§ Capitolo Quarto §

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Uno squillo.

Ancora.

Incessante.

Sollevò la cornetta, alterata.

- Pronto!

Era più un’esclamazione che una domanda.

Eccole.

Urla.

Urla che le perforavano i timpani.

- Cosa volete da me ?! - chiese piangente, le dita premute sulla bocca.

Non l’ascoltavano.

Continuavano, incuranti ed implacabili.

Sbatté con furia il ricevitore.

L’atrio intorno a lei si dissolse.

Una strada.

Le macchine sembravano non vederla. Tentò di mettere a fuoco il luogo, ma non fece in tempo.

Era in un soggiorno.

Conserve e servizi di piatti all’interno di una credenza a destra; vicino all’ingresso, un tavolo di legno al centro con sopra una crostata di fragole intatta; a sinistra una TV spenta.

Dov’erano andate le persone?

Uno spostamento d’aria.

Una donna di mezz’età la fissava, sorridente.

Ebbe una strana sensazione, le pareva già di conoscerla, la sua fisionomia le era familiare. Com’era possibile?

- Sei in ritardo. - la sua voce veniva da lontano e si rese conto che adesso la guardava in malo modo. Si avvicinò a lei e le mormorò allarmata:

- Forse è meglio che tu ti rechi di sopra.

Il labbro della donna si spaccò, colando sangue.

Lei si scostò atterrita.

Che … ?!

L’altra inclinò la testa.

- Fai presto! - la incitò, il sangue che le si spandeva sugli indumenti.

Fuggì. Lentamente, tipo se avesse dei macigni a sostituzione dei piedi.

Ora era nel corridoio: vi regnava una quiete tombale. Le sue gambe non rispondevano più ai suoi comandi, restavano immobili, come se avvertissero anche loro il sentore di pericolo che si era impadronito di lei.

Malgrado ciò, DOVEVA procedere.

Ad ogni gradino che saliva percepiva stringersi il cuore sempre più acutamente e il respiro era irregolare.

Dopo un periodo che le parve interminabile, arrivò alla cima della rampata e notò una porta bianca aperta in fondo alla sua sinistra, il resto del pianerottolo immerso nell’oscurità.

Si affacciò sull’uscio e le mancò l’aria.

Dalle pareti molestamente candide della camera da letto scendeva una pioggia di un liquido carminio e immediatamente sottostanti, si trovavano due cadaveri scomposti, le pupille dilatate, le bocche tese in una smorfia penosa.

Erano un uomo e una donna, quest’ultima era la stessa in cui si era imbattuta nel soggiorno.

Kathleen si portò le mani ai capelli e gridò, uno strido roco e disperato.

Kathleen si destò di botto, il suo fiato ridotto ad un rantolo, drizzandosi repentina a sedere sul letto.

Si coprì la bocca con le mani.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora