- Non basterà per fermarmi- strillò la dea.

- No, ma a me bastano due secondi- rispose Adam, affondando la spada nel suo addome.

Ovviamente, malgrado l'icore dorato che sgorgava, Ilizia sapeva che non sarebbe morta. Rise stridula, ma la sua risata si affievolì subito dopo che Adam ebbe ritratto la spada. Si tenne il fianco che, oltre che sanguinare, sembrava corrodersi.

- Cosa...-

Lanciò una veloce occhiata verso Amanita e capì tutto. Probabilmente non sarebbe morta nemmeno così, ma chissà, poteva starsene buona per un po' di secoli. Adam ebbe la tentazione di abbassare la spada sul suo collo e vedere se riusciva a decapitarla, ma Ilizia scomparve in uno scintillio.

- Ah, ma no!- sbuffò.

Malgrado la sconfitta di Ilizia, il Minotauro era ancora in piedi e aveva appena mandato gambe all'aria tutti i compagni.

- Spero tu abbia altre idee brillanti anche per l'automa- gli disse Alabaster, sguainando la sua spada d'oro imperiale.

- Sfortunatamente, no- rispose il nipote di Ares.

Il sangue di Urano era utile per i seguaci di Caos, non per gli automi. Mentre rifletteva, sentì il terreno ribollire sotto le proprie scarpe, ma abbassando gli occhi, non vide niente. Era la sua immaginazione? Di colpo, Adam piantò la spada nel terreno con forza. Il luogo sotterraneo tremò, facendo ondeggiare persino il grosso automa. Una lunga e profonda spaccatura divise a metà il pavimento e da essa iniziarono a fuoriuscire scheletri di ogni tipo, alcuni con armature, altri in abiti civili.

- Oh, grazie, nonno-

L'esercito di scheletri attraccò il Minotauro senza tanti complimenti. Adam e Alabaster saltarono la crepa con un balzo e giunsero dagli amici.

- Abbiamo un cocco di Ares, qui- scherzò Amanita.

- E meno male- fece Donovan- ma come ci sei riuscito, scusa? Come sapevi che avrebbe funzionato?-

Adam si strinse nelle spalle.

- Non lo sapevo, ma ho percepito qualcosa che ribolliva sottoterra- rispose lui- ammettetelo, Ares è una forza!-

Ormai gli scheletri si erano arrampicati fino sulla testa dell'automa e lo stavano colpendo a ripetizione, infilzando spade, lance, coltelli a qualsiasi altro tipo di arma. Uno lo stava punzecchiando in un occhio con un forcone.

- Meglio filarsela- suggerì Billy- mentre quel coso è occupato-

- Buona idea- assentì Luke.

Fecero tutti una corse pazzesca, schizzando come razzi tra le gambe del Minotauro di bronzo e uscendo dal laboratorio. Chiusero la porta e tornarono alla velocità della luce nella sala del trono, trovandola ingombra di soldati di bronzo con le lance in mano. Frenarono appena in tempo.

- Altri?!- esclamò Iris, in tono esasperato.

Alabaster si fece avanti senza troppi problemi.

- Ci penso io- disse- crepitus!-

E i soldati di metallo saltarono per aria come fuochi d'artificio la notte di Capodanno a Time Square. Teste di bronzo rotolarono per la sala, lance spezzate caddero a terra e braccia si accartocciarono al suolo.

- Perché non siamo tutti figli di Ecate?- borbottò Reeve, riprendendo a correre.

Adam non poteva dargli tutti i torti, avrebbe fatto comodo, tuttavia dubitava che sarebbe bastato per essere tanto potenti. Michela, per esempio, non era in grado di produrre esplosioni di quella portata e nemmeno la capogruppo della casa, Amelia Bayt.

Mentre si precipitavano fuori, le finestre del corridoio d'ingresso vennero sfondate, riversando loro addosso una pioggia di vetro. Decine di uccelli di Stinfalo iniziarono a gracchiare forte e a cercare di ferirli con i loro becchi affilati come rasoi. Si difesero tutti dietro gli scudi, ma non avrebbero potuto resistere a lungo così.

- Dobbiamo aprire la porta!- esclamò Riley, alzando la voce per farsi sentire in quel fracasso infernale- I tori sono qua fuori, scateneremo un putiferio con gli uccelli di Stinfalo!-

- Ne sei certa?- chiese Luke.

- No. Ma è logico, credo. Figlia di Annabeth Chase, ricordi?-

- Non l'ho scordato, tua madre farebbe probabilmente lo stesso. Ok, ma nessuno di noi è abbastanza veloce da riuscirci!-

- Ci vorrebbe un animale- borbottò Amanita.

Adam sentì chiaramente gli uccellacci aumentare la forza dei colpi, dovevano muoversi. Erano così insistenti che Alabaster non riusciva ad usare i suoi incantesimi.

- Ci penso io-

Reeve si spostò leggermente, pronto a correre fuori dal riparo. Tutti lo guardarono con tanto d'occhi, mentre scattava e si trasformava in uno splendido esemplare di cervo maschio adulto, con il manto color della luna e corna d'argento alte e maestose. Puntò la porta, distraendo gli uccelli. La spalancò con una cornata e poi saettò via, lasciando che tori e uccelli si scontrassero. Tornò dagli amici, riprendendo la propria forma umana.

- Andiamo, approfittiamo della confusione-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora