§ Capitolo Trentatreesimo §

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I wish to remain nameless

And live without shame

'Cause what's in a name,oh

I still remain the same

You can call it what you want

You can call me anything you want

You can call us what you want

You can call me anything you want

(Remain Nameless, Florence&TheMachine)


L'eco dello scroscio delle onde nel suo orecchio.

Un lieve lezzo di salsedine le grattò le narici.

Sbattè le palpebre.

Vivian stava fissando un soffitto di pietra grigio perla intessuto dalla ragnatela luminescente dei raggi solari.

Si alzò lentamente sui gomiti per visualizzare il luogo in cui fosse. Le dimensioni erano quelle della camera di un castello. Le trifore erano su entrambe le pareti di destra e sinistra, le ante di legno inchiodate alla muratura sbattevano per il vento, benchè un'indubbia magia le prevenisse dal richiudersi violentemente. Il cielo era di un azzurro accecante, simile a quello di Dover, dove andava in vacanza da piccola.

I ricordi impiegarono diversi minuti per riaffiorarle nella loro intera brutalità.

Il viso soddisfatto di Halifax Novak mentre la annientava con uno Schiantesimo le schizzava la bile alle stelle. Si era fatta battere come se fosse stata una dilettante incapace. L'Auror aveva giocato sull'effetto sorpresa e su un dirompente incantesimo di disarmo.

Vivian si guardò intorno con crescente attenzione. Oliver non era lì con lei. Non sapeva se reputarlo un bene o un male. Se gli Auror erano dietro a tutto questo o, forse più probabile, l'Ordine della Fenice, Oliver non se la sarebbe cavata in ogni caso. Chi li aveva prelevati dal maniero conosceva la sua vera identità. Eppure Oliver e lei non avevano ancora commesso nessun "crimine". Non avevano trasgredito alcuna regola e lei tecnicamente non era una Mangiamorte.

"I Draghi Rossi lo comandano", era stata la risposta di uno degli uomini di Novak quando aveva chiesto la motivazione della loro improvvisa comparsa. Non ne aveva mai sentito parlare. In un trafiletto di un libro di approfondimento della Sezione Proibita intitolato "Breve Storia dei Mangiamorte" era venuta a conoscenza del nome reale dei componenti dell'organizzazione: "Draghi Neri". Si domandava ora se la contrapposizione di colori non fosse una coincidenza.

Poggiò le mani sul davanzale della finestra e fu subito travolta da una sferzata di vento ghiacciato. Si sporse scostando i fili di capelli dalla faccia per verificare a che altezza fosse e localizzare la sua posizione rispetto al resto dell'edificio.

La ragazza aggrottò le sopracciglia.

Una costruzione di tre piani che colava a picco sul mare. Si spostò velocemente nell'altra finestra e spalancò gli occhi, allibita. Una cinta muraria difensiva modellava i declivi delle protuberanze collinari che circondavano il castello. Il posto sembrava un isolotto disabitato, eccezion fatta per delle fiaccole stranamente accese di giorno. Un fuoco che pareva immune ai capricci del vento.

Vivian si portò una mano alla bocca, capendo d'un tratto.

Ardemonio.

Come poteva rimanere incandescente evitando la sua scissione naturale?

Si ritrasse, la paura che le ostruiva l'esofago. Non erano maghi normali quelli che l'avevano portata là. Maghi Oscuri in contrasto con suo padre? E gli Auror che diavolo c'entravano, erano corrotti? Novak era una testa calda ma non credeva fosse talmente scaltro da sostenere un doppio gioco. La sua confusione non si stava decisamente dipanando. Era presumibilmente invischiata in una faccenda più grande di lei. Del resto avrebbe dovuto aspettarselo. Il suo destino era racchiuso nei suoi due sfortunati cognomi. "Riddle" era lo scherzo a cui aveva pensato quando aveva letto il diario di Lily Evans. "Malfoy" era la malasorte che a quanto sembrava era recalcitrante a lasciarla in pace.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now