Amanita

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Quando l'artiglio nel suo sogno quasi la ghermì, Amanita si svegliò di soprassalto, praticamente balzando giù dal sedile del pullman. Si massaggiò la guancia su cui era stata appoggiata fino a quel momento, che le doleva appena.

- Incubi?- le chiese Luke, seduto di fianco a lei.

- Oh, per Zeus, eccome. Avevo dimenticato cosa volesse dire fare sogni- sospirò la ragazza.

- Manca ancora un po' a Las Vegas. Cerca di dormire, ti sveglio io-

- Tu non dormi?-

- Scherzi? I semidei odiano dormire, altrimenti sognano. No, grazie-

Sorridendo, Amanita si spostò i capelli e scivolò appena sul sedile, per mettersi comoda. Appoggiò di nuovo la guancia sulla spalla del semidio e provò a chiudere gli occhi.

Erano in viaggio da quasi tre giorni e ancora faceva strano riabituarsi ad un corpo mortale. Dopo essere usciti dal Tartaro, Ade aveva acconsentito a riceverli entrambi e si era dimostrato pronto a mantenere la sua promessa, dunque aveva detto a Luke che non sarebbe andato nei Campi della Pena. Era però saltata fuori un'altra questione: Bianca aveva chiesto ad Amanita di fare una cosa per lei, ovvero trovare il semidio che probabilmente ancora era prigioniero del Casinò Lotus. In quel momento, Amanita aveva capito che la profezia pronunciata dalla Pizia si riferiva a lei, malgrado non fosse una semidea, tantomeno un'eroina. Sarebbe toccato a lei trovare questo semidio.

Ade non aveva avuto nulla in contrario, anzi, l'aveva persino momentaneamente resuscitata per permetterle di compiere la missione, ma Bianca non sarebbe andata con lei. Ed ecco che, per la seconda volta, Luke si proponeva di aiutarla come nel Tartaro. Anche se con un po' di riluttanza, Ade aveva acconsentito a resuscitare anche il figlio di Ermes e, insieme, lui e Amanita erano partiti alla ricerca di questo figlio di chissà quale divinità.

Amanita si era sentita molto sollevata quando a Luke era stato concesso di andare con lei. Era certa che da sola non ce l'avrebbe fatta, inoltre non era pronta a dirgli addio; il che complicava la faccenda, dato che comunque erano destinati a non vedersi mai più, perché, una volta tornati, Luke avrebbe avuto il permesso di rinascere.

A quel pensiero, Amanita riaprì gli occhi.

- Che c'è adesso?-

- Pensavo a questa missione. Ade è stato fin troppo collaborativo, la cosa mi puzza-

- A me non interessa perché lo ha fatto. Mi basta che non sia finita lì-

La ragazza alzò la testa, confusa. Luke sorrise.

- Volevo restare ancora un po' con te, non mi andava di andare già negli Asfodeli, ad aspettare di rinascere- spiegò.

- E io che credevo che quella strana fosse Bianca!- scherzò Amanita, ricambiando il sorriso- Ehi, però è vero, siamo un'ottima squadra, no? Possiamo farcela-

- Dipende chi o cosa ci troveremo davanti-

- Mi piace il tuo ottimismo, davvero-

Luke rise e tornò a guardare fuori dal finestrino. Amanita si costrinse a cercare di dormire, ma non le piacque affatto la sensazione che provava nel profondo del cuore.

- Andrà tutto bene- si disse- deve andare tutto bene. E smetti di pensare a cose inesistenti, Amanita, è solo una missione di recupero-



- O miei dei- scandì Amanita.

Erano appena arrivati a Las Vegas ed era sera inoltrata. Ciò significava che casinò, hotel e altri luoghi di intrattenimento erano nel pieno della loro frenetica attività. In vita, Amanita non aveva viaggiato molto, probabilmente perché era stata quasi sempre malata, dunque non era uscita dal Massachusetts molte volte.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora