55. Bloody Night - parte 1.

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Abby. 

L'Empire Nexus Hotel è più maestoso di quanto mi ricordassi. Vederlo dal basso, schiacciati dall'imponenza di quei trentanove piani, farebbe sentire insignificante anche il più grande dei edifici.

Dopo aver parcheggiato i furgoncini in diversi punti strategici dell'hotel ci dirigiamo in blocco di fronte all'ingresso principale. Davanti alla porta è steso un lungo tappeto rosso, che sfocia direttamente sulla strada trafficata.

La zona del porto di Henver è una delle località con più vita notturna in assoluto. Ci sono una miriade di locali, ristoranti e discoteche, che illuminano con fasci di luci colorate la foce del Blue River. Le lunghe passeggiate accanto al fiume infatti sono le destinazioni più frequentate da famiglie e gruppi di amici, che siano alla ricerca di divertimento o che vogliano solo trascorrere una serata in tutta tranquillità.

La caratteristica che più contraddistingue la zona portuale di Henver però sta nel fatto di ostentare un certo fascino lussuoso, che non tutti gli abitanti o i turisti possono permettersi. Le macchine parcheggiate ai lati delle strade sono eleganti e tirate a lucido, e i clienti che escono dai vari locali sfoggiano abiti che farebbero invidia alle più ricche rock stars. Noi, in compenso, sembriamo solo dei figuranti di basso fondo anche vestiti così elegantemente.

«È tutto pronto?» domanda Jared agli altri Guerrieri, accerchiati intorno a lui. Lancia uno a uno un'occhiata sbrigativa, controllando che sia tutto in ordine impeccabile. La nostra copertura deve essere ferrea e inespugnabile.

Loro annuiscono in coro. Sembrano perfettamente a loro agio e sicuri di sé.

«D'accordo. I nostri furgoni sono parcheggiati a nord e a sud dell'hotel, accanto a due uscite d'emergenza. Se le cose si mettessero male, ricordatevi di non passare dalle porte principali. Non dobbiamo attirare l'attenzione di troppi umani stasera» gli ricorda, ripassando il piano punto per punto «Quando arriveremo sulla terrazza, mantenete un profilo basso. Guardatevi attorno, ma non interferite con nessuno.»

«Possiamo divertirci almeno un po'?» domanda Mitchell, ridacchiando. Spera che gli altri Guerrieri si uniscano alla sua battuta, ma lo guardano tutti come se fosse un idiota «Ovviamente facevo per dire.»

Jared lo fissa e scuote appena la testa, come se fosse amareggiato. «Se qualcuno vuole parlare con voi, anche con il solo scopo di conoscervi, fate attenzione a chi vi trovate davanti. Il vostro bracciale stasera sarà fondamentale per aiutarvi a riconoscere i Sottomessi.»

«Anche loro saranno in abiti da sera, giusto?» domanda una ragazza mingherlina, stretta in una gonna a palloncino color pesca.

«Sì. Ed è proprio questa la difficoltà maggiore» annuisce lui «Conosciamo tutti le abilità dei Sottomessi. Sappiamo come amino giocare con le debolezze altrui... Non mi meraviglierei, se cercassero di camuffarsi in tutto e per tutto con gli umani. Ma è compito nostro scoprirli ed evitare il peggio. Tenete a mente che l'obiettivo della missione non è compiere uno sterminio di massa, bensì evitare che venga sparso sangue umano

«La loro è solo una provocazione...» aggiunge Nolan, affiancando il suo migliore amico «Se i Demoni avessero davvero voluto uno scontro ad armi pari, non lo avrebbero fatto in un territorio così neutrale e alla mercé di tutti. Loro vogliono vederci fallire dove dovremmo essere padroni.»

«Quanto tempo abbiamo?» domanda Finnick con sufficienza.

«Un'ora. Forse due.»

«E se il piano non dovesse funzionare?» s'intromette Kara. I suoi occhi sono lucidi di tensione e non mi stupirei se scappasse a gambe levate ancor prima di mettere piede nell'Empire.

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora