XXXVIII

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Burbank Town Center, 03/12/2017 16:22

«Aveva giurato di aver cancellato quella foto!» esclama Nora, mentre si avvia verso il camerino con un grosso mucchio di vestiti.

«Proprio come tu avevi giurato di cancellare la sua foto con indosso i vestiti della madre in seconda media, che tieni come sfondo delle chat?» domando, con una risata.

In fondo è una cosa carina, che, per quanto non si sopportino, tengano l'uno la foto dell'altra come sfondo, e viceversa. Anche se solo per potersi sfottere e ricattare a vicenda.

«Tra l'altro, non mi hai ancora spiegato cosa ci facesse vestito in quel modo» aggiungo, uscendo dal camerino ed entrando in quello di Nora per chiederle un parere.

«L'ho scattata durante il suo tredicesimo compleanno. Stavamo giocando ad obbligo e verità, e lui continuava a scegliere obbligo nella speranza che gli chiedessimo di baciare la ragazzina più carina della festa. E invece si è ritrovato ad esaudire le nostre richieste più stravaganti e umilianti, tra cui questa» spiega, prima di voltarsi nella mia direzione. «Questi jeans ti stanno benissimo, Abby!» esclama. «Devi comprarli assolutamente»

«Dici? A me non convincono... Mi stanno un po' larghi qui in vita» le faccio notare. Detesto i jeans boyfriend, non riesco mai a trovarne un paio che mi stia bene.

«Mettici la cintura e vedrai che andranno bene» mi consiglia.

«Ci ho già provato, e sai qual è il risultato? Sembra che abbia il pacco.»

«Chi è che ha il pacco?» domanda Chris, spuntando alle mie spalle con la testa infilata fra le tende del camerino e facendomi prendere uno spavento.

«Apparentemente io, con questi pantaloni» rispondo, aprendo le tende e permettendogli di vedere.

Chris fissa i jeans che indosso e scrolla le spalle. «C'è pur sempre a chi piace la "sorpresa"» dice sghignazzando e ricevendo un'occhiataccia da me e Nora.

«Dai, che funerale! Voi due dovreste ridere un po' di più» esclama, appoggiando gli indici sugli angoli della bocca di Nora e portandoli all'insù, nell'intenzione di simulare un sorriso.

«Disse quello che ha passato una settimana a piagnucolare» gli fa notare Nora, tirando poi una sberla sul braccio all'amico per far sì che smetta di toccarla.

Chris incrocia le braccia al petto, mettendosi sulla difensiva. «Non è passata una settimana, e non ho piagnucolato.»

«Eppure c'è mancato poco, mister Virilità.»

Chris apre la bocca per ribattere, ma alla fine si limita solamente a sollevare il dito medio e a ridere. «Austin ti ha detto qualcosa?» domanda poi rivolto a me.

«Fino a venerdì sera voleva ancora spaccarti la faccia» rispondo. «Mi dispiace» aggiungo poi, rendendomi conto dell'espressione desolata del ragazzo di fronte a me.

«Se proprio è intenzionato a chiudere i rapporti con me per sempre, potrebbe almeno parlarmi prima, o come minimo ascoltarmi. Che razza di bambino evita una discussione?»

Che razza di amico bacia la ragazza del proprio migliore amico?, vorrei dire, ma è meglio se non mi immischio negli affari loro.

«Sono quasi le quattro e mezza, iniziamo ad andare?» chiede Nora per cambiare discorso.

In effetti, guardando fuori, mi accorgo che sta già facendo buio. Detesto quando si avvicina l'inverno e le giornate cominciano a farsi più corte. Uno dei pochi aspetti positivi di vivere qui a Burbank, però, è che non ci sono le temperature glaciali di New York. Fuori ci sono venti gradi, e in questi giorni posso ancora permettermi di uscire comodamente in felpa.

Not another american cliché //SOSPESA//Where stories live. Discover now