§ Capitolo Diciannovesimo §

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Aguzzò la vista. Sei crateri visibili ad occhio nudo.

L'imperfezione rendeva perfetta la luna.

Vivian poteva considerare ciò che le stava capitando un'imperfezione nella sua irreprensibile esistenza?

Rabbrividì un poco esposta all'aria notturna del ponte di legno di Hogwarts.

Esitava.

Non doveva essere lì ma nella sua casa universitaria a studiare.

Dei, la irritava terribilmente indugiare.

Stava rimandando il proposito di dichiarare ad Harry la loro parentela.

Era stata talmente enorme la spinta a rivelarglielo in quel momento che aveva avuto bisogno di fermarsi a metà del ponte per calmarsi e rifletterci con calma.

Era successo tutto troppo in fretta.

O almeno così le pareva.

Obiettivamente, erano dovuti trascorrere sedici anni e mezzo.

Una luce accesa nella torre dei Grifondoro. All'una di notte poteva essere solamente qualcuno risvegliato da un brutto sogno.

Se Harry fosse venuto al corrente della verità, le sue credenze si sarebbero sgretolate in un battibaleno.

A Vivian non faceva pena suo fratello. Provava un retrogusto ironico nell'immaginarsi la sua reazione scioccata. Al limite dell'esilarante.

Puntellò i gomiti sulla balaustra e sostenne il mento sulle mani. Quella storia prospettava ancora dei tratti foschi per lei. Se Harry era suo fratello perché suo padre lo voleva morto?

Il suo flusso di pensieri ammutolì. L'unica ragione era ritenerlo figlio di qualcun altro. Può essere che fosse stato talmente stupido da autoconvincersene? Ripensò alle osservazioni nel diario di sua madre. Le premesse affinché ci fosse stato un malinteso c'erano tutte.

Uno scricchiolio di assi. Vivian si girò di soprassalto e riconobbe la sagoma di Oliver Wood .

Era nella consueta tenuta da Auror, la bacchetta era di poco sollevata in segno dall'erta. Il suo non dimostrarsi particolarmente stupito dalla sua presenza le fece intendere che l'avesse avvistata da un po'.

- Quale celestiale visione abbiamo qui. – commentò, sardonico. Si accostò a lei placido, le braccia dietro la schiena. Non aveva un atteggiamento minaccioso, sembrava incuriosito della sua scoperta. La ronda di notte doveva essere alquanto noiosa.

- Ti manca già questa scuola o non sei qui per una gita di piacere? – il silenzio di lei lo metteva a disagio.

I suoi occhi nocciola erano sinceri. Per un attimo fu tentata di scodellargli la sua intima vicenda. Come sarebbe stato liberatorio!

Invece lo ignorò di proposito.

- Ok. Se è un indovinello, sono dentro. – esaminò critico i suoi indumenti e la scopa da corsa accanto a lei, appoggiata sulla balaustra del ponte – Vediamo. Stivali alti, parastinchi, parapetto, mantello nero e lungo, Firebolt. Non rispondi alle domande...Ti sta inseguendo qualcuno?

La ragazza roteò gli occhi. Avrebbe dovuto sapere che Oliver non era il tipo da infischiarsene e lasciarla in pace. Soprattutto perché era lei.

- No. – chiarì, telegrafica.

Pessima idea atterrare sul ponte nel bel mezzo della notte ed essere torchiata da un Auror. Sperò vivamente che chi la stesse sorvegliando conservasse le dovute distanze.

La Sinuosa Linea del Serpente - The Sinuous Line of the SnakeWhere stories live. Discover now