Capitolo 18

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"Perché ce ne andiamo?" Chiedo a Harry. Sia Eleanor che Louis stavano dormendo nel sedile posteriore. Penso che ora sia il momento migliore per chiederlo ad Harry, perché non può gridare.

La mano di Harry si stringe di più attorno alla mia, facendomi ritirare, ma non lasciare. Sospira mantenendo gli occhi sulla strada.

"La polizia sta cercando di scoprire il nostro nascondiglio. Non posso rischiare quindi ce ne andiamo." Alza le spalle e il suo tono di voce suona come se non fosse nulla di importante. Annuisco, anche se non sono completamente convinta. Si che ci sono dettagli che ha tralasciato.

"Voglio che stiamo al sicuro. Quindi ti ho preso un telefono, ha i numeri di tutti se ti metti in pericolo." Alza le spalle di nuovo. Riluttante mi da il telefono, sorrido dentro di me.

"Chiama solo i numeri che ci sono già salvati." Mi comunica facendo scomparire il sorriso dalla mia faccia.

"Non voglio stare qui." Sussurro mettendo il telefono nella tasca. So che Harry mi ha sentito e io volevo che lui sentisse. Lui mi ha obbligato a stare qui.

"Non fare così tanto la stronza Payton." Dice a voce alta. Mi irrigidisco e rido mentre lo guardo, la sua bocca in una linea dritta e i suoi occhi iniziano a rimpicciolirsi.

"È la verità. Sembra che io sia l'unica a dirla qui." Alzo le spalle continuando a guardare la strada infinità mentre Harry mi lancia un'occhiataccia.
"Non voglio stare qui. Voglio vivere con le mie migliori amiche e andare all'università. Ma me lo permetteresti. No. Perché mi vuoi solo per te stesso. Sei egoista. Nient'altro che un egoista bastardo." La mia voce continua a diventare più alta man mano che parlo, senza pensare se i due nel retro si possano svegliare.

Quindi Harry si accosta velocemente e si gira verso di me, afferrandomi il mento in una presa grezza.

"Senti, se non vuoi che io ti tiri un pugno sulla tua piccola faccia da snob fai meglio a stare zitta ora dolcezza." Urla a voce alta. Quando non gli rispondo mi spinge lontano e si prepara a riaccendere la macchina.

"Rimani un egoista bastardo." Non sono riuscita a trattenere le parole. Guardo la faccia di Harry che mi rivolge uno sguardo torvo, il suo respiro profondo mentre la sua mano mi raggiunge la vita e la stringe in una presa stretta. Mi lascia immediatamente dei lividi.

"Scendi." Sibila. I miei occhi si allargano sapendo che potrebbe abbandonarmi qui in mezzo al nulla. O potrebbe fare molti più danni la fuori piuttosto che qui nella macchina.

Scuoto la testa ritirando la mano. Soffia fuori un respiro arrabbiato prima di aprire la sua portiera e scendere fuori. Cosa diavolo faccio?

La mia mente poi corre e le mie mani tremanti corrono verso il blocco, che mi salva per pochi secondi, finché lui non lo realizza.

Strattona la portiera, la sua rabbia cresce mentre sblocca la portiera con le chiavi. Si allunga sopra di me e raggiunge la chiusura della cintura della sicurezza, che slaccia. Fa un passo indietro e aspetta che io esca.

"Scendi Payton, o questa situazione non migliorerà. Fidati di me." Dice a voce alta. Guardo in basso sentendomi leggera, tutto il mio corpo diventa sopraffatto. Scendo e cammino qualche metro allontanandomi dalla macchina. Harry mi segue da vicino dietro di me.

"Girati dolcezza." Il suo petto e schiacciato contro la mia schiena. Giro lentamente incontrando il suo sguardo severo.

"Mi d-dispiace." Balbetto. Le sue labbra si incurvano in un sorriso che sembra malato.

"Allora perché lo avresti detto?" Chiede la sua voce continua a suonare spaventosa. Mi restringo nella mia stessa pelle, non volendo rispondere. Le mie labbra incominciano a tremare trovando le parole giuste.

"Perché non voglio stare qui." Sussurro guardando verso il basso. La mia fronte praticamente tocca il suo petto.

"Devo farti vedere cosa succede alle cattive ragazze, Payton?" Mi chiede, suona più seducente. Scuoto la mia testa mentre mi copro il viso.

"Allora mostrami il tuo lato da brava ragazza, tesoro." Mi dice portando la sua mano verso la mia guancia, obbligandomi a guardare verso l'alto verso lui. Tiro su con il naso, i miei occhi si riempiono di lacrime.

Si abbassa lentamente, non tanto, il giusto per premere le sue labbra contro le mie. Rispondo al bacio non volendo disobbedirgli. Lui allora mi spinge via.

"Non ho paura di riportarti al tuo posto, dolcezza. Non è che tu puoi lasciarmi." Mi dice nel suo tono normale, prendendo la mia mano nella sua e spingendomi indietro nella macchina.

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