"Non me ne vado, devo partire per due giorni."

Emette un sospiro di sollievo e si dà un colpo sulla fronte.
Dopo averla abbracciata la mando a letto.

Domani si parte!

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Dopo gli ultimi abbracci e varie lacrime da parte di Ametista, esco finalmente di casa.
La mia valigia ha solo il minimo indispensabile e delle armi.
Non sò perché, ma ho un brutto presentimento, anzi un pessimo presentimento e di solito non mi sbaglio, è questo che mi preoccupa.

Prendo un taxi e mi faccio accompagnare all'aeroporto.
Tantissime persoeo fanno avanti e indietro, correndo come pazzi.
Tra tutte le persone uguali, comandate dalla società, ci sono anche quelle uniche e particolari, che però nessuno nota.
Ad esempio: la ragazza con le cuffie, la maglietta nera strappata con un teschio sopra, i capelli arcobaleno e i Jeans militari, lei ha un suo stile, per quanto dagli altri possa essere definito 'orribile', almeno è suo, non è un clone.

Ogni persona ha una vita, ma trovo ingiusto che chi è falso e si nasconde nei soldi, sia più rispettato di una persona che vuole essere soltanto se stessa.

Continuo a camminare fino al gate e aspetto che inizino ad imbarcare.

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Per fortuna ci hanno messo poco e ora sono sull'aereo.
La lontananza dal mio compagno si sente ogni secondo di più, come se ci fosse una corda che ci unisce e fosse sempre più tesa, come se da un momento all'altro si potesse spezzare.

Appoggio la testa al sedile e osservo la mia città diventare un puntino indefinito.
Sospiro e cerco di rilassarmi, è solo una brutta sensazione, niente di più.
Tutto frutto della mia mente da paranoica cronica!

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Il viaggio è stato terribile, non ho un buon rapporto con gli aerei.
Ogni volta che salgo sopra uno di questi cosi, c'è qualcosa non và.
In questo caso è stato il bambino che, per tutta la durata del volo, ha dato calci sulla mia poltrona, mentre la madre se ne fregava altamente.

L'aria di New York, mi colpisce il viso.
È da tanto che non sento questa sensazione.
Il posto che prima definivo casa, ora non lo è più.

Sono partita con delle intenzioni ben precise e poi sono cambiate.
Io sono cambiata.

Raggiungo uno dei tanti taxi e mi ci fiondo dentro.
Dopo aver dato le varie istruzioni a questo vecchietto, parte.

Osservo la città dal finestrino, è tutto uguale: stesso traffico, stesse persone... tutto identico a come l'ho lasciato.
Ma c'è qualcosa di diverso, questa non è più casa mia.
Forse non lo è mai stata.

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Apro il cancello dell'enorme villa di Eric.
Il guardino è come sempre, curatissimo in ogni minimo dettaglio, niente è fuori posto.
Apro il portone, ma non sento il suo odore, vado a cercarlo nella sua stanza, ma al suo posto trovo un bigliettino.

Oggi non ci sono.
Nella camera degli ospiti ti aspetta l'abito per sta sera.

Non sembra la sua calligrafia, ma non mi metto molti problemi.
Cerco la stanza degli ospiti e come c'è scritto nel biglietto, trovo un bellissimo abito blu notte.

È lungo fino ai piedi, con uno strascico in tulle, il corpetto è molto semplice apparte per il fatto che lascia la mia schiena scoperta fino all'inizio del mio sedere, la scollatura è a cuore.
Lo trovo bellissimo, ma non nel mio stile, purtroppo me lo dovrò far bastare.

Trovo anche dei tacchi neri, terribilmente alti.
Sta sera cadrò almeno un migliaio di volte.

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Sono di fronte all'indirizzo prestabilito.
Mi sono messa quel vestito, che è tremendamente scomodo.
Sono sicura che a fine serata, non mi sentirò più i piedi.

Busso alla porta e dopo neanche un secondo, un cameriere mi apre.
All'interno si sente della musica classica e il suono di un pianoforte.
Sento un odore molto familiare, la mia condanna, il mio punto debole... il sangue.

Non sò come faccio, ma i miei occhi non diventano rossi e i canini non escono dalle mie gengive.
Continuo a camminare, ma nessuno si inchina, il ché é strano.
Di solito lo fanno, anche se io non glielo chiedo mai.

Non trovo neanche un volto familiare, tutti sconosciuti, per lo più persone che mi guardano con un ghigno stampato in faccia.
Sento dei brividi nella schiena, segno che sta' per accadere qualcosa di spiacevole.

Quando arrivo alla fine della sala, lo vedo.
Vedo Eric e tutti gli altri cacciatori.
Solo che sono messi in ginocchio, legati, mentre dalle loro vene esce del sangue.

Stanno morendo.
I miei occhi diventano completamente neri e ormai la bestia che sono, è libera.

Hola!
Scusate se oggi non ho aggiornato prima, solo che ho dovuto studiare.
Comunque, sta succedendo un casino!
Sono perfida lo so!
Cosa succederà?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e alla prossima!

~La Cacciatrice Mezzo Sangue~Where stories live. Discover now