34-Fuori

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Quando finalmente io, Jerome, Jervis e Spaventapasseri fummo fuori dal manicomio non si capì più nulla. Facemmo anche visita allo zio di Jerome
<Troppo fredda, troppo calda, uhm questa è buona!>
Disse Jerome mentre discuteva sullo zio del passato. Di come lui abbia sofferto per tutti gli abusi non solo della madre, ma anche dallo zio e il resto della famiglia che teneva nel circo. Ci sedemmo su una delle poltroncine collocate ai tavoli del ristorante dello Zio.
<Tu sei ancora in tempo, puoi scappare!>
Mi disse l'uomo barbuto. Io scossi la testa ridendo.
<Ero in tempo tre anni fa, non ora, spesso ci ho pensato, ma preferisco come è andata>
Sorrisi leggermente pensando agli anni frenetici che avevo avuto. Non mi sarei aspettata di dover affrontare così tante cose, farmi amici particolari e crearmi una famiglia. Non è cosa da tutti...
<Sapevo che Tu saresti venuto>
Disse lo zio del rosso, Jerome lo guardò sorpreso, nemmeno io me lo aspettavo.
<Per questo ho fatto venire un vecchio amico>
Nel locale fece ingresso un enorme uomo di colore, faceva davvero paura.
<La zuppa fredda è per lui, la calda per me e la bollente per te caro nipote>
Finì il malfattore, il suo compagno prese Jerome fermandolo saldamente, nel mentre che io imploravo di smettere lo zio stava riscaldando la zuppa per la testa di ruggine. Quando finì andò verso la vittima e glie la versò in faccia. Lui urlava distrutto. Aveva avuto una gioventù davvero molto brutta, solo per aver rubato una merendina, gli avevano fritto la mano, la cosa più agghiacciante è che fu sul zio a fargli questo. Ecco perché era una mente tormentata, ecco perché si voleva vendicare, ed aveva pienamente ragione, sotto alcuni punti di vista.
<Lasciatelo in pace>
La voce di Bruce echeggiò nel ristorante.
<Bruce aiutaci!>
Lo implorai.
<Lui se lo merita!>
<NESSUN CITTADINO DI GOTHAM SE LO MERITA>
ribatte il corvino, a quel punto lo lasciarono, lui si accasciò per terra e io andai ad assistere, presi dei fazzoletti e lo pulii sul viso, e sulla maglia che prima era candida. Aiutai Bruce a sbarazzarci dell'enorme uomo. Quando Jerome sparò a suo zio corsi da lui.
<Tutto bene ginger?>
Chiesi scuotendogli i capelli. Lui annuì sorridendo ampiamente, poi andammo via verso il sarto di fiducia che ci avrebbe fatto trovare vestiti nuovi di zecca. Il mio era giallastro limone come la camicia che indossava Jerome sotto il gilè a scacchi.
<Come fai ad essere così carina?>
Il arrossii un po'. Andammo a prendere Jervis e lo Spaventapasseri per poi avviarci a casa Cobblepot.
<Signora Shiva!>
Dissi salutando la badante
<Dove sta Victor?>
Chiesi felicemente, la villa era come sempre splendida.
<Lui è andato con la Falcone>
Io annuii addolorata, quanto odiavo Sofia Falcone, per fortuna era in coma, o così pensavo...
<Oswald!>
Urlai abbracciandolo, lui mi sorrise, il sorriso diventò una smorfia quando vide Jerome.
<Faremo diventare Gotham un manicomio!>
Disse felicemente il mio ragazzo facendosi accompagnare nella nostra camera dove avremmo alloggiato.
<Carina la stanza eh?>
Chiesi al rosso sedendomi sul letto aspettandolo, venne a sedersi vicino a me
<Nulla ti supera lo sai, inutile che chiedi>
Disse, mi fissò attentamente.
<Che vuoi?>
Chiesi dandogli qualche schiaffetto sulla faccia.
<Ogni tanto potresti fare anche tu la dolce con me!>
Mi disse il ragazzo facendo un broncio bambinesco. Io lo baciai leggermente, fummo fermati da Bright che entrò in camera.
<Venite a pranzo oppure...?>
Io misi un mano sul ginocchio del mio ragazzo.
<Divoro le sue labbra, non ho bisogno di cibo>
Finii cercando di essere più dolce possibile.
<Sei così dolce che non ti riconosco sai?>
Chiese il ragazzo ridendo, io feci un piccolo sorriso riflettendo.
<A che stai pensando?>
Mi chiese la mia testa di ruggine.
<Vorrei tanto che tu e mio padre vi possiate apprezzare ma... non è così>
Lui sospirò guardando il nulla
<Pensa che ci odiamo anche per la nostra relazione, perché prima James era l'unico ragazzo del tua vita, ora non più, ma si devo abituare, il momento è arrivato>
Ammise Jerome, quanto ero vero!
<Vai andiamo a mangiare! Ho tante cose da dire ai nostri amichetti!>
Affermò portandomi con se verso la sala da pranzo, si stava per perdere, io conoscevo a memoria la casa di conseguenza gli mostrai la casa. Passai anche per la camera di Zsasz, non c'era più nulla, sinceramente odio Sofia Falcone, non ha portato nulla di buono a Gotham, mi ha rubato tutto. Jerome si sedette a capo tavola affiancato da me, stavamo un po' stretti, anche perché in regola al posto di capotavola di quella tavola ci poteva stare un solo posto. Ma Jerome aveva insistito tanto.
<Ti prometto che dopo questo spettacolo ce ne andiamo via da Gotham, Ho già fatto tutto-mi bisbigliò prima di iniziare il discorso- UDITE UDITE, vorrei dare inizio al nostro primo mandatorio brunch meting, so a che state pensando, perché ho riunito questa legione degli orribili? Suona bene come nome! Appuntali subito! Quando ero a Arkham ho escogitato un piano per far diventare questa città un manicomio, ora mi manca veramente poco per realizzarlo ma mi serve l'aiuto di tutti quanti-Freeze alzò la mano- TIENI A FRESCO LE DOMANDE FINO ALLA FINE! Signor Oswald ti ringrazio per ospitalità che ci ha concesso oggi!>
Ringraziò gentilmente il mio rossiccio mettendomi il braccio attorno alle spalle, per far capire che ero la sua ragazza ad uno dei Maggiordomi, che in realtà era un matto di Arkham, baciandomi la guancia.
<Tutto per un vecchio amico>
Si giustificò Pengy sorridendo.
<Crane come siamo messi con tu-sai-cosa?>
<Sta precedendo in modo orribile>
Disse lo spaventapasseri
<Eccellente! Freeze uomo del ghiaccio, sei uno scienziato ci serve un laboratorio>
Il ghiacciolo annuii disinvolto.
<Ci serve solo l'informazione del signor Tetch, USA LE PINZE CARLO!>
Rimproverò il rosso
<Tesoro calmo>
Dissi accarezzandogli leggermente la schiena. Lui mi sorrise.
<Non ci hai spiegato come prendere il comando della malavita>
Disse Fire Fly
<Chi dice che vuole farlo? Sono un artista, voglio solo dare alla città una pitturata di follia, quando mi capiterà non farò come voi orribili che distruggerete la città>
<Approvo!>
Disse Fire fly
<Aspettate, manca l'ultimo ingrediente speciale>
Rimproverò di nuovo Jerome, il quel momento entrò Jervis sorridente, Jerome fece segno di sedersi, lui obbedì
<Quell'unica cosa che unisce tutti noi>
Ci fu un momento di silenzio dovuto dall'ansia. Poi Jerome finì di mangiare.
<Amore andiamo in camera>
Mi chiese il ragazzo, io annuii ed andammo.
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1080 parole

𝐌𝐀𝐆𝐈𝐂 𝐌𝐎𝐍𝐊𝐄𝐘 ⭑ jerome valeska Where stories live. Discover now