26 (Parte I/II)

124 26 96
                                    

(Eiko nella foto in alto)

Yori guardò la sorella mandare giù l'ennesimo bicchiere di sakè con preoccupazione.

Si stava ubriacando, di nuovo. Stava cercando di trovare una soluzione ai suoi problemi in quella bevanda, tentando di nascondersi dalla figura di Zeno che, silenziosamente, era giunto nel loro cortile con un ordine specifico ricevuto da Settan in persona: far loro la guardia.

"Shiori, basta bere." Asserì perentoria la sorella maggiore, allontanandosi dalle porte scorrevoli. "Quella bevanda non ti aiuterà ad annegare i tuoi dispiaceri."

La Kawaakari la guardò male, stringendo la tazza di porcellana fra le dita. "Tu sai quello che mi ha fatto e nonostante questo ti permetti persino di farmi la predica?"

"Non ti sto facendo alcuna predica, ma in caso decidesse d'attaccarci non riusciremmo a contrastarlo. Io sono troppo debole, e tu sarai troppo intontita dal vino di riso per sfoderare la spada." Yori si inginocchiò accanto a lei, prendendole le mani gelate e riscaldandole nelle proprie, in un gesto colmo d'affetto e preoccupazione. "Imouto, è solo per oggi e vedrai che domani non lo vedremo. Solo... non bere più."

"Se non bevo potrei rischiare di uccidere seduta stante quell'ignobile essere." Shiori sottrasse la mano alla presa della sorella per versarsi altro vino e ingollarlo tutto in una volta. Non riusciva a sopportare la sua presenza, il suo ricordo, il passato e tutto ciò che Zeno le aveva fatto. Era una ferita aperta che continuava a bruciare, imperterrita. "È già tanto che mi stia preparando ad affrontare nostro padre, visto che a breve arriverà qui."

"Parlerò io con lui, lo terrò impegnato tutta la giornata e tu non lo vedrai se non di sfuggita." Yori provò di nuovo a instaurare un contatto fisico con la sorella, ma lei continuava a rifuggire costantemente dalle sue dita. Era gelida, aveva bisogno di un calore che lei non sarebbe mai riuscita a darle e questa consapevolezza la uccideva. Avrebbe voluto essere d'aiuto per lei, ma non riusciva mai.

"Come se Aoi fosse il problema peggiore. Ora come ora, l'unica persona che ho bisogno di vedere morire è Zeno." Sibilò Shiori, sollevandosi e dirigendosi verso le finestre. Scostò le serrande e visualizzò la figura di quell'uomo camminare tranquillamente lungo il giardino, come se non provasse nulla. Come se tutto ciò che in passato avevano condiviso non avesse significato per lui.

Il suo cuore perse un battito, che venne recuperato nel momento in cui Shiori sentì il calore di Yori dietro di sé. Le braccia della sorella le cinsero i fianchi e il suo mento si poggiò sulla sua spalla in un contatto che diede calore a entrambe. "Non sei sola, io sarò sempre dalla tua parte Imouto-chan, anche se non hai bisogno del mio aiuto. Sappi che fin'ora ti sei comportata bene, sei stata brava a non fargli notare la tua paura."

"Io non ho paura di lui, Yori. Io voglio ucciderlo. Dopo ciò che mi ha fatto, non si merita altro che la morte." Shiori sentì il braccio sinistro bruciare, come se il ricordo di ciò che era successo l'ultima notte in cui l'aveva visto si stesse ripercuotendo nel suo punto debole. Lì, dove le aveva impresso un sigillo contro la sua volontà. "Io non ce la faccio a far finta di niente."

"Lo so, ma non potresti comunque ucciderlo. Settan ti tiene d'occhio, pensi che non sospetterebbe di te?"

"Settan sta cominciando a stufarmi." Sussurrò Shiori, voltandosi verso la sorella per stringersi nel suo abbraccio confortante. Affondò il viso fra i suoi capelli castani e chiuse gli occhi per un attimo, sopprimendo un singhiozzo che non si sarebbe mai permessa di lasciare uscire. "Perché lo ha fatto?"

"Imouto..."

"No, Yori, no." Shiori si distaccò da lei, marciando di nuovo verso il tavolo per afferrare la brocca colma di sakè e berlo direttamente dal bordo. Non aveva alcuna intenzione di seguire le buone maniere, non quando i ricordi diventavano più dolorosi della realtà.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now