52. Severamente

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  Troviamoci questa sera alle 11:15 p.m. davanti alla giolleria che sta all'angolo tra le due grandi strade principali. Vestiti di nero, non vorrei che qualcuno ci vedesse. Sopratutto sii puntuale.

Lui ingnaro di tutto lo prese per un'appuntamento.
Povero il piccolo Cameron. Mi faceva pena.

Si lo so, era sbagliato.
Tutto ciò che pensavo in quei giorni di rabbia era sbagliato.
E ne ero completamente consapevole, ma finché Cameron non mi mostrava di sentirsi in colpa per aver fatto del male a Sammy, io facevo male a lui... giusto no?

Tutto ma non Sammy.
Sammy non si doveva toccare.
Nemmeno quella troietta in calore che mi aveva fermata alla festa.
Nessuno si doveva permettere.

Passai tutta la mattinata in silenzio a ripassare il piano, doveva filare tutto liscio o ne avrei subito le conseguenze.

Non vi nascondo che ero tesa... ma vi assicuro che l'idea che avevo in mente era la più "gentile" rispetto alle altre.

-Una volta messa in atto mi sentirò bene con me stessa- continuai a pensare.
Forse per autoconvincermi di non abbandonare il piano all'ultimo momento.

[...]

Passo' il pomeriggio e calò la sera...
Ero in camera mia con le luci spente a fissare Cameron dalla finestra, improvvisamente mi spunto' un sorrisetto in faccia...
Ero veramente così malvagia?
Lui era molto ansioso, continuava a camminare avanti e indietro per la sua camera.
E io boh... ero in ansia, ero felice, ero fottutamente strana.

Lo guardai uscire di casa di soppiatto e aspettai una decina di minuti così da essere sicura di non incrociarlo nel tragitto.

-Niente rimpianti- mi dissi ad alta voce. 
Era lui che aveva fatto del male a Sammy.
Era lui che non me lo aveva detto nonostante sapesse il mio legame con Sammy.
Ero troppo ossessionata?

Uscii di casa calandomi nell'albero sotto la mia finestra.  
Dovevo sbrigarmi o mi sarei persa la scena.

La bellissima scena di Cameron incastrato in un reato! GRANDIOSO!

Respiravo affannosamente, per la camminata veloce che stavo facendo; avevo le mani gelate nonostante non ci fosse freddo.
Il telefono mi vibro' ripetutamente.
Chi mi chiamava alle 11:05?

Sbloccai lo schermo e vidi una chiamata persa da Cameron.

Mi fermai improvvisamente e deglutii.
Era forse dietro di me? Mi aveva visto?

Lo richiamai con la voce tremolante. 
-Mi aveva sgamata, senza dubbi- pensai.

"Pronto..."  dissi

"Emily... lo so" mi disse convinto

Mi si bloccò la voce. 

"Cosa" dissi sforzandomi 

"Lo so dovevo dirtelo io e ho sbagliato." 

Forse stava parlando di qualcos'altro... tirai un sospiro di sollievo.

"Spiegati" dissi ricominciando a camminare 

"Sono stato un coglione a ridurre Sammy così... avevo bevuto e dopo  che te mi avevi girato le spalle quella sera mi sentivo in dovere di proteggerti, quando ho visto Sammy che ti aveva spinta a terra mi è scattato qualcosa dentro e non sono riuscito trattenermi.
Avrei dovuto dirtelo il giorno dopo lo so...
Mi dispiace che te lo abbia saputo da altri e apprezzo il fatto che tu non sia venuta ad insultarmi sapendo quando sono distrutto per Becca. Quindi grazie. " mi disse

Chiusi gli occhi e restai zitta.
I sensi di colpa mi assalirono, completamente. 
Il mio cuore a pezzi, sbranato dalla sensazione in cui mi sentivo in quel momento. 
Aveva rovinato tutto con quelle scuse talmente sincere da non essere ignorate.
Pensai velocemente a qualcosa.

"Dove sei" dissi fredda

"Non sono a casa" mi disse lui

"Ma rispondi almeno a quello che ti ho detto prima perfavore, sai ci ho messo un po a scegliere come scusarmi, mi dispiace." mi disse sincero.

"Dove sei" ripetetti ancora più fredda.

"Nella via di Starbucks... perché?"

"Fermati li. Aspettami davanti a Starbucks."

"No non posso non venire, devo incontrarmi.... con.. un.. mio amico, sì con un mio amico" disse mentendomi.

"Non me ne frega un cazzo. Fermati lì, aspettami lì è un emergenza."

Poi misi giù la chiamata.  
Ero sicura che lui non mi avrebbe ascoltata e sarebbe andato all'incontro misterioso messo in atto da me.

Guardai l'ora erano le 11:18
Corsi più veloce che mai verso la gioielleria sperando di precederlo e bloccarlo.

Girai l'angolo e la gioelleria era di fronte a me, mi bastava soltanto attraversare la strada.
Ma di Cameron nemmeno la traccia.

Sentii il rumore delle sirene della polizia in lontananza, un lieve rumore, era ancora lontana.
Avevo ancora un po di tempo.
Vedevo dei movimenti strani dentro il negozio, stavano rubando tutto.
Io ero nel panico, a guardare la scena senza poter reagire.

Tutto d'un tratto vidi un ragazzo vestito di nero, un piccola sagoma in lontananza a una decina di minuti da me, o almeno con quella sua andatura.
Era Cameron che con passo lento avanzava per l'appuntemento.

Il rumore si faceva sempre più forte, erano sempre più vicini.
E io sempre più spaventata.

Vidi la macchina dei poliziotti correre verso il negozio, sulla strada in cui stava camminando Cameron.
Lui vedendole cominciò a correre, ignaro che ci sarebbe salito sopra se fosse arrivato alla gioielleria.
Correva solo per curiosità, per vedere magari una donna che era stata investita, o cose simili.
Non aveva assolutamente idea del motivo per cui la polizia stava correndo così velocemente.

Dovevo precederlo o lo avrebbero arrestato se si fosse trovato lì davanti al negozio.
Corsi velocemente, attraversai la strada, e mi intrufolai nel negozio.
Pochi istanti più tardi sentii uno sparo.

"Tutti a terra" urlò l'agente della polizia
Ero nel bel mezzo di questo crimine, solo per lui.

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⏰ Last updated: Sep 20, 2017 ⏰

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Secret Love ||MAGCON||Where stories live. Discover now