§ Capitolo Trentaseiesimo §

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No one has power over me except me

My destiny is my own.

Only I determine what I make of my life.

(The Dragon Mantras)


Il gaelico druidico. Una lingua che Tom aveva creduto dimenticata. Sigillata in qualche angolo del suo inconscio. Sino alla sua morte. Reminescenze che riaffiorano unicamente nel momento del bisogno. La verità era che era difficile scordarsi nozioni che gli erano state inculcate con la forza.

I suoi ricordi più vividi partivano dal giorno in cui era stato prelevato dall'orfanotrofio da Silente.

- Tu sei speciale. – il suo cuore di bambino si era gonfiato nell'ascoltare questo prezioso termine.

Fino ad allora Tom aveva accumulato un rancore anomalo per un bimbo di sette anni. Vessato dai suoi compagni, maltrattato costantemente, non aveva perso tempo ad apprendere la spietata legge della sopravvivenza. I modi con cui si vendicava non erano ortodossi ed erano stati ricondotti alla sua persona dopo molto, dato che l'istituto che lo ospitava era babbano. Era stato rinchiuso in una stanza da solo, lontano dagli altri. Si era cullato nella solitudine e aveva imparato a sguazzarci troppo presto.

Albus Silente era stato uno spiraglio di speranza. Questo vecchio altissimo dallo sguardo acuto che lo occhieggiava comprensivo e gli permetteva di intravedere il rovescio della medaglia delle sue capacità. Un mondo in cui sarebbero state apprezzate e non rifiutate. Avrebbe accettato tutto se avesse significato un letto comodo, pasti regolari e una realtà in cui poteva riporre le armi.

Silente non gli aveva offerto il paradiso.

Aveva pensato che l'interezza dei bambini "dotati", come veniva spesso definito lui stesso, fosse trattata come lo sarebbe stato lui in seguito.

Quando fu presentato qualche mese dopo al cospetto di un concilio di signori bianco vestiti non gli aveva sfiorato la mente fosse un esemplare unico. Non gli avevano spiegato nulla ma si erano concentrati sugli insegnamenti e su che cosa lui fosse in grado di fare.

Allorché era andato ad Hogwarts si era accorto ancora una volta di essere diverso dal resto dei suoi coetanei. Aveva tristemente appurato che i druidi, la denominazione con cui si fregiavano i suoi insegnanti, erano per i suoi compagni di scuola soltanto mummie di un passato sepolto.

Al diciassettesimo anno gli fu concesso cogliere la ragione per cui gli fossero state impartite conoscenze magiche e filosofiche supplementari. L'ordine dei druidi lasciava il principio del loro credo alla fine, come un percorso a ritroso per giungere al fulcro.

Metempsicosi.

Era il nome greco del fenomeno di cui credevano fosse stato oggetto. L'anima di Mordred non si era estinta e di secolo in secolo era trasmigrata in individui che erano stati sotto le loro cure.

Aveva soffocato un singhiozzo di sorpresa. La trasmigrazione era un concetto di difficile comprensione persino tra i maghi più esperti.

All'epoca non era al corrente del fatto che la sua linea famigliare partisse da Melehan, la figlia di Mordred.

Gli dissero che l'avevano scelto scrutando nel fondo cavernoso di una quercia tricentenaria e ascoltando il fruscio delle foglie al vento.

Non gli credette.

Aveva affondato le unghie nella carne e il suo sguardo era arso di oscure fiamme verdi di acredine.

L'avevano adorato per la sua bravura con i serpenti, animali che consideravano come sacri. Non gli importava di ciò che alle sue orecchie suonava come una debole giustificazione.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now