12 (Parte I/II)

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Uscire dall'acqua fu più difficile che entrarci

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Uscire dall'acqua fu più difficile che entrarci.

La sera era ormai calata, gli stomaci brontolavano e l'aria gelida non faceva altro che intorpidire i loro muscoli doloranti. La luna piena era alta nel cielo, illuminava serena Kasaya, mentre l'enorme distesa di stelle rendeva la loro camminata lungo i gradoni più lieta.

"Siamo arrivati?" Domandò Shin, marciando accanto a Kotori.

"Ultimi dieci scalini, sei stanco?" Gli chiese la giovane, con un sorriso. Aveva entrambe le mani chiuse intorno ai capelli che, umidi, parevano ancora più lunghi.

"Siamo tutti stanchi..." Borbottò Nobu. Sembrava soffrire parecchio il freddo, infatti, camminava velocemente in testa al gruppo, quasi avesse fretta. "Spero almeno che le mura di cinta proteggano la città dal gelo."

Kotori sollevò gli occhi verso la barriera di pietra che circondava Kasaya, come se volesse proteggerla da attacchi clandestini e intemperie naturali.

Si strinse nelle spalle, avvertendo il calore del corpo di Ryo accanto al suo. Lui le sfiorava come di consuetudine la mano, ma il suo viso era contratto in una smorfia. Non sembrava stare bene: era pallido del solito, ansimava e dalla bocca fuoriuscivano nuvolette di condensa.

"Ci sono delle porte laggiù." Osservò Ichiro, superando il fratellastro. A differenza degli altri, lui non si sentiva affaticato. "Proviamo ad aprirle."

"Subito!" Esclamò Ryo, che continuava a fare di tutto pur di non mostrarsi debole.

Nobu non rispose, poco convinto, voltandosi non appena avvertì un gemito di dolore propagarsi dalle labbra di Shin.

Ichiro e Ryo si stavano già occupando delle porte, cercavano di spingerle sia verso l'interno che verso l'esterno, ma sembrava inutile. Quell'enorme valico coperto da muschio e rampicanti era sbarrato, non c'era modo di aprirlo.

Kotori aveva lanciato loro solo un'occhiata preoccupata prima di afferrare Shin e scuoterlo leggermente.

"Va tutto bene?!" Domandò, notandolo portarsi le mani alla testa, preda di una lancinante emicrania.

Nobu la affiancò, guardando prima lei e poi il ragazzino, che continuava a lamentarsi senza un'apparente motivo. "Che diamine gli succede?"

"Fa male... la testa fa male..." Shin cadde in ginocchio, sorretto dai due fratellastri. Entrambi erano preoccupati, visto che persino Ryo stava cominciando a presentare segni di malessere. Quest'ultimo si era accasciato contro la morbida superficie muschiosa delle porte, con un tremendo dolore all'addome che gli impediva di fare qualsiasi movimento.

"Ryo!" Esclamò Ichiro, afferrandolo appena prima che cadesse rovinosamente al suolo. "il tuo corpo è bollente!" Borbottò, mettendogli una mano sulla fronte.

"Non preoccuparti. Ce la faccio..." Il ragazzo provò a rimettersi in piedi, sorreggendosi a uno degli anelli di ferro che pendevano dall'estremità della porta.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now