2(Parte II/II)

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L'interno della casa era ancora più accogliente dell'esterno.

I giovani vennero accompagnati dalla voce di Yori lungo il tragitto dal giardino alla sala da pranzo. La donna li fece accomodare innanzi il tavolino, versò loro del tè matcha diluito con Acqua Purificata e, prima di scomparire oltre il corridoio, arricchì quel piccolo rinfresco con dei mochi ripieni di marmellata azuki, su cui Ryo e Nobu si erano immediatamente fiondati.

Kotori era l'unica a non aver ancora toccato cibo. Continuava a guardarsi intorno, affascinata da quella Buke-zukuri capace di metterle nostalgia.

«Kotori?» la chiamò Ryo, riportandola alla realtà. «Non mangi?»

«Sì, solo che... Mi chiedo se Kyoden-sama e Mei-sama non siano in pensiero per noi.» mentì la ragazza, voltando il proprio sguardo verso il fratellastro che, nella calma più assoluta, continuava a sorseggiare la sua bevanda.

«Oh no, l'unica cosa di cui mi preoccupo è la sgridata che Otousama potrebbe impartirmi quando ci rivedremo.» rise Nobu, contento di aver ricevuto tanta ospitalità.

«Se non ci fosse stata Shiori, Kyoden non avrebbe avuto più nessuno da sgridare.» puntualizzò Ryo, spostando lo sguardo sulla giovane.

La Kawaakari si era appena liberata del lungo mantello, rivelando così la divisa che indossava senza fierezza. La parte superiore presentava il taglio tipico del Kimono, la stoffa scarlatta ricadeva in modo aderente fino alla vita. Lo scollo a V era chiuso da una fascia nera appuntata sotto il seno gonfio. Le gambe, invece, erano percorse da stretti pantaloni neri e due lembi di stoffa rossa ricadevano a mo' di gonna fino alle caviglie, con due profondi spacchi sui fianchi.

Kotori e Kosaki osservarono quella veste nei minimi particolari, mentre Shiori si accingeva a scalciare via le scarpe e a dirigersi all'interno della sala da pranzo con il corpo curvato a causa della stanchezza.

«Dovremo ringraziarla a dovere.» suggerì Ichiro, ingoiando l'ultimo mochi servitogli.

Tutti furono d'accordo, ma Shiori congedò la loro proposta con un gesto della mano. «Non ringraziatemi, è mio preciso dovere aiutarvi nel momento del bisogno.»

«Cosa intendi?» domandò Kotori, bagnandosi le labbra con il sake.

«I figli degli Shinigami Reali, come questi ultimi, fanno parte della famiglia Imperiale e, in caso di decesso prematuro da parte del sovrano, vengono conteggiati sulla linea di successione.»

Quella notizia sconvolse Kotori, Ichiro e Nobu, che si scambiarono uno sguardo dubbioso. Fu però l'ultimo a proferire parola, riprendendosi velocemente da quella rivelazione.

«Stai dicendo che potrei diventare Imperatore?!» domandò, preda di un'improvvisa euforia.

«Dopo tuo padre.» rispose Shiori.

Nobu si sollevò dalla propria postazione, con un sorriso orgoglioso sul volto affaticato. «E io che pensavo che tutto l'evento per la nomina degli Shinigami Reali fosse una grandissima perdita di tempo! Vi rendete conto?! Faccio ufficialmente parte della famiglia Imperiale!» rise, talmente contento da scordarsi persino di dover mantenere un certo contegno a tavola. «Hai sentito, Ryo? Ora farai meglio a rivolgerti a me con più rispetto visto che sei ufficialmente un plebeo.»

«Oh perdonatemi, vostra altezza, ma un insetto si è appena posato sul vostro regal fianco!» esclamò il giovane, battendo una mano sulla ferita aperta dell'amico, che si ritrovò a gemere di dolore.

In quel momento, Yori fece la sua entrata nella stanza. Nella mano sinistra reggeva una grande cesta di vimini, con la destra, invece, faceva cenno ai giovani di raggiungerla. «È arrivato il momento di controllarvi!»

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Donde viven las historias. Descúbrelo ahora