21(Parte I/II)

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             (Shiori nella foto in alto)

Lo stemma dei Kajitani ondeggiava a causa del vento proveniente da nord. Lo stesso che accarezzava dolcemente il volto di Ichiro, fermo davanti la struttura che predominava il giardino Chie.

Nel momento stesso in cui era entrato, con una fiaccola ardente in mano, aveva pensato che l'ordine impartitogli dall'Imperatore fosse stata una mossa perfettamente mirata a fargli intendere che, se avesse voluto obbedirgli, avrebbe dovuto farlo in tutto e per tutto. Niente bugie, niente illusioni, niente Kajitani. Qualsiasi patto avesse stretto con Shiba, o ciò che ne rimaneva, avrebbe dovuto cancellarlo dalla sua mente e dalla sua vita.

Eppure, Ichiro, non riusciva a pensare ad altro che al modo in cui aveva tradito la fiducia di suo padre e di sua madre, schierandosi dalla parte dell'ultimo uomo che avrebbero voluto difendesse. Non riusciva neanche a immaginare la reazione che avrebbe avuto Kotori, nel sapere di essere stata raggirata da lui in maniera talmente subdola da sottolineare ancora di più la sua ingenuità.

Si sentiva in colpa, si sentiva incoerente e si sentiva più che mai distante da tutti gli insegnamenti che il padre gli aveva donato durante gli anni.

Il giovane Samurai sollevò un braccio verso l'estremità del drappo di seta, viola e nera, lasciando che le fiamme cominciassero a rovinare il magnifico lavoro di tessitura confezionato da chissà quali abili sarte.

La dinastia degli Asano si stava affermando sempre di più, e sarebbe divenuta una certezza quando Miyoko Azama sarebbe tornato alla luce. Quel pensiero non gli piaceva, ma sapeva per certo di doversi fidare appieno delle parole pronunciate dell'Imperatore. Hideaki aveva già dimostrato di saper sfruttare le sue carte nella maniera migliore, mentre lui non stava combinando nulla di corretto nella sua vita.

"Ichiro-kun?" Lo chiamò una risoluta e calma voce femminile. Non ebbe bisogno di voltarsi, per capire a chi appartenesse quel tono. Sapeva d'avere dietro di sé niente meno che Yori.

Il ragazzo vide la giovane donna affiancarsi a lui, avvolta in un Kimono verde che le cadeva meravigliosamente sopra il corpo minuto. Sulla gonna stretta era stato ricamato un paesaggio rurale, rappresentante un prato fiorito. I capelli sciolti, invece, ricadevano lungo le spalle e solo una treccia ordinata le circondava la testa. "Yori-san."

"Non pensavo ti piacesse giocare col fuoco."

"Infatti è così." Rispose lui, avvertendo l'odore acre del fumo infilarsi nelle sue narici. "Non mi è mai piaciuto rischiare, e il fuoco comprende anche questo."

"Eppure, lo stai facendo." Sorrise lei, posandogli una mano sul braccio. "Mettendoti dalla parte del nostro Imperatore, stai correndo un rischio non indifferente."

Ichiro sgranò gli occhi, lasciando ricadere la fiaccola al suolo e voltandosi verso la giovane donna al suo fianco. "Tu come fai a sapere che..."

"Ti ho visto uscire dalla sala del trono molte volte, sempre insoddisfatto, sempre freddo e sempre triste." Lo interruppe lei, voltandosi a sua volta. "Di cosa hai paura?"

"Di perdere mia sorella." Ammise, incrociando quegli occhi color nocciola che lo fecero, per un attimo, sentire più tranquillo. "Non mi perdonerebbe mai se venisse a sapere che sto davvero dalla parte di un uomo che nostra madre odiava."

"Tua sorella non deve influenzare la tua vita, Ichiro. Le scelte si fanno per sé stessi, non per accontentare gli altri. Anche se non è mai bene nascondere la verità dietro il sottile velo della menzogna. Brucia in un attimo, come questo drappo." Yori voltò il proprio viso verso lo stemma dei Kajitani, ormai consumato da lingue di fuoco alimentate dal vento. "Dille la verità e, sono sicura, che capirà."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now