Il fuoco scoppiettava ancora all'interno della grotta, cercando di riscaldare un ambiente che sembrava essersi fatto ancora più gelido.

Ichiro e Momo si scambiavano occhiate dubbiose, mentre Itami teneva lo sguardo fisso sulle due sorelle, come a chiedere loro di cominciare a narrare una storia che, entrambe, avrebbero voluto tenere nascosta.

Shiori sospirò, prima di scuotere debolmente la testa come a dire a Yori che, per il momento, era meglio se cominciava lei a parlare delle malefatte che avevano sporcato il cognome Uchigawatana di disonore.

La giovane annuì appena, prese un lungo respiro e schiuse le labbra secche, cominciando a parlare dal principio. "Prima di raccontarvi la nostra storia, è meglio cominciare dall'inizio. Gli Uchigawatana affondano le loro radici nel passato, durante la prima dinastia che governò Isao: Quella dei Satō. All'epoca non esistevano ancora le Famiglie Nobili, e gli Imperatori faticavano a tenere in piedi una capitale tanto vasta senza l'ausilio dei Primi Shinigami. Questi ultimi scomparvero prima di vedere la nostra città completa." Spiegò Yori, portandosi le gambe al petto e tornando a fissare le fiamme consumare i rametti. "I membri del nostro clan, allora molto ricchi, decisero di prestare denaro ai sovrani a fin di bene. Gli Shinigami Uchigawatana non erano delle persone egoiste, combattevano per giusti ideali ed erano fedeli seguaci dei Primi. Però, tutte le cose buone sono destinate a diventare cattive. I sovrani di Isao elevarono gli Uchigawatana, conferendo loro il titolo di Prima Famiglia Nobile. Ciò comportò la corruzione dei loro animi. Diventarono più avidi, più assetati di potere e di onore. Un onore che si perse, nel momento stesso in cui altre famiglie cercarono di aiutare gli Imperatori durante i loro periodi oscuri. Gli annali di Isao, che vanno dal 1047 al 1110, raccontano di temibili omicidi, che si susseguirono all'interno della Corte. Dispute infuocate e insanguinate, combattute nell'ombra e di cui la nostra famiglia è la sola responsabile. Ovviamente, a seguito di tutti questi delitti, nessuno più si avvicinò alla Città Celeste. Nessuno più tentò di aiutare l'Imperatore e l'Imperatrice, durante tutto il periodo Satō."

La premessa non sembrava essere delle migliori, persino Yori ne era consapevole. Percorrere nuovamente la scia di morte che il suo cognome si era lasciato dietro, non era certo una bell'esperienza.

Avrebbe voluto vantarsi di possedere il nome degli Uchigawatana, ma aveva sempre provato disgusto nel rendersi conto di avere quella maledizione posata sulle spalle. Una maledizione che non si sarebbe mai scrollata di dosso, a causa delle leggi Giapponesi: se una donna aveva un cognome più importante di quello del marito, entrambi assumevano quello della sposa.

Vedendo la sorella tacere, e i ragazzi attendere il proseguimento di quella storia, Shiori decise di prendere in mano le redini del racconto.

"La situazione non migliorò negli anni a venire. I Satō vennero consumati dalla pressione psicologica e dalle minacce che gli Uchigawatana continuarono a perpetrare su di essi. Erano loro, in realtà, a governare Isao, da dietro le quinte, immersi nella loro ricchezza spropositata. In ogni caso, durante il periodo Kamakura i Sengū presero il potere e cercarono di ribellarsi alla presa che la nostra famiglia aveva stretto intorno al collo di quella Imperiale, tutto questo invano. A quel tempo, l'Imperatrice Mito e l'imperatore Umeji regnavano sulla capitale, allora immersa in uno stato di confusione. Isao era di nuovo nel caos e gli Uchigawatana minacciavano chiunque si trovasse sul trono pur di mantenere il potere. Tutto questo, finché non giunse una nuova famiglia alla Città Celeste. La prima, dopo molti delitti, a chiedere di poter aiutare i sovrani a saldare spese e debiti: I Seki." La voce di Shiori non cedeva, era perfettamente misurata e severa. Sovrastava il rumore del vento e del fuoco, che si fondevano fra di loro, creando un'atmosfera a dir poco suggestiva. "Non si lasciarono intimidire dagli Uchigawatana, ovviamente. Giocarono d'astuzia, riuscendo così a far luce sulle mille uccisioni e sugli infiniti complotti che avevano riempito di sangue le vie del Palazzo Imperiale, facendo ricadere il disonore sulla nostra famiglia. L'Imperatrice Mito fu l'unica a prendere una posizione in merito, a quei tempi incinta del suo primogenito. Da quello che ci dicono gli annali, si alzò dal suo trono e puntò il dito verso il capostipite della Famiglia Uchigawatana, nostro nonno, obbligandolo a lasciare immediatamente la Città Celeste. Come c'era da aspettarsi, gli Uchigawatana vennero relegati nel quartiere di Soju: i bassi fondi di Isao. È lì che sorge la nostra magione, unico palazzo bianco in mezzo a troppe abitazioni malconce e impoverite." Continuò, sentendo il peso dei ricordi e dell'infanzia tornare a farle compagnia. "Da allora, chiunque faccia parte della famiglia viene additato come un Menzognero o come un Assassino. Siamo diventate persone poco affidabili, annegando nel fango delle nostre stesse malefatte. Uchigawatana Aoi, il capostipite attuale, era solo un bambino in fasce a quel tempo. Crebbe seguendo le vie più sbagliate e, durante la sua adolescenza, si imbatté nel clan, a quel tempo, più pericoloso di tutta Isao: i Nakamura."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝐶𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒Where stories live. Discover now