Indovinello.

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Pov Stiles:

Oh Dio. Cosa mi è successo prima? Sembrava..sembrava vero.
Cerco di non pensarci, e intanto vado verso il laboratorio di chimica con Scott e Allison, mentre Lydia e Isaac vanno nell'aula di matematica.
Entriamo nel laboratorio.
Non voglio parlare con nessuno.
Non voglio che mi reputino strano.
Mi siedo all'ultimo posto, in un banco all'angolo del laboratorio.
Scott e Allison mi guardano, ma dopo poco si siedono vicini.
Erano così carini qualche anno fa.
Li reputavo la coppia perfetta.
Lei amava lui, lui amava lei, così tanto quanto reciproco.

La lezione cominció, e tutti presero i loro quaderni con le loro rispettive penne.
Stiles sembrò essere ancora stordito, come se si fosse perso nei pensieri precedenti. Come essersi perso ancora nell'incubo di prima.
Lo sguardo, dalla lavagna, gli cadde sui due ragazzi ai primi banchi, Scott ed Allison. Sorrise appena, ma poi scosse la testa.
Gli venne in mente Lydia.
Tutto ciò la stava allontanando.
Non poteva pensarci.
Non poteva sopportare il fatto che questo la stesse allontando da lui.
Si alzò di scatto dalla sedia, ed uscì dal laboratorio.
"Stilinski!"
Lo richiamò il professore, quando ormai era troppo tardi, trovandosi già fuori, alla ricerca di Lydia.
Aveva bisogno di lei in quel momento.
Aveva bisogno delle sue labbra.
"McCall, riporta Stilinski in qui."
Finì, ma Scott si era già alzato dalla sedia dirigendosi verso la porta, in cerca di Stiles.
Una scarica di dolore piombò sulla schiena di Stiles mentre era in cerca dall'aula di matematica, facendolo cadere per terra, affianco al muro.
Ansimò per il dolore, portandosi una mano sul fianco, non arrivando dietro la schiena.
"Ma cos..."
Pensò Stiles, mentre la scarica di dolore cominciava a persuadersi in tutto il corpo.
Stiles strinse i denti, mentre gli occhi cominciarono a brillare di un rosso splendente.
Lo sguardo di Stiles cambiò, da dolorante...ad uno in cerca di sfida.
Con la mano al muro, mise tutte le sue forze per alzarsi, mentre con la mano sul fianco e i denti stretti cercava di reprimere il dolore.

"...quando una porta non è una porta,Stiles?"
U

na voce cupa, profonda e ovattata domandò nella mente del ragazzo.
A quella domanda il ragazzo spalancò gli occhi.
"No."
Disse sottovoce senza crederci.
Quell'indovinello.
L'indovinello.
Del Nogitsune.
Scott corse verso Stiles, vedendolo in lontananza.
"Stiles stai bene?"
Chiese, avanzando verso di lui.
Ma Stiles lo fermò portando una mano davanti a se, con braccio saldo.
"Sto bene, non avvicinarti."
Disse secco Stiles, mentre alzava lo sguardo, guardando negli occhi il suo migliore amico con sufficienza.
"Stiles, lasciati alzare."
Disse Scott.
Stiles..annuendo leggermente, si fece toccare il braccio, per fare leva.
Le vene del polso, ed infine di tutto il braccio di Scott, si caricarono di un colorito nero, nell'esatto momento in cui le dita di Scott toccarono la mano di Stiles.
All'assorbimento involontario del dolore, l'ex-Alpha si allontanó subito di qualche passo, ansimante.
"Stiles..?"
Gli occhi di Stiles tornarono normali.
Il dolore scomparve.
Tutto si dissolse.
In quel momento Lydia uscì dalla classe di matematica, e guardandosi attorno trovò i due, correndo verso di loro.
"Allison mi ha mandato un messaggio.
Aveva detto che dovevo uscire subito..che era urgente."
Alle ultime parole, lo sguardo della ragazza cadde su Stiles, che si stava girando verso di lei.
Scott guardó Stiles, poi la ragazza.
"Avevo soltanto bisogno di te."
Disse Stiles, ma venne quasi subito replicato da Scott.
"Ma poi è..-"
"Sto bene, Scott."
Finì Siles, zittendo il suo migliore amico, mentre il Nogitsune bramava con molta attesa il suo ritorno.


I'm Not A HeroWhere stories live. Discover now