24 . Consigliando

958 47 1
                                    

E come se niente fosse se ne tornò dai suoi amici.
Non sapevo precisamente come sentirmi, se prenderla come una cosa positiva o negativa...
In ogni caso in quel momento non avevo nessuna voglia di star lì a fare i miei discorsi contorti, quindi me ne tornai in classe senza problemi per la testa.
Quando passeggiavo per i corridoi dentro di me avevo una lieve paura, forse quella di incontrare Hayes...

Il primo giorno di scuola il preside mi aveva fatto l'elenco di tutte le regole e della "routine" di quella scuola.
Quindi mi aveva spiegato che i giorni che si restava in mensa bisognava obbligatoriamente mangiare qualcosa e poi ritrovarsi tutti alle 2:00 nelle proprie classi; per poi recarsi al campo sportivo della scuola.
Se non avevo capito male i maschi si allenavano a football, baseball e rugby mentre le femmine si dilettavano a fare delle stupide cheerlaeder.

Dopo essermi seduta nel mio banco entrò il prof di educazione motoria, dall'aspetto strano ma molto gentile.
Ogni volta era la stessa storia... con ogni professore dovevo dire chi ero e come mi chiamavo, perché ovviamente ero quella "nuova".

Quindi tutte le sezioni del mio anno uscirono dalle classi e si recarono negli spogliatoi.
Appoggiai la mio borsa di ginnastica sulla panchina dello spogliatoio e mi cambiai.

Dentro quello spogliatoio eravamo almeno una quarantina di ragazze, comprese Allison, le stronzette e altre che dovevo ancora conoscere... in poche parole tutte le femmine di tutte le sezioni del mio anno.
Tutte ci misero secoli a mettersi una semplice tuta così uscii e mi recai al campo.
Appena chiusi la porta dello spogliatoio una serie di domande uscirono dalle loro bocche; del tipo "ma chi è quella?? Come si chiama?? Ecc."
Per uscire dall'edificio costruito appostamente per gli spogliatoi dovetti passare davanti allo spogliatoio dei maschi... la strada era solo una, ossia un lungo cortidoio dove ai lati aveva le porta che portavano ai vari spogliatoi.
Ovviamente loro, senza problemi, stavano urlando, facendo le loro cavolate e cambiandosi con la porta spalancata.

Non riuscii a non girarmi, erano praticamente tutti in mutande e petto nudo... mi guardarono compiaciuti e io per non far vedere che stavo arrossendo abbassai la testa e uscii.
Una risata comune, un sacco di complimenti, commenti, domande e pensieri carini mi fecero "uscire" divertita dall'edificio.

Passati 5 minuti ci trovammo tutti in piedi ad ascoltare la spiegazione del prof.
I maschi se ne andarono ad allenarsi mentre noi femmine ci allenavamo a fare le ruote e tutte le cose contorte, che poi ci sarebbero sertivite per fare la coreografia delle cheerlaeder.

Dopo una quindicina di minuti sentii un colpo forte sulla testa, mi guardai attorno spaesata e capii che un maschio, forse per sbaglio, mi aveva colpito con la palla da football, mi accucciai e la presi.
Vidi un ragazzo dall'altra parte del campo enorme,
pensando che quello che la aveva tirata verso di me fosse lui tirai la palla con una potenza e un velocità che arrivò fino all'altra parte del campo.

Le femmine non mi videro ma i maschi e il prof restarono impressionati.
Non pensavo che fosse una cosa così straordinaria... fino a quando il prof non si avvicinò e mi chiese come cavolo avevo fatto.
In realtà per me era una cosa praticamente normale.
"Emily... come hai fatto?" Chiese stupito
"Nulla ho tirato" dissi retoricamente.
Ci pensò su per qualche istante e poi disse "fai parte della squadra".

[...]

Ero seduta come sempre nel mio posto nel bus, e ovviamente Cameron mi si era seduto vicino.
Stranamente quando ci fu la fermata di Allison lei non scese ma restò seduta nel suo posto in terzultima fila.
Quando poi toccò alla mia fermata scesi e mi incamminai verso casa non facendo caso a chi mi stava seguendo.
Stavo aprendo la porta di casa quando Allison mi si presentò davanti dicendomi
"Emily dobbiamo parlare... anzi ti devo spiegare"
Io subito risposi:
"Dai Allison oggi no, non so.... forse non è giornata"
"Lo so ho visto... ma è importante"

Quindi ci accomodammo nel divano, in casa eravano sole perché mio fratello tornava sul tardo pomeriggio.

"Non credevo di dirtelo a questo punto della nostra "amicizia".... "disse evidenziando amicizia, facendo con le mani una specie di virgolette.
"Le ragazze che oggi sono venute a presentarsi... come dire.... non devi diventare loro amica!" io pensando che mi avesse detto così, solo perché oggi vedendo che si erano venute a presentare, era diventata gelosa risposi
"Perché dovrei darti ascolto? Magari mi stanno simpatiche"
Dissi mentendo.
In realtà non riuscivo nemmeno a sopportarle! Quelle vocine, tutto quel trucco, quei tacchi, quei vestiti, i loro nomi... tutto insomma mi dava fastidio di loro!
"Anche se ti stanno simpatiche ti consiglio di starci alla larga, sono cattive..."
"Bah, secondo me sono solo stronzette che si credono 'fighe solo loro' non farebbero nulla di così sconcertante... " dissi facendo una smorfia.
"No, ti sbagli, io ero sua amica. Sin da piccole eravamo il gruppetto delle 6 ragazze popolari, devo dire che non avevamo problemi perché tutte le femmine ci stavano alla larga e i maschi erano sempre li tra noi.
Evelyn era quella che ci diceva che fare mentre io, Abigail, Lydia, Mary e..." fece un sospiro e continuò la frase
"E Becca... le davamo ascolto e la seguivamo come stupide.
Io e Becca ci eravamo stufate di stare con loro, volevamo una nostra vita e non dipendere dalla vita degli altri così decidemmo di abbandonare il gruppo ma una volta entrati non ci si poteva più uscire. Perché noi 6 sapevamo ogni singolo segreto l'una dell'altra e Evelyn pensava che andandocene avremo detto tutto a tutti. Non erano semplici segreti, ma cose malvagie che Evelyn faceva a tantissime ragazze che si sentivano deboli...." improvvisamente la interruppi:
"E Becca dov'è?" Chiesi incuriosita
Lei alzò lo sguardo e si mise a piangere.

Secret Love ||MAGCON||Where stories live. Discover now