XXVII

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Burbank High School, 11/10/2017 07:55

Il giorno seguente, non appena arrivo a scuola, mi avvicino ad Austin, che sta finendo di fumarsi una sigaretta.

«Ehi» dico con un sorriso, che viene ricambiato da lui. «Devo chiederti una cosa» aggiungo.

Annuisce e aspetta pazientemente che cominci a parlare, ma quando passano numerosi secondi e io non ho ancora aperto bocca, butta la sigaretta e terra e si allontana insieme a me.

«Allora, cosa c'era da dirmi di così tanto privato e intimo da non volerlo far sapere a Nora e Chris?» domanda, avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle.

Non appena lo fa, numerose facce rivolgono la loro attenzione su di noi, mentre nascono numerosi mormorii che cerco di ignorare.

«Attento. Non vorrai alimentare le voci che girano su di noi?» chiedo ironica, mentre camminiamo lungo il perimetro esterno della scuola senza una meta precisa.

«Quali voci?» domanda sorridendo.

«Dai, non far finta di non accorgerti di nulla. Più di metà delle ragazze di questa scuola ha una cotta segreta per te e probabilmente dorme con una tua foto sotto al cuscino, figurati se non spettegolano mai su di te!» esclamo, mentre il suo sorriso si trasforma in una vera e propria risata.

«Tu fai parte di questa metà?» domanda inumidendosi le labbra.

Mi volto verso di lui e gli rivolgo uno sguardo di sfida.

«No» rispondo. «Ti ho direttamente come sfondo del cellulare» aggiungo, suscitandogli un'altra risata.

«E cosa dicono queste voci, delle quali sembra che dovrei preoccuparmi?»

«Ecco... all'inizio dell'anno dicevano che ci stavi provando con me e che sembravi determinato ad ottenere ciò che brami da tutte le ragazze» dico, ripensando ai commenti che avevo sentito il mio primo giorno di scuola.

«Ma ci stavo provando con te, infatti.»

Scuoto la testa e sorrido. «E perché hai smesso?»

«Chi ti dice che abbia mai smesso?» fa sollevando un sopracciglio. «Forse l'esserti amico fa parte di tutto un piano architettato per conquistarti.»

Mi volto nuovamente verso di lui e mi avvicino leggermente al suo viso.

«Allora, in questo caso, il piano è destinato a fallire» affermo.

«Credimi,» dice togliendo il braccio dalle mie spalle «se lo volessi davvero, a quest'ora saresti già mia».

Lo dice con una tale serietà e una convinzione così disarmante, da togliermi l'uso della parola per diversi istanti.
Mi riprendo soltanto quando è lui a parlarmi di nuovo.

«Quindi? Cosa volevi chiedermi?»

«Uhm, sì, giusto. C'è un ragazzo a scuola... non so come si chiami, so solo che ha i capelli biondi, con il ciuffo, è alto, molto alto anzi, carnagione chiara e occhi azzurri. Hai idea di chi potrebbe essere?»

«Ma te li cerchi tutti uguali? Anch'io sono alto e ho il ciuffo, le uniche cose che mi mancano sono gli occhi azzurri e i capelli biondi. A volte fa bene cambiare, sai? Magari se...»

«Austin» lo interrompo.

Sbuffa e alza gli occhi al cielo. «Sai di che anno è? Con così poche informazioni sarà difficile capire chi è, ragazzi come quello che hai descritto ce ne sono migliaia. Anche se sono sempre in quantità minori. Evidentemente se i ragazzi castani con gli occhi marroni sono in maggioranza, vuol dire che...»

Not another american cliché //SOSPESA//Where stories live. Discover now