3. Costringendo

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Emily's POV

Mio papà mi aveva costretta ad andarmi a scusare con Cameron perché nel bel mezzo della conversazione a casa sua ero scappata e gli avevo risposto male, anche se all'inizio non volevo andarci capii che forse era la cosa giusta da fare.

Inoltre volevo chiedergli perché mi spiava in continuazione dalla sua finestra.

Forse ero stata troppo severa con Cameron, non mi aveva fatto niente.
In ogni caso tutte le persone come lui sono uguali, siccome si sentono belli si permettono di fare quello che vogliono... rispondono male, guardano solo le belle ragazze perché si sentono superiori, e se sbagliano loro non succede nulla, mentre se sbaglia qualcuno che non è popolare viene preso in giro a vita.
Inoltre avevo sentito che la sua reputazione è di quello "figo solo lui" quindi un po' maleducazione e indeffrenza da parte mia non gli faceva mica male.

Di sicuro aveva capito che non ero come le altre, e questo mi bastava.

Prima di andare da lui però volevo stendermi sul letto e pensare a quella che ero esattamente 3 anni fa...

Lo so, 3 anni fa non ero così, io in realtà sarei più gentile, divertente e timida.
Credevo di essere cambiata anche per colpa dei miei genitori sotto sotto..
I miei genitori non si erano nemmeno azzardati a dire a me e a Lorenzo del trasferimento, quindi voleva dire che di noi non gliene fregava proprio nulla.
E questo non lo pensavo solo perché ero arrabbiata ma anche perché sono sempre stati così.
Dopo che sbagliavano non chiedevano mai scusa e cercavano di farsi perdonare comprandoci le cose che ci piacevano. Io all' inizio non avevo capito questo loro comportamento del " farsi perdonare con i regali" e pensavo fosse una cosa normale, ma quando diventai più grande cominciai a capire di questo loro giochetto... tutto cambiò.

Tutto era cambiato negli ultimi 3 anni, tutta la mia vita era cambiata in 3 anni, compresa me.

Da piccola ragazzina insicura di sé, in sovrappeso, che non teneva a se stessa e che vestiva male ero diventata l'opposto.
Credo per protesta, per far vedere ai miei genitori che ero capace di crescere da sola visto che loro non badavano a me.

Era stato difficilissimo cambiarmi reputazione, dalla grassa-sfigata alla magra-figa, si, era stato difficile ma ce l'avevo fatta.
Il trampolino di lancio verso la mia popolarità era iniziato precisamente dopo la fine delle vacanze estite, cioè all'inizio della scuola.
Durante tutta l'estate mi ero impegnata a dimagrire e a tenere più a me stessa, inoltre avevo cambiato modo di vestire e avevo cominciato a truccarmi.
Quando dopo tutte le vacanze estive misi piede dentro la classe, il primo giorno di scuola, tutti mi davano mille attenzioni e mi consideravano finalmente come una "normale".
Ero magra, di media statura con capelli e occhi marroni... a dirsi una ragazza come le altre.
Mi distinguevo con il mio " caratteraccio" che faceva morire di pazzia i ragazzi.

Dopo che avevo stupito tutti il primo giorno di scuola, il ragazzo più figo ,nonché il mio attuale ragazzo, aveva cominciato a rivolgermi parola e dopo molti mesi mi chiese di stare con lui.
Si chiamava Hardin e aveva un piercing al labbro, cosa che mi faceva impazzire. Lui fu l'unica persona che sapeva tenermi testa.
Lui stesso mi aveva voltato le spalle quando ero grassa, e magicamente dopo quel drastico cambiamento mi voleva tutta per lui.

Quanto erano falsi. Come potevano cambiare così facilmente idea su una persona.
Ma dopotutto era quello che volevo.

Mi ero messa con Hardin non sapendo come poteva influenzare sulla mia vita.
Lui mi amava e io amavo lui però stavamo insieme più che altro per reputazione. C'era sicuramente un'attrazione fisica, ma tutto qua.

Inoltre diventai menefreghista; fú facile, mi bastò fregarmene della gente.
E anche per questo piacevo a tutti i maschi della mia ex scuola in Italia.

Va be che ero cambiata, ma sotto sotto ero sempre me stessa.

Dopo il cambiamento non avevo molti amici perché odiavo tutti, brutto da dire ma sapevo che loro mi volevano bene solo perché avevo perso peso e mi vestivo bene. Quelli non erano veri amici.

Apparte Sofia, lei era sempre stata mia amica e anche se Hardin non la guardava nemmeno perché non aveva una reputazione come la nostra... io la accettavo, eccome se la accettavo.

Lui non era una bella persona ma con me era gentile.
Anche se so che non era sempre sincero con me.... più volte si divertiva con altre ragazze... ma io facevo finta di nulla.

La nostra sembrava davvero una relazione seria...

Dopo una breve riflessione decisi di andare da Cameron.

Bussai alla porta di casa sua e dopo una piccola conversazione, che diventò un litigio, una voce a me familiare si aggiunse alla conversazione:
"Chi c'è alla porta Cam?"chiese.

Subito non capii, ma poi quando si affacciò alla porta tutti i miei ricordi più brutti vennero a galla.

Appena mi vide fece un sorrisetto e si limitò a dire:
"Ehi" poi si guardò con Cameron e come per magia si inetesero a vicenda.
Lui non mi aveva riconosciuta, ma io sì, eccome se l'avevo riconosciuto.
Tutti ma non lui... ti prego... pensai.

Hayes era stata una delle persone che più mi avevano fatto soffrire in tutta la mia vita.
Una sorta di mix tra tristezza, paura e insicurezza mi affanno' la vista.

Presa alla sprovvista decisi di cominciare io a farlo soffrire come lui aveva fatto con me, ma adesso era solo l'inzio, una sorta di assaggio di quello che sarei stata in gardo di fargli.

Quindi proprio come avevo fatto con Cameron in quel pomeriggio decisi di non rispondergli e non lo guardai nemmeno, ma con la coda dell'occhio vidi che stava cercando di attirare la mia attenzione con sguardi maliziosi.

Ancora scossa per la cattiva persona che mi si trovava davanti la "vecchia me" prese il sopravvento, mi stavano vendendo le lacrime agli occhi quindi il mio intento di farlo soffrire stava andando all'aria.... per colpa di quelle stupide lacrime che avrebbero rovinato tutto.

L'unica soluzione era quella di abbracciare Cameron, nascondendo così le lacrime e poi scappare a casa.

Così feci.

Sprofondai nei sue spalle immense e poi scappai a casa.
Con la coda dell'occhio vidi che Hayes ci restò male, quindi diciamo che in un certo senso ero riuscita comunque a farlo soffrire.

Non potevo fare finta di nulla e dovevo affrontare quel grande problema che ora si era aggiunto alla mia lista infinita. Dovevo parlare a qualcuno di Hayes, e di quello che mi aveva fatto, ma non ad un adulto, semplicemente a qualcuno che aveva voglia di ascoltarmi tutto qua, non chiedevo troppo.

Era sabato e lunedì dovevo iniziare la nuova scuola... la vedevo dura.
Prima di ri-iniziare la scuola devo assolutamente liberarmi di questo peso però...

Quindi dopo essermi messa il pigiama mi infilai sotto le coperte e cominciai a dormire...

Secret Love ||MAGCON||Where stories live. Discover now