15. Cambio di Programma.

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Abby. 


    Scelgo intenzionalmente di non prendere l'ascensore. Nelle condizioni in cui mi trovo, mi prenderà di sicuro un attacco di panico all'interno. Opto quindi per le scale, scendendo di corsa due gradini alla volta. Arrivata al piano terra, ho il fiatone e il singhiozzo a mozzarmi il respiro.

Jared mi ha detto di aspettarlo, prima di uscire, ma ho bisogno di prendere una boccata d'aria e ritrovare il controllo di me stessa.

Spalanco il portone d'ingresso ed esco all'aria aperta. Ho gli occhi puntati a terra, quando vedo proiettata di fronte a me un'ombra mingherlina, troppo piccola per essere quella di Jared.

«Abby

Sussulto e alzo lo sguardo dritto di fronte a me. Paige mi sta fissando come se abbia appena avuto un miraggio.

«Mio Dio... Abby, sei proprio tu?» ripete incredula, gettando la borsa a terra.

Io rimango senza fiato, incapace persino di aprire la bocca. Tutto mi sarei aspettata, meno che incontrare la mia migliore amica davanti casa, quando ho appena troncato il legame con l'unica parente rimasta. «Che ci fai qui, Paige?» dico, con un tono più duro di quanto vorrei. Con quale coraggio persuaderò anche lei?

«Come sarebbe a dire cosa ci faccio qui? Non ti vedo da giorni! Sei scomparsa da un momento all'altro dalla discoteca e non ti sei fatta più sentire! Pensavo ti avessero rapita, o uccisa!» sbotta Paige «Ero venuta a chiedere a tua zia se avesse qualche novità, ma a quanto pare non ce n'è bisogno. Dove sei stata per tutto questo tempo? E perché hai questa espressione addolorata?»

Paige mi sta tempestando di domande, come al solito. Guardo il suo volto preoccupato e stanco, tale e quale a quello della zia, e subito mi sento in colpa per esserne la causa.

Incapace di fare altro, le do un abbraccio caloroso. «Perdonami, Paige. Ti ho lasciata da sola in quel posto e sono sparita nel nulla. Non volevo, sul serio... Mi sei mancata moltissimo» singhiozzo sulla sua spalla. Il profumo di vaniglia dei suoi capelli scuri mi inebria il naso e mi tranquillizza.

Paige mi accarezza la schiena, stupita dalla mia reazione. «Ehi, non fare così. Cosa ti prende?»

«Sto crollando, Paige... Non ho più alcun punto di riferimento e nessuno può aiutarmi.»

«Di cosa parli? Non sei mai stata sola, tesoro. Ci sono io con te. C'è tua zia. Perché improvvisamente pensi a queste stupidaggini?» Paige mi scansa una ciocca di capelli che mi si è appiccicata sulla guancia bagnata «Esigo sapere perché stai piangendo e cosa è successo in questi giorni. E non accetto un no come risposta, intesi?»

«Non posso farlo. Non mi capiresti, per quanto è assurdo.»

«Allora, iniziamo dalle cose che posso capire. Non ti giudicherò, Abby, ma tu non chiuderti in te stessa» mi rassicura «È qualcosa che riguarda il ragazzo che hai conosciuto il giorno del tuo compleanno?»

Annuisco e tiro su con il naso. «Sono venuta con lui, oggi. Mi ha accompagnata a salutare zia Kathleen e ora sta portando la mia valigia in macchina.»

Paige mi scansa di getto e mi lancia un'occhiata sbalordita. «Salutare? Valigia? Di cosa diamine stai parlando?»

Dal marciapiede proviene un suono di passi rapidi, e Jared compare di fronte a noi con le mani in tasca. «Splendido, ne lascio una e ne ritrovo due. Lei chi è, adesso?»

Hybrid - L'EsperimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora