§ Capitolo Quinto §

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§ CAPITOLO QUINTO §

- Non capisco perché ti ostini a stare ancora con quella mezzosangue.

Le fiamme divoravano lentamente i libri di testo e le divise delle loro case. Tom scrutava quello spettacolo in religioso silenzio. Sembrava non avesse ascoltato la donna dall’ondulata capigliatura carbone che gli stava affianco.

Lei ghignò.

- Ah, ma sicuro. Sarà il tuo giocattolo, no? La tua bambola - constatò Bellatrix Black con ammirazione - Il cagnolino da comandare a tuo piacimento. - si carezzò il mento, estasiata.

Lucius chiuse gli occhi con disapprovazione. Bellatrix…per quale ragione era talmente imprudente con le parole?

Adesso la ragazza soffocava un grido di dolore. Tom le aveva ghermito il gomito e lei lo sentiva intorpidirsi, ghiacciarsi. E in effetti, vide con sgomento delle scaglie di ghiaccio che si spargevano lungo il suo braccio e minacciavano di aumentare.

Poi, un sibilo, graffiante, che la fece sussultare nel profondo del suo essere.

- Chi pensi io sia? Un purosangue come voi? Rivedi le tue informazioni perchè... non lo sono. Inutile illudersi. Ma - sospirò compiaciuto - c’è un “ma”. Io odio nelle viscere i babbani che devastano questo pianeta. E - si eresse nella sua statura - sono l’erede di Salazar Serpeverde. Ti pare poco?

- No. - lo guardò negli occhi per dimostrargli che non lo temeva. Fu costretta ad abbassarli di botto.

Le iridi di Tom erano sanguigne.

Lucius si ricordò che Tom aborriva bambole e pagliacci. Credeva che segretamente lo spaventassero, tuttavia si era premurato di non fargli presente questa sua perplessità. Soltanto una volta il giovane uomo gli aveva confidato che gli facevano tornare alla mente l’assoluta apatia della madre dopo che il marito l’aveva piantata in asso. Cucinava a Tom, gli dava le medicine se ne aveva bisogno, lo portava a scuola, senza una minima parola di affetto, di rabbia. Gli sorrideva. Un sorriso identico a quello di una bambola di fine porcellana. Merope era morta quando Tom aveva cinque anni. Consunta dalla pena. Deperita. Quel particolare era rimasto vivido, potente nella memoria del suo bambino.

- Intendo sovvertire questo sistema e tu lo sai. – continuò rivolto a Bellatrix - Ed è mio desiderio perseguire questo obiettivo con la donna che amo, Lily Evans. - le scaglie avevano attraversato l’avambraccio e stavano raggiungendo la spalla - Una bambola? Un cane? No, mia cara. Li detesto entrambi: l’una non ha un’anima, l’altro è troppo servile. In che modo potrei avere uno di loro accanto?

Nonostante la brusca anchilosi della sua parte destra, Bellatrix non aveva dimenticato la sua sfrontatezza, e si sforzò ad abituarsi al colore innaturale degli occhi del suo amico.

- Resta in qualunque caso una Grifondoro, una che prima di entrare nel nostro gruppo frequentava Potter e compagnia bella.

Tom fece una smorfia, scettico.

- Lei potrebbe…tradirti. - insisté la ragazza.

Lucius scosse la testa e distolse il suo interesse dalla conversazione; Severus, invece, incuriosito, puntò gli occhi su Riddle, per studiare la sua reazione. Bellatrix era sul serio sventata. Thomas sarebbe esploso di sicuro a seguito di quella insinuazione.

Contrariamente alle sue aspettative, Tom si conservò calmo.

La copertura di ghiaccio si sciolse e bagnò il terreno, creando una pozza.

Non avrebbe provocato del male a Bellatrix, era determinante nel suo progetto, rifletté Severus.

- Ci conosci poco, allora. - si limitò ad evidenziare.

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