37. Litigio.

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Abby.


Alle sei e trenta del pomeriggio, il signor Clint convoca me e altri cinque Guerrieri nell'Aula Magna, senza darci apparenti spiegazioni. La Caserma è movimentata come ogni altro giorno e non c'è nulla che mi faccia pensare che sia successo qualcosa di grave.

Non ho idea del motivo per cui David voglia parlare con me e altre poche persone, delle quali non so praticamente nulla. La curiosità mi dilania in due ma, quando varco la soglia della grande stanza, sento che c'è dell'altro: forse un vago sentore di allerta, che mi fa stare sulla difensiva.

Faccio capolino con la testa oltre la porta, per scorgere le persone che parlano tranquillamente all'interno, poi alzo la mano per accennare un saluto.

«Ehilà» mormoro, schiarendomi appena la voce. Scruto uno a uno i ragazzi racchiusi in un piccolo cerchio al centro della stanza e subito sento il cuore saltarmi un battito: la figura asciutta e slanciata di Jared mi salta all'occhio prima ancora che possa dare un nome alle altre che gli stanno attorno. Anche lui alza subito lo sguardo su di me, quasi contemporaneamente al mio, e solleva forzatamente le labbra all'insù, come se fosse teso o se il gesto gli costasse fatica. Perché fa così?

«Ciao, Abby. Anche tu qui, eh?» Nolan agita la mano per aria, invitandomi ad avvicinarmi a loro con un sorriso che gli copre metà volto.

Ricambio il gesto e raggiungo il gruppetto, composto da altri tre Guerrieri, due ragazzi e una ragazza, di cui ho un vago ricordo durante qualche lezione di Difesa Alchemica o Storia dei Celesti. Loro mi scrutano con diffidenza e alzano appena il mento per accennarmi un saluto forzato.

Evito di fissarmi sui loro volti poco amichevoli e mi concentro su Nolan che, come al solito, è sempre su di giri. «Me la cavo... Sai per caso per quale motivo siamo qui?» gli chiedo poi a bassa voce. Con Jared le cose sono ancora strane e non abbiamo trovato il tempo per parlare di quello che sta succedendo tra noi e, soprattutto, delle ultime novità riguardo la Lacrima trovata dal dottore.

Lui scrolla le spalle e infila gli indici nei passanti dei pantaloni. «Ci ha convocati David. Immagino debba spiegarci qualcosa riguardo la prossima missione.»

«Quale missione? Non era in programma nessuna missione, se non sbaglio» ribatto, confusa. Il mio sguardo si sposta meccanicamente su Jared, come a cercare delle conferme ai miei dubbi, ma lui sospira e si volta a parlare con gli altri due ragazzi. Corrugo le sopracciglia. Mi sta evitando di nuovo?

«Non lo so, Abby. Potrebbe trattarsi di una missione come di un'altra faccenda. Dovremo aspettare David, per dirlo. In qualsiasi caso, non sto nella pelle!» Nolan si sfrega le mani entusiasta e ridacchia.

Nello stesso momento, la porta dell'Aula Magna si apre e si chiude, annunciando l'arrivo del tanto atteso signor Clint. Gli altri Guerrieri si zittiscono all'istante e rompono il cerchio di chiacchiere, voltandosi verso l'ombra scura che si fa spazio tra le sedie.

«Siete tutti presenti, a quanto vedo» esordisce, senza inutili convenevoli. Fa scorrere poi lo sguardo su ognuno di noi, soffermandosi qualche istante di più su di me. Stranamente.

«Salve, signor Clint. Ha passato una buona giornata?» Nolan gli sorride allegro, mentre scherza con lui come se di fronte avesse un amico di giochi.

«Reed, ti prego, ho mal di testa. Cerca di stare un po' zitto» lo blocca subito David, con una mano sospesa in aria e gli occhi chiusi. Quando li riapre, sospira e ci fissa. Il suo sguardo sembra stanco e appesantito, e gli abiti scuri che indossa non lo fanno sembrare meno tetro «Mi scuso per la tempestività con cui vi ho chiamati, ma ultimamente ho davvero troppi impegni da portare a termine.»

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora