5(Parte II/II)

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Lo Yokai cadde a terra morto a causa dell'attacco che Ryo e Nobu gli avevano sferrato in simultanea. Erano così abituati ad affrontare le avversità insieme che, quasi, si scordarono delle due ragazze.

Una volta che ebbero terminato, individuarono velocemente la figura di Kosaki tremante al suolo e quella di Kotori, al di sopra di uno di quei mostri. La Shinigami lo colpiva ripetutamente, con forza, quasi stesse sfogando tutta la sua rabbia su di esso.

«Se la cava be...» Ryo non ebbe modo di finire la frase, che Nobu lo afferrò per un lembo della casacca, costringendolo ad abbassarsi prima che uno Yokai gli saltasse addosso. Lo stesso demone, in mancanza di appiglio, spiccò un nuovo salto finendo proprio addosso a Kotori.

La ragazza si ritrovò sul suolo erboso senza che potesse capacitarsene, e il fetido alito che si sprigionava dalla bocca di quel mostro le fece venire il voltastomaco. Immediatamente, afferrò la Katana e la brandì come poté, colpendolo sullo sterno, in modo da farlo scomparire in una nube di foglie. Si rialzò ansimante, notando davanti i suoi occhi il fratellastro lanciarsi addosso a un ennesimo Yokai e, dal lato opposto, Ryo che ne stava tenendo a bada un terzo.

Kotori si guardò intorno spaesata, non trovando più Kosaki fra la folla. Fu allora che la paura si impossessò di lei.

Come diamine poteva averla persa? E perché quei mostri sembravano infiniti?

Strinse il manico della katana, voltandosi verso i suoi compagni d'armi. «Nobu! Ryo! Venite qui!» urlò, ed entrambi i ragazzi accorsero verso di lei con il fiatone. Presentavano solo delle leggere ferite sul corpo, come lei d'altronde.

«Kotori!» la chiamò Ryo, una volta riunitosi. «Dov'è Kosaki?!»

«L'ho persa!» esclamò la ragazza, beccandosi un'occhiataccia da parte del fratellastro.

«Come sarebbe a dire che l'hai persa?!»

«Nel bel mezzo della battaglia, non l'ho vista più... Spostatevi!» in quell'istante, tutti e tre si allontanarono con uno scatto, cadendo di schiena al suolo prima che una di quelle bestie si gettasse addosso a Kotori. La bloccò a terra con le sue grandi zampe e le artigliò la spalla, aprendole tre tagli netti sulla stoffa del kimono.

Nobu si rialzò appena in tempo per vedere Ryo che, a velocità disumana, si era scagliato contro lo Yokai senza nemmeno la sua arma.

«Ryo! Aspetta!» gridò, rimettendosi in piedi. Il ragazzo si voltò e sollevò il braccio afferrando al volo la katana che Nobu gli aveva lanciato, per poi conficcarla nel fondo schiena dello Yokai.

Kotori si alzò a malapena stavolta, trovandosi davanti uno spettacolo che la fece restare interdetta.

Ryo le pareva diverso. Si era incurvato leggermente in avanti, quasi a cercare sostegno sulle braccia a mo' di zampe anteriori.

«Ry... Ryo...» cercò di destarlo, temendo che peggio. Le vene del ragazzo avevano incominciato a pulsare sotto la superficie cutanea e gli occhi blu avevano nuovamente lasciato il posto a due temibili orbite nere.

Gli Yokai ora non si avvicinavano più, fuggivano come impauriti dalla figura di Ryo e da quella di Kotori, che continuava a stargli vicino.

Persino Nobu, da lontano, si rese conto del problema e avanzò velocemente verso il suo amico, provando a posargli una mano sulla spalla. Lui, però, si allontanò, tenendo gli occhi puntati verso una figura alle spalle di Kotori. Nobu seguì la traiettoria del suo sguardo, e, quando comprese, il suo volto si contrasse in una smorfia di fastidio.

Arinori, il padre di Ryo, era tornato. Nella mano sinistra teneva una spada molto più corta e leggera di una katana, mentre sul braccio destro era presente solo un piccolo e insignificante moncherino provocato, qualche mese prima, da Kotori.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now