COMPLETA ~ Mi piacerebbe dimenticare tutto ciò che mi hanno fatto, ma non posso.
La rabbia e il rancore mi stanno consumando, pian piano ogni mio pezzo di umanità sta andando via.
E a me va bene così, perché per diventare una cacciatrice devi essere...
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Nicolas e Ametista mi stanno accanto in forma di lupo, è la prima caccia per loro, si nota dalla postura attenta e i nervi a fior di pelle.
Camminiamo furtivamente ormai da due ore, nessuna creatura sovrannaturale si è avvicinata, incominciano ad annoiarsi ed io con loro. Cerco di smuovere le cose tagliandomi la carne, le gocce del mio sangue scorrono sulla pelle candida.
Non ci vuole molto perché veda in lontananza una sagoma, più si avvicina più il suo odore diviene persistente e forte, conosciuto.
"Ciao bella e crudele lupa, non ti fai viva da un po'."
Il vampiro dagli occhi color oceano mi osserva incuriosito, con la sua solita aria maliziosa.
"Non sapevo di doverti informazioni sulla mia posizione."
Alza le braccia in aria divertito, sempre immune alle mie aggressioni verbali, non è divertente giocare con lui, non scatena l'incendio con la mia fiamma, piuttosto è acqua, mi spegne.
"Dobbiamo andare. Ciao Edward"
Senza aspettare o dare una qualche spiegazione ai miei compagni gli volto le spalle e ritorno a casa.
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"Devo tornare in quel manicomio e vorrei iscrivere anche te, Ametista."
Annuncio contraendo il viso in una smorfia. La possibilità di rivedere Juan mi fa desistere, ma sono sempre qui per un obiettivo, e quest'ultimo ha la priorità sulle mie emozioni.
"Volentieri."
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Una volta sveglia mi dirigo in cucina, da questa provengo gemiti, respiri affannati. Mi basta affacciarsi per notare la coppia occupata ad amoreggiare sul mio tavolo. Quello dove io mangio.
"Mi dispiace interrompere il momento toccante, ma la signora ed io abbiamo altro da fare."
Ridacchiano rossi sulle guance, si danno un timido ultimo bacio, Ametista si sistema la maglietta e corre in bagno. Mangio silenziosamente la mia colazione sotto lo sguardo attento di Nicolas.
"Che c'è?"
"È che ancora non ci credo, a come sei intendo. Non credo di starti dicendo qualcosa che non sai, ma le voci girano sul tuo conto, di quanto tu sia subdola, crudele, priva di empatia. Eppure eccoci qua, a mangiare il tuo cibo, a dormire con un tetto sopra la testa grazie alla calcolatrice mezzosangue, buffo."
Un sorriso contagioso aleggia sulle sue labbra, lo ricambio con piacere. Due settimane fa non avrei mai pensato di trovare qualcuno come me, qualcuno che sappia. Ed eccomi qua, in compagnia di due persone così umane nella loro essere sovrannaturali.
