Conflitto.

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Le dita sottili e pallide di Stiles si muovevano come i tentacoli di una tarantola sul lettino metallico, provocando un ticchettio veloce e fastidioso, che solo in quel momento era capace di rendere macabro.
"Non farai del male a nessuno, Stiles."
Mormorò con tono duro Deaton, marcando però l'ultima parola con tono impenetrabile, ma ciò che voleva intendere il dottore venne frainteso da Stiles, che prese quelle parole come una sfida.
Lo sguardo di Stiles si alzò verso gli occhi del dottore, e in quel momento Lydia sorrise, attirando l'attenzione di Scott.
Scott cercò di intuire il motivo di quel sorriso, e alcune ipotesi gli fiorirono in mente.
I pensieri di Stiles e la ragazza potevano essere gli stessi, oppure erano capaci di leggersi nella mente.
Ci pensò di più, e riflettendoci, l'ipotesi più adatta era la prima.
"Io non voglio fare del male, dottore."
Mormorò Stiles, mentre sorrideva, i canini gli cominciarono a crescere.
"Il mio scopo non è quello."
Gli occhi di Stiles cominciarono a brillare di un rosso splendente, e i canini una volta cresciuti, gli artigli fecero il loro lavoro, aumentando di misura dall'estremità delle sue dita.
Scott si mise davanti a Deaton, facendolo indietreggiare con una mano sul petto.
La trasformazione di Scott avvenne, e i suoi occhi da Beta brillarono raggianti.
"Qualunque sia il tuo scopo, non te lo lascerò fare."
Le parole decise e gelide di Scott, fecero ringhiare Stiles, e come per risposta, il ragazzo dai capelli ricci gli ruggì contro.
Nonostante la poca forza che il Beta potesse scatenare, il suo ruggito fece tremare appena le mura di quel locale.
Gli artigli e le mani di Stiles presero il collo di Scott, e con uno scatto repertineo lo schiantò contro il lettino metallico.
Lauren si affiancò ad Isaac, Allison, Kira e Jackson, che assistevano alla scena pietrificati.
"Non posso permettere tutto questo."
Mormorò Isaac abbattuto ma pieno di rancore nei confronti di Stiles, e con uno scatto affiancò Scott.
Gli occhi rossi come il sangue di Stiles ghiacciarono quelli densi e gialli di Isaac, che per un istante ebbe paura.
Non ci pensò due volte, e un calcio a piena potenza colpì il ventre di Stiles, che inaspettatamente, ricevette a pieno.
L'adolescente cadde in ginocchio, tossendo ripetutamente.
Ma quella tosse lentamente si trasformava in una risata macabra e sadica.
Isaac, che finalmente pensò di aver aiutato il suo capobranco, si smentì poco dopo, sentendo quel ghigno buio.
Il volto vitreo e vuoto di Stiles guardò quello di Scott, ghiacciandolo.
I suoi occhi.
Quei maledetti occhi vuoti.
Pieni di nulla.
Pieni del vuoto più assoluto.
Quel vuoto che fecero prendere una decisione drastica al resto dei ragazzi in quella stanza.
Lasciare il suo capobranco e un loro membro per..fuggire.
Deaton si girò di scatto verso il resto dei ragazzi, e fiondandosi verso di loro li portò il più velocemente fuori da quell'ambiente che lentamente si stava trasformando in un inferno.
Sibilando, Stiles si fiondò contro Scott, e ficcando gli artigli della sua mano sinistra nel suo ventre, lo scaraventò contro il muro, mentre poi con una gomitata lo mise K.O sul pavimento freddo di quella clinica.
Lo sguardo poi saettò gli occhi deboli di Isaac, e quest'ultimo, assistendo senza aver avuto la possibilità di aiutare il suo capobranco, prese l'unica delle due decisioni che aveva.
La più drastica.
Doveva fermare l'ira di Stiles, oppure scappare con il resto dei ragazzi.
Le spalle gli si alzarono, e prendendo dei lunghi fiati, guardò gli occhi neri come la pece di Stiles.
Un ruggito pieno di rabbia, paura e violenza si scaraventò contro Stiles, che sorrise.
Il corpo agile e alto di Isaac si fiondò contro Stiles, sferrandogli un graffio verso il viso.
Stiles, con semplicità, prese il braccio di Isaac, e con un calcio alla caviglia sinistra, lo fece cadere per terra.
Lo sguardo di Stiles guardò Lydia, che era ancora nella stanza.
"Dimmi dove andranno.
Li prenderemo uno dopo l'altro."
Mormorò Stiles, portando poi di nuovo il viso verso Isaac che era a terra, dolorante, mentre Scott, dietro Stiles, svenuto, con una ferita sul ventre che gli sanguinava copiosamente.
Lydia annuì col capo, e uscendo fuori dalla stanza, chiuse gli occhi, concentrandosi.
L'auto di Allison e di Jackson si accesero all'unisono, e facendo retromarcia, andarono il più presto possibile verso un punto non definito.
Stiles si abbassò sulle ginocchia, per guardare meglio il viso dolorante di Isaac.
"Siete così carini quando urlate dal dolore, voi schifosi cani."
Mormorò quasi sussurrando Stiles, passando gli artigli della sua mano destra sulla gola del giovane lupo mannaro.
Isaac provò a ringhiare, ma ai suoi piccoli movimenti dei muscoli corporei, Stiles passò più profondamente gli artigli sul suo collo, provocando un sottile taglio.
"Sh, shsh. Non ti conviene sprecare le energie, Isaac."
Mormorò in tono cupo e macabro Stiles, mentre la sua mano sinistra scendeva verso il suo addome.
"Dovrai conservare le tue energie per rimanere in vita."
A quelle ultime parole, Isaac aprì gli occhi, intuendo all'istante ciò che volesse fare.
Gli artigli spietati di Stiles si conficcarono molto profondamente nell'addome di Isaac, che in quel momento urlò dal dolore.
Dolore.
Una delle poche così della quale si nutre il Nogitsune.
Violenza.
Conflitto.
Non facevano altro che aumentare sempre di più il potere di Stiles, che lentamente lo rendeva sempre più forte, invincibile.
Il braccio di Stiles scattò all'indietro, estraendo gli artigli dal corpo di Isaac, e sorrise vedendo il ragazzo dolorante.
Si girò verso Scott, e lo sguardo rimase gelido e impenetrabile per qualche secondo.
La parte umana di Stiles non pensava di averlo davvero fatto..ma forse una parte umana non esisteva più.
"Non riesco a vedere."
Mormorò Lydia da fuori la porta, riaprendo gli occhi.
La ragazza ebbe l'attenzione di Stiles, che uscì da quella stanza, ritornando nella sua forma più umana possibile, ma quelle occhiaie che lentamente diventavano sempre più incavate dentro il suo viso erano come un simbolo.
Come il simbolo del dolore.
Il suo simbolo.
D'un tratto, gli occhi di Stiles ebbero l'attenzione della finestra, dalla quale si poteva intravedere che al sole mancava poco prima che fosse del tutto calato dietro la cresta delle montagne rocciose di Beacon Hills.
"Ci faremo aiutare, cara mia."
Mormorò Stiles, sorridendo, voltando poi lo sguardo verso la ragazza, che lo stava già guardando con curiosità.
Cosa intendeva?
"Da chi?"
Domandò Lydia, guardando il viso smorto quanto innaturale di Stiles, che lo rendeva così sinistro.
Così crudele.
"Da delle lucciole."
Sussurró infine, e come se fosse stato attratto istantaneamente, il ragazzo mise una mano sulla guancia di Lydia, e attirandola a se, la baciò.
Un amore circondato da orrore e malvagità.
Un amore affascinante nella sua crudeltà.

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