§ Capitolo Settimo §

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Quando guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te.

Friedrich Nietzsche


Vivian spinse la porta una, due, tre volte.

Spazientita, tirò in su e in giù la maniglia d'ottone, invano. La mollò, esausta.

SBAM! Diede un calcio al pannello di legno.

Era sigillata da un incantesimo di sbarramento: dovevano esserci dei professori dentro, non c'era altra spiegazione.

Si allontanò, intimorita...se avesse continuato, le avrebbero aperto e come avrebbe potuto giustificare la sua presenza lì?

CRAC! Un rumore improvviso ferì il suo orecchio.

Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Oliver, ad appena un metro da lei.

- Sono in riunione. - gli accennò, insolitamente intimidita dal suo sguardo di fuoco, dal modo in cui la esaminava.

- Non importa. - e senza pensarci troppo, le afferrò il polso e la strattonò nell'aula di Astronomia.

Vivian aveva una sgradevole sensazione di panico e ansia addosso che rammentava di aver sentito quando avevano sbattuto in prigione suo padre, con la differenza che in quel momento era lei ad essersi invischiata in una circostanza sfavorevole.

Non entrò subito, rimase sullo stipite.

Oliver se ne accorse e le tastò il fianco con la bacchetta, incitandola poco galantemente a sedersi.

Sapeva che avrebbero dovuto parlare uno di quei giorni, ma non si immaginava che avrebbe dovuto essere nella peggiore delle maniere.

- I miei Auror stanno reprimendo una sommossa al piano di sotto. – scandì con una lentezza che ebbe il potere di farle saltare i nervi.

Lei digerì la notizia con gelido disprezzo.

- Ora mi racconterai che non ne sapevi niente, giusto?

- No. E quelli non sono Mangiamorte.

Oliver la squadrò di striscio, il volto pennellato da un sogghigno sarcastico.

- E chi sarebbero, allora?

Stupidi preamboli! Cosa voleva fare? Arrestarla? Era stufa marcia di questo processo privo di giudice, avvocato e testimoni. Comodo accusare le persone, non avendo uno straccio di prova!

- Io non sono responsabile della vita privata degli studenti della mia Casa. Non avrei mai creduto che Lord Voldemort ne arruolasse pure di quella età. Sono stupita quanto te.

Lui non l'ascoltava nemmeno, era perso nelle sue frenetiche considerazioni.

- Per caso, mi sai dire cos'è questo? - Oliver le piazzò sotto il naso un'ampollina contenente un liquido bianchiccio con dei residui rossastri sul fondo. Non poteva rispondere. Non doveva. Si sarebbe compromessa. Fece cenno di no.

- Veleno.

Sì, l'Immundia. Uno dei preparati tossici che Voldemort prediligeva quando si trattava di eliminare immediatamente l'avversario in campo. Era un concentrato di digitale purpurea e giusquiamo che aveva il temibile effetto di provocare tremende convulsioni e brividi febbrili fino a condurre la vittima alla morte.

- Hai ancora il coraggio di dirmi che è un banale errore di mistura, eh, Vivian? Non faremo che ingannarci - le soffiò all'orecchio - di nuovo. - proferì esitante e con una sfumatura di rammarico; si allontanò da lei ruvido.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now