Inganno.

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"Ti va di andare a fare un giro, Stiles?"
Disse con tono giocoso Lydia, mentre indietreggiava guardando negli occhi Stiles, tenendogli una mano. I movimenti della ragazza erano provocanti quanto sinistri. Non si era mai comportata in questo modo.
Stiles non ci pensò molto, e sorridendo mordendosi appena il labbro, annuì, seguendo la ragazza.
Lydia ridacchiò e lasciò la mano di Stiles, mentre lo portava verso la sua macchina.
"

Andiamo a casa mia..è da molto che non ci andiamo."

Mormorò Lydia, in modo provocante, mentre apriva lo sportello dal fianco del passeggero dell'auto.
"Non sfidarmi, Lydia."
Disse Stiles, entrando nell'auto, ridendo appena.
"Oh io non ti sfido Stiles, voglio solo divertirmi."
Mormorò Lydia, quasi sussurrando, avvicinandosi all'orecchio del ragazzo, per poi prendergli il lobo fra i denti, mordicchiandolo appena.
Stiles chiuse gli occhi, e girò le chiavi, accendendo il motore dell'auto.
Al rombo della macchina, la ragazza scese con le labbra, baciando con labbra umide un lembo di pelle del collo del ragazzo.
Stiles deglutì, mentre stringeva le mani sul volante.
"Ho capito.
Ho capito.
Mi muovo."
Disse velocemente Stiles, facendo retromarcia con l'auto.
Il vero piano della ragazza non era di certo questo.
Stiles non poteva immaginare cosa sarebbe successo di li a poco.
Jackson ed Isaac girarono per tutto l'ospedale in cerca dei ragazzi, ma quando uscirono fuori all'ospedale notarono qualcosa che non andava.
La macchina di Lydia, non c'era.
I due ragazzi si guardarono negli occhi, ed Isaac ebbe la stessa idea di Jackson.
"Merd.."
Mormorò quasi ironicamente Jackson quando vide Isaac correre nuovamente dentro l'edificio, e roteando gli occhi si decise a seguirlo.

Gli occhi del ragazzo si chiusero, e Scott in quel momento fece splendere gli occhi, facendo riempire la sua iride marrone chiara di un bellissimo bagliore giallo.
Gli artigli della mano di Scott si conficcarono nella nuca dello studente, e d'un tratto, il Beta entrò in uno stato di trance.
Lo studente era nella scuola, di pomeriggio.
C'era l'allenamento delle matricole di LaCrosse, ed erano nella palestra ad allenarsi, mentre quelli del terzo, quarto e quinto erano nel grande atrio della scuola.
Il ragazzo era al secondo anno.
Gli allenamenti erano finiti, e il ragazzo, sfinito dai duri ed estenuanti esercizi a cui era sottoposto, decise di sedersi su una delle panche della palestra, per riprendere fiato.
Con lo sguardo basso, il ragazzo si passo fra i capelli.
Un ragazzo alto, con dei lunghi capelli neri che per poco non gli arrivavano sulle spalle, occhi verdi chiaro e labbra carnose.
Un ragazzo che non passava inosservato.
Il ragazzo, tuttavia, soffriva di asma, ma ciò non lo fermava da fare LaCrosse.
Quando però una professoressa gli si avvicinò, lui alzò lo sguardo.
"Professoressa."
Disse il ragazzo schiarendosi la gola, impreparato dalla comparsa della donna.
La professoressa gli sorrise, e sussurró.
"Mi dispiace."
La mano della donna arrivò alla cintura la quale indossava, e il ragazzo con uno sguardo fulmineo notò i suoi movimenti.
Quest'ultimo si alzò di scatto, indietreggiando dalla panca.
"Cosa vuole fare?.."
Mormorò il ragazzo, indietreggiando sempre di più, mentre la donna avanzava sempre di più verso di lui.
La donna non rispose, e sfilando la cintura con uno scatto della mano, quest'ultima si trasformò in una rigida e affilata katana.
Alla vista della spada, il ragazzo spalancò gli occhi, e girandosi di scatto alle spalle, cercò di correre, quando la lama gli perforò la schiena, uscendo dall'altro lato del corpo.
La katana si sfilò dal corpo dell'adolescente, e mentre il ragazzo cadeva lungo il pavimento della palestra, la donna portò la lama davanti a lei con un movimento deciso.
Il giovane era ora per terra, che perdeva lentamente sangue.
La donna guardò un ultima volta la sua vittima, e si mise di nuovo la katana, ora diventata una cintura, sulla vita.
Deglutì, e girandosi, uscì dalla palestra, chiudendosi le porte a chiave alle spalle.
Scott si staccò di scatto dal ragazzo, e Allison vedendo i suoi movimenti si mise dietro di lui, mettendogli un braccio sotto una delle sue braccia.
"Okay, va tutto okay."
Sussurró la ragazza, cercando di non far vedere lo spavento che si era procurata nel vedere Scott sobbalzare così dall'improvviso.
Scott, con respiro veloce e affannato, annuì, prendendo lentamente fiato.
"Cos'hai visto?"
Domandò Allison, mentre Scott piano piano si rimetteva in piedi.
"Una donna. Una professoressa. Una professoressa nella nostra scuola è una kitsune. Non so chi è. Non l'ho vista, e non so nemmeno il motivo per cui lo abbia voluto uccidere."
Disse Scott velocemente, mentre il ragazzo, privo di sensi, era steso sul lettino dell'ospedale, riposando.
Allison annuì.
Infondo anche lei sapeva quanto i ricordi fossero difficili da decifrare, soprattutto se fatto da un Beta, nonostante fosse stato ex-Alpha.
Tutto questo torturava psicologicamente Scott.
Non riusciva a proteggere tutti.
Non riusciva a decifrare più i ricordi.
Non riusciva ad essere d'aiuto.
Lo sguardo perso tra i pensieri di Scott venne notato da Allison, che avvicinandosi a lui, gli mise una mano sulla spalla.
Il castano alzò lo sguardo verso la ragazza, e quest'ultima gli sorrise.
"Stai facendo tutto il possibile, Scott, e fidati di me quando dico che sei il migliore."
Sussurró la ragazza, sorridendo al ragazzo.
Lo sguardo della ragazza per sbaglio cadde sulle labbra di lui, e Scott, schiarendosi la gola, annuì.
Lo sguardo di Allison si ristabilì, e ridacchiando guardava negli occhi Scott.
"Sei un buon capobranco, Scott.
Ce la farai."
Concluse Allison, girandosi poi verso il ragazzo disteso sul lettino, sospirando.
"Ce la faremo."
Finì Scott, guardando Allison, aspettando che si girasse.
Come da previsione, essa si girò, e i due sguardi si incrociarono.
Entrambi si guardarono di nuovo le labbra, ma in quel momento, Isaac spalancò la porta, con dietro di lui Jackson.
"La macchina di Lydia non è nel parcheggio."
Disse Isaac, con affanno.
Scott si girò verso Isaac, e guardò Jackson.
"Vabene.."
Rispose Scott, cercando un piano, o una qualunque idea.
"Jackson, vieni con me. Isaac, sta con Allison."
Ideò Scott, ma venne fermato dalla voce di Jackson, che si fece spazio all'interno della stanza.
"Non credi sia meglio rimanere insieme? Insomma, ci siamo divisi spesse volte e le cose non sono andate molto bene."
Scott girò lo sguardo verso Allison, che annuiva, poi verso Isaac, che guardava Jackson con uno sguardo di approvazione.
"Okay."
Disse, dirigendosi verso l'uscita.
"Troviamo Stiles e Lydia."
Disse con fermezza, quasi con rabbia.
Una rabbia determinata come la voglia e la forza di trovare il suo migliore amico.
Il trischelio era scomparso.
E anche Stiles.
Le cose non potevano andare peggio.
O forse si..

I'm Not A HeroWhere stories live. Discover now