§ Capitolo Ventesimo §

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Harry Potter si pulì gli occhiali, mezzo assonnato. In quel periodo aveva il sonno volatile e il ronfare di Ron non lo aiutava nello scivolare in un riposo immacolato. Dei grilli zampettavano ostinati per la sua testa. Gli esami dell'ultimo anno. Ginny che giocava a tira e molla con lui. Ron in eterno malumore per il passato dei suoi genitori.

Il sogno che l'aveva destato quella notte sosteneva che James Potter non fosse mai esistito. Sua madre Lily si annodava una ciocca di capelli intorno alle dita e chiedeva tentennante chi fosse.

Il senso di sgomento e oppressione che aveva assaggiato nel mondo onirico era ancora attaccato alla sua schiena, latente. Da quando l'ambiente di Hogwarts gli aveva infuso sicurezza, lo smarrimento era una sensazione che non era disposto ad accettare di nuovo. L'universo scolastico lo coccolava, era come una coperta di Linus. Silente era il suo protettore, mentore e amico. Una figura paterna che aveva sopperito quella mancante e che il padrino Sirius non era riuscito a sostituire nella loro breve conoscenza.

Il ricordo del professor Piton in cui si era intrufolato al sesto anno non gli aveva fornito una buona impressione di suo padre. Il suo utilizzo della magia sui più deboli gli aveva risvegliato brutte esperienze della sua adolescenza. Possibile che una creatura dolce e delicata, come si raffigurava fosse la madre, avesse sposato una tale canaglia?

Erano queste perplessità che avevano generato quel sogno?

Harry strizzò gli occhi nel buio. Un bagliore di luce riverberava sulla pietra granitica della finestra gotica del dormitorio circolare dei Grifondoro. Smorzò il Lumos della candela in un soffio e si affacciò guardingo. Fiammelle baluginavano sul ponte passerella del castello. Sentinelle notturne? Rimase imbambolato per diversi minuti finché non si mossero. Il sonno gli ottenebrava il cervello ma la sua innata curiosità lo spronò a scorgere dove si dirigessero. Diversamente da quanto pensasse, fecero il loro ingresso nel castello di Hogwarts.

Harry si trascinò svogliato sul letto a baldacchino. I piedi nudi gli formicolavano per la trepidazione.

Quattro luci, di cui due spente all'improvviso nell'oscurità. Ricordava con chiarezza che quella postazione non era pattugliata da più di un Auror di solito. Il ponte conduceva alla Foresta Proibita che era ad un pugno di passi da Hogwarts. Con la casetta di Hagrid nei paraggi non si poteva affermare fosse un passaggio totalmente scoperto. Quattro luci là sopra non significavano nulla di buono, si disse Harry. Il suo rimuginare stava ridestando mano a mano la mente dal torpore. Indugiò sul suo copriletto per un tempo che gli parve infinito. Stava per allungare la mano sul baule in cui era custodito il Mantello dell'Invisibilità. La ritrasse all'ultimo.

Non era un ragazzino. L'anno seguente avrebbe compiuto diciassette anni. Nascondersi era dichiarare la propria codardia. Inoltre dubitava che fosse necessario. La sua fantasia aveva galoppato all'inizio. Si era atteso degli schiamazzi o del baccano di sotto. Il suo cuore martellante nel petto aveva sperato in un'incursione nemica nottetempo. Un'ipotesi del genere con il Ministero della Magia di nuovo in balia degli eventi non era da scartare.

Il suo orecchio era teso a percepire ogni minimo spostamento. Purtroppo l'unico suono che udiva era il russare regolare di Ron. Gli buttò il cuscino infastidito.

- Fa silenzio! – bisbigliò Harry stizzito mentre si infilava la vestaglia. L'amico si girò dall'altro lato. Aveva il sonno di una roccia.

Non poteva riaddormentarsi senza controllare. Era più forte di lui.

Scese le scalette e varcò a tentoni la Sala Comune.

Un respiro proveniva dal divano di fronte al camino.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now