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Canzone : Most Girl - Hailee Steinfeld

Da quel giorno non sono più tornata a scuola, mi sono rinchiusa tra le mura di questa casa lussuosa, ho messo piede fuori solo quando qualche essere si avvicinava troppo al mio territorio. Non sono durati a lungo.

Sono passati ormai sette giorni, il richiamo del legame è forte e anche se non lo stesse facendo di proposito il suo inconscio mi reclama.
Non voglio essere trovata.
Nonostante questo non posso lasciare le cose come sono, è il momento di riprendere la situazione sotto il mio controllo.

Mi alzo svogliatamente dal letto e mi dirigo verso il bagno.
Mi accorgo di avere profonde occhiaie violacee, la pelle più pallida del solito e le labbra disidratate. Cosa mi sta succedendo?

Dopo essermi vestita e profumata mi dirigo verso quell'istituto falso, covo di esseri che non hanno più nulla da imparare.

...

Una volta entrata come sempre trovo gli occhi puntati su di me. La maggior parte giudicanti e astiosi.

In questo momento vorrei solo sprofondare nel terreno, continuo però per la mia strada subendo tutte le chicchere sul mio conto. Se solo avessero il coraggio di affrontarmi.

All'interno della classe di letteratura trovo la ragazza lupo e qualche altro viso conosciuto. Storm non è presente, provo un immediato sollievo.
Mi avvicino al posto accanto alla finestra principale, il sole colpisce la pelle bianca, la giovane donna che mi stava accanto si sposta rapidamente.

Poi tutto si ferma: le occhiate d'odio spariscono, la tristezza, il dolore, la rabbia e i dubbi svaniscono nel nulla.
Storm è sulla soglia della porta, il terrore nello sguardo, la sua pelle olivastra ormai pallida come quella di un vampiro, spremuta dal suo colore, prosciugata. L'aria di uno che non si riposa. E so che ne sono la responsabile.

Io penso di avere un aspetto simile, ma nessuno si è fermato a guardarmi negli occhi.
Non si è accorto della mia presenza perso completamente perso nel suo mondo, un mondo dal quale tenersi alla larga.

Si gira poi verso di me come paralizzato, non riesco bene a decifrare la sua espressione.
Sembra quasi... sollevato?

Con grandi e rapide falcate si fa sempre più vicino a me, pensando che voglia attaccarmi mi metto in posizione di sicurezza. Del tutto inaspettatamente mi ritrovo tra le sue calde braccia.

Mi sta' veramente abbracciando?
È del tutto irrazionale, d'altronde gli ho quasi distrutto l'intero branco, minando il suo orgoglio e la sua posizione. La nostra relazione, il nostro legame, è primitivo. Ma non credo sia solo questo che lo motiva, come se sapesse cosa si nasconde dietro le mie azioni, come se sapesse di cosa sono capaci i miei fratelli.

È una situazione capovolta.

In confronto a lui sono minuta, e il suo petto caldo nasconde la mia espressione sconvolta.

"Non devi scomparire così mai più."

"Non devo rendere conto a te di cosa faccio o di dove sono."

Mi separo da lui algidamente, mi pento di non averlo fatto prima. Non dovrei farmi sopraffare o guidare dagli istinti.

Mi rimetto al mio posto e provo a concentrare i miei pensieri su altro.

Devo riuscire ad eliminare ciò che rimane delle mia famiglia e scappare.
Io non posso e non voglio avere legami.

♧♧♧♧♧♧

Finite le lezioni esco dalla stanza il più velocemente possibile e mi avvicino all'uscita.

In un attimo i miei occhi diventano mutano colori, il terreno trema e la pioggia a cade come lacrime dal cielo, tutto intorno a me diviene oscuro, la vista si annebbia e i miei piedi si muovono autonomamente. Una visione che fa scattare la mia ira. L'oca è lì, accanto all'alba come io non potrò mai essere.

Mi getto su di lei.
Con un pugnale le taglio la gola prima che possa reagire in alcun modo, non c'è divertimento, solo un bisogno che mi corrode lo stomaco e non mi permette di pensare lucidamente. A lui lancio uno sguardo disgustato.

È il momento di finirla, non posso più restare qui. Deve finire ora.
Raggiungo il villaggio e dopo aver individuato le case dei miei fratelli decido di attendere sui loro letti.
Poi tutto diventa nero.

÷÷÷÷÷÷÷÷÷

Spalanco le palpebre accorgendomi dell'ambiente familiare: il letto dalle lenzuola rosse e morbide, le mura e le due compagne dei miei fratelli, il ragazzo che mi rifiutò anni fa e che ad oggi convive con una donna uguale a me e un individuo mai visto.
Avverto poi l'odore di rugiada nell'altro lato del letto, seduto in una sedia di legno Storm mi studia corrucciato. Uccidermi o andare contro i suoi principi?

Ancora nessuno si è accorto del mio risveglio, perciò richiudo gli occhi per ascoltare le loro parole.

"Come sta Hayley?"

È ancora viva?

"Sì, il taglio, per nostra fortuna non era abbastanza profondo."

La voce di Storm è così limpida da distrarmi. Mi ritorna in mente la visione dei due che si stavano baciando furiosamente.

"Cosa ne faremo di lei?"

Ora si preoccupa di me?

Jacob era il fratello perfetto, sempre pronto a proteggermi come un cavaliere dell'armatura lucente.
O almeno era così. Tutto cambiò quando scoprirono la mia natura diversa.
La magia scomparve.

James al contrario era vivace, un piccolo bulletto che si divertiva a giocare con i sentimenti delle lupe.
Jacob come primogenito doveva occuparsi della sua esteriorità, James come secondo figlio non ricopriva alcun ruolo e poteva permettersi di vivere la sua vita e la sua sessualità con chi preferiva. Io la terza, la piccola e vulnerabile Hope Black.
O almeno lo ero, quella parte di me è morta il giorno del mio tentato omicidio.

"Non la riconosco, nostra sorella era tutto tranne una sadica assassina dai poteri distruttivi e dall'ira facile."

Non potendo più sentire quello che queste bestie hanno da dire su una me che neanche loro hanno mai conosciuto mi tiro su svelta, e afferro saldamente il collo della compagna di Jacob.

"Se solo uno di voi si avvicina le rompo l'osso del collo."

Tutti indietreggiando, le lacrime della ragazza mi bagnano le dita.

"Come ci si sente a sentirsi deboli ed inermi? Sai... la ragazza della quale stavi parlando ha sempre pensato che saresti stato dalla sua parte. Che sciocca! Si sbagliava."

Abbassa lo sguardo.

"Tu..."

Indico James.

"Non ho mai avuto un'alta opinione su di te, ti sei rivelato per il verme che sei."

Stringo le mie dita intorno al collo della donna, come un serpente sulla sua vittima. Storm mi osserva cauto.

"Io so di essere la tua compagna."

Mi rivolgo a lui

"Ma devi capire che non posso stare con te, non dovresti neanche volerlo dannazione! Sto decimando il tuo branco e ancora insisti con questa tua gentilezza! Dimmi: tu non faresti lo stesso al branco che ti ha maltrattato per dodici anni per poi decidere semplicemente che era il momento di finirla con te? E tutto questo per cosa? Perché sono diversa? Un giocattolo del quale si erano stufati."

Una lacrima solca la guancia del mio fratello maggiore.
Non sento niente, le mie emozioni ormai estirpate dalle mani del rancore.


Spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima!

~La Cacciatrice Mezzo Sangue~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora