§ Epilogo §

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Oliver si svegliò di colpo.

Sbattè le palpebre.

Il senso di dislocamento ci volle dei minuti per assestarsi.

Aveva creduto di essere a casa, nel suo letto.

La famigliarità era sgusciata via quando aveva avvertito la consistenza fresca e l'odore di disinfettante asettico dell'ospedale. Le sue lenzuola odoravano di sé, del detersivo alle campanule della madre, del suo sonno accartocciato della notte passata.

Vi era qualcosa di diverso, ciononostante.

Un formicolio agli arti. Provò a muovere le dita del braccio ferito. Mancavano una manciata di giorni alla rimozione delle bende. Sgranchì le dita contraendole e rilasciandole.

No, continuava a sfuggirgli il motivo di quella sensazione. Sprimacciò i cuscini elevando il capo per avere una migliore visuale della stanza.

Il ragazzo scampò per un pelo all'infarto.

Vivian era seduta sulla sponda sinistra del suo giaciglio. La mantella che scopriva a tre quarti le braccia affusolate avvolte in un maglioncino carta da zucchero e le mani giunte inserite in guanti di pelle marrone fulvo.

Si ricompose sulla sedia stirando il collo. Aveva qualche ferita in viso. Era impossibile uscire indenni da una battaglia.

- I giornali dicevano che...

- I giornali non dicevano nulla. – stabilì la ragazza, la fiamma ardente della determinazione nel suo sguardo. 

Aveva vinto la battaglia e ciò aveva peggiorato il suo carattere?, si chiese allarmato Oliver. Aveva arrischiato la fuga quando lui e Narcissa avevano appreso dal gufo dei Malfoy che si stavano radunando le forze per ostacolare il sogno utopico di Albus Silente. Oliver era stato colto impreparato e  tramortito da uno schiantesimo. Un disonore per un Auror, attenuato solo dalla sua convalescenza. Niente principe che salva la principessa. E Oliver odiava sentirsi inutile. Un uomo pragmatico costretto al privilegio del riposo mentre fuori impazza l'azione.

Il suo senso di colpa era frammisto al rispetto, all'amore e ad un filo di soggezione che stava nutrendo in quell'attimo per Vivian.

Qualcosa non andava in lei. Percepiva il cambiamento, inevitabile dopo uno scontro magico, ma non afferrava in cosa consistesse. Non era loquace. Sembrava voler raccontare di più ma si asteneva come se non fosse il caso. A questo punto non era certo fosse venuta a trovarlo. 

- Quando sono arrivate le unità del Ministero sul posto c'era solo nebbia. – le riportò remissivo Oliver. Non gli avrebbe dato la minima spiegazione. Non ancora.

- Quello che doveva esserci. – fece un'estenuante pausa e la parola successiva calò come un verdetto finale – Nebbie.

Un'aquila picchiò il becco adunco sul vetro della finestra. Aveva una pergamena legata alla zampa. Vivian si alzò per aprirle e slegarle il rotolo di carta. Lesse rapida. Lo guardò.

- Dovrai riprestare giuramento come Auror una volta dimesso da qui. – Era una supposizione? Un dato di fatto? Riguardava la missiva o era totalmente scollegato dal contesto?

Respirò calmo, anche se i misteri né lo intrigavano né gli piacevano. Lo disarmavano.

- C'è un nuovo ordinamento, dunque.

Annuì grave, sollevando la missiva.

- Incendio.

La pergamena si sbriciolò in cenere in pochi secondi. Fissò il vuoto come se stesse arrovellandosi su qualcosa.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now