazzo accarezzandomi il braccio leggermente. Feci un piccolo sorriso molto imbarazzata. Lui mi sorrise, io gli diedi un leggero bacio sulla guancia.
<Farò venire il sarto allora! Insomma per il costume di domani.>
Finì Galavan.
<Hey, Alex, stai attenta>
Finì Jerome, poi andò via, non so dove di preciso, dovevo stare attenta? Perché? Galavan mi voleva mettere alla prova o cose del genere? L'affermazione di Jerome mi fece preoccupare molto, voleva far del male a mio padre? I miei amici? Cosa voleva? Sapevo che il suo scopo era essere il sindaco di Gotham, io non obiettavo, l'importante era che io ero con Jerome, ma allora perché dovevo stare attenta? Cercai di ignorare, forse Jerome me lo aveva detto in generale, non per Theo. Se qualcuno avesse provato a toccarmi, allora avrei scagliato addosso a esso l'inferno, di quello ne ero sicura, insomma in fondo come diceva il rosso io sono un'arma da guerra. Dopo i miei pensieri poco positivi, decisi di chiedere a Jerome se potevo uscire. Non sarei scappata, volevo stare con Jerome, NON PERCHÉ MI PIACEVA!
Andai in camera dove stava giocando con coltello a bersaglio.
<Jerome>
Lo richiamai, lui si girò verso di me.
<P-Possiamo u-uscire per a-quattro p-passi?>
Chiesi molto timidamente con sguardo basso. Ero scalza, misi un piede sopra l'altro continuando ad avere lo sguardo basso. Lui venne da me, mi alzò la testa in modo che lo potessi guardare.
<Ovvio, non fare la timida, avrai tutto quel che vuoi>
Mi accarezzò la guancia, poi mi strinse forte a se accarezzandomi i capelli dolcemente. Annusai il suo metto, profumava di lavanda, mi sentii appagata.
<Dove vuoi andare?>
Strinsi le spalle non sapendo dove potevamo andare
<Conosco una casetta nel bosco, vicino ad un lago, al tramonto é tutto spettacolare>
Mi annunciò il ragazzo. Io lo seguii verso il parcheggio. Dei camerieri ci chiesero che macchina desideravamo, Jerome ne chiese una nera, il nome non lo so nemmeno pronunciare, non sono esperta di macchine. Alla fine lo sparò. Nemmeno il tempo di salire sul veicolo che Galavan ci fermò.
<Mi spiace molto ragazzi, mi piacerebbe farvi andare non so dove a sfrenare i vostri istinti da giovani ma é arrivato il sarto>
Sbuffai arrabbiata, non ce la facevo più odiavo stare chiusa nello stesso posto per tanto tempo.
<Sarà per dopo domani>
Si rassegnò Jerome. Uscimmo dalla macchina e ritornammo di sopra dove un vecchietto ci aspettava pazientemente.
<Per te cara potremmo fare una tutina rosa>
Esclamò l'uomo. Io inizia a frugare fra la stoffa.
<Preferisco il nero>
Affermai prendendo varie stoffe nere di differenti materiali. Gli sorrisi. Porsi il materiale
<Ancora più bella>
Si complimentò l'uomo
<Sei un ragazzo fortunato>
Disse il sarto mentre prendeva le misure al rosso che diventò di carnagione del colore dei pomodori. Per l'ultima prova mi dovetti spogliare e mettere la tuta, mi andava perfetta.
<Sei bellissima>
Mi lodò Jerome sorridendo
<Anche tu con il tuo smoking, sei molto sexy>
Lui fece uno sguardo come per dire "si lo so bene".
Mi prese per le mani e iniziammo a ballare, avanti e indietro. Eravamo diventati una cosa sola. La cosa più bella di tutte, perché gli opposti si attraggono, noi ci attraevamo eccome, anche se in effetti aspettavo la mossa di Jerome, per chiedermi un fidanzamento, anche se ne dubitavo altamente.
<Dopo ti dovrei chiedere una cosa>
Affermò Jerome mentre ballavamo
<Caso mai domani ora sono stanca andrò a dormire>
Rinnegai l'invito al paradiso, me ne sono pentita
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𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Where stories live. Discover now