11. Familiare

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Il preside bussò lentamente alla porta dell'aula, ma allo stesso tempo con decisione; poi mise la mano sulla maniglia e pian piano con forza la spinse verso il basso.
La porta era ancora socchiusa e nel frattempo io ero nascosta dietro di lui; inconsapevole di chi mi sarei trovata in classe...

Lui dopodiché la spalancò ed entrò, essendo nascosta dietro di lui intravidi solo la professoressa, dall'aspetto genitile.
Sentii gli alunni dire in coro un forzato:
"Buon giorno preside Williams" lui entrato in classe socchiuse la porta lasciandomi fuori; come d'accordo io dovevo entrare solo quando pronunciava la frase- ora ragazzi vi presento vostra nuova compagna di classe-
Poco prima quando giravamo tra i corridoi mi aveva spiegato che prima di presentarmi alla nuova classe doveva spiegare ai suoi alunni alcune cose importanti...
Non so se questo cose riguardino me... però non mi interessava.

Quindi ero lì in piedi come un imbecille che cercavo di origliare ma sfortunatamente non sentivo nulla.
Non ero agitata, anzi a dire la verità non me ne fregava nulla, sia di quello che stava dicendo agli alunni sia della nuova scuola.
Mi importava solo di non essere in classe con Hayes.

[....]

Passarono un decina di minuti e finalmente sentii la fatidica frase che tanto aspettavo
"ora ragazzi vi presento vostra nuova compagna di classe" disse il preside.
Quindi a sguardo basso aprii la porta, non lentamente e con dolcezza ma bruscamente.
Entrai con passo deciso e mi misi vicino al preside, eravamo al centro della classe e anche se avevo lo sguardo basso sentivo mille sguardi puntati su di me.

"Bene ragazzi lei è la ragazza di cui vi ho parlato, adesso si presenterà e voi potrete fargli le domande che volete.
Io ora vado arrivederci"
Si girò e uscì dalla classe.

Solo a quel punto decisi di alzare lo sguardo.
Tutti mi stavano fissando, alcuni stavano facendo piccoli sorrisini e altri invece si bisbigliavano cose all'orecchio. Devo dire che i ragazzi non erano male, pensavo che gli americani fossero peggio.
Prima mi presentavo e prima potevo sedermi al mio posto ed evitare tutte queste attenzioni.
Quindi senza esitare mi sedetti sopra la cattedra, la professoressa mi guardò male, però volevo far vedere alla classe che non ero una persona da sottovalutare.

E poi sinceramente non mi fregava se portavo a casa note il primo giorno, questa non è la mia vera scuola.
"Non ho molto da dire... Mi chiamo Emily. Beh e poi basta" la classe si mise a ridere mentre la professoressa alquanto imbarazzata per il mio comportamento cercò di coinvolgere la classe.
"Ragazzi... avete qualcosa da chiedere?" Disse sistemandosi gli occhiali.

Una voce familiare spuntò fuori:
"Da dove vieni?" Disse.
Cercai con lo sguardo la persona che mi aveva fatto questa domanda e notai subito la ragazza dell'autobus, quella che mi aveva avvertito del posto 'occupato'.
"Italia" dissi quasi indifferente.
Improvvisamente tutti cambiarono espressione e restarono impressionati; come se avessi detto la cosa più interessante di questa terra.

Tutti alzarono la mano e improvvisamente avevano qualcosa da chiedere.
Quindi la professoressa cominciò a chiamare gli alunni per nome uno alla volta.
Le prime domande furono veramente noiose e scontate mentre una domanda mi fece ridere.
Purtroppo non potendo ridere esternamente, risi dentro di me.
"Beh me lo aspettavo che le italiane fossero così belle, ma te sei proprio una gran f..." la professoressa lo interruppe e anche se qualche persona potrebbe prenderla come un'offesa io scoppiai dentro di me dalle risate.

In quella classe non c'era traccia ne' di Hayes, né di Sammy e nemmeno di Cameron.
Solo di quella ragazza dall'aspetto strano.

Dopo le ultime domande finalmente non ci furono più mani alzate.
Quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta...
Ero seduta con le gambe incrociate sopra la cattedra (stranamente la professoressa non mi diceva nulla) speravo solo che da quella porta nom entrasse Hayes.
La maniglia si abbassò ed entrò qualcuno lentamente, ma io di scatto girai la testa e puntai lo sguardo nell'ultima fila di banchi.
Nell'angolo più buio c'era un banco vuoto, mancava qualcuno e non me ne ero accorta.
Quindi restai a fissare quel banco, come incantata.
Nel frattempo la professoressa lo salutò:
"Ah signorino, ormai hai preso la brutta abitudine di perdere il bus ogni lunedì eh, dai veloce siediti e saluta la tua nuova compagna."

Secret Love ||MAGCON||Where stories live. Discover now