Adam

184 17 0
                                    

Il carro− cioè, il furgoncino del dio del sole, odorava di caramelle e zucchero. Malgrado si fossero alzati in cielo, Adam continuava a sentire ogni sussulto possibile e imprecava tra i denti.

- Temo stia facendo guidare Michaela- gli disse Donovan.

- Ottimo- borbottò Adam.

Le ferite gli bruciavano dall'interno a causa del bronzo celeste, era come sentirsi strappare l'anima. Aveva sentito un po' di sollievo grazie alle doti di guaritore di Donovan, ma la sua espressione preoccupata lo allarmava.

- Dimmi che non sto per morire-

- Non stai per morire. Però... più di così non posso fare. Mi dispiace, ma devi lottare tu, adesso-

Adam annuì. Cercò di girarsi, ma non ci riuscì e tornò nella posizione di prima, scomoda a causa della faccia premuta contro il fondo del furgone. Donovan gli mise altro unguento profumato e fresco e lo bendò stretto, poi lo aiutò a mettersi seduto. Appallottolò la propria giacca dietro al sua schiena, come un cuscino, facendolo appoggiare lentamente.

- Come va lì dietro?- chiese Michaela, sbucando con la testa dalla feritoia che separava il retro del furgone dalla guida.

Nessuno rispose, ma il colorito verdognolo di Adam le fece capire che la risposta era "non bene". Deglutì e cercò di sorridere.

- Cavolo, la tua prima ferita di guerra- scherzò- per uno che nemmeno è un semidio, non è mica male!-

Adam accennò un sorriso, la fronte imperlata di sudore. Michaela tornò a voltarsi e Adam pensò che doveva essere davvero spaventata, stava rivivendo un incubo e anche Donovan. Sorprendendolo, il figlio di Apollo gli prese una mano, stringendola tra le sue. Il cuore di Adam fece un paio di capriole e la temperatura corporea salì ancora.

- Mi dispiace per... le preoccupazioni che sto causando- balbettò, la gola secca- so che tu e Michaela avete già vissuto un'esperienza simile...-

- Shh- fece Donovan, a bassa voce- non è colpa tua, quindi sta un po' zitto, ok? Sto cercando di concentrarmi-

- Eh?-

Il semidio lo guardò.

- Ho imparato alcune cose, riguardo i poteri di guarigione dei figli di Apollo, me lo ha detto anni fa Will- spiegò con calma- puoi guarire certe ferite in altri modi... insomma, come se ti infondessi il mio potere direttamente all'interno. È difficile da spiegare.-

- Non importa, fai quello che devi-

Certo, che stupido. Donovan non gli aveva preso la mano per carineria, ma perché stava cercando di aiutarlo. Era contento comunque che si desse tanto da fare per lui, ma c'era rimasto un po' male.

Pochi minuti dopo, Apollo si materializzò dietro con loro.

- Tranquilli, guida... ehm, come si chiama?-

- Michaela- rispose Donovan, lanciandogli un'occhiata torva.

Il dio sorrise con fare tranquillo e si chinò ad osservare Adam, il quale rabbrividì nel notare la somiglianza dei due, anche se era sicuro che Apollo lo avesse fatto apposta a mostrarsi così.

- E' messo male- commentò.

- Puoi aiutarlo?- chiese Donovan.

- Mh, no-

- Ma sei il dio della medicina!-

Apollo scosse la bionda testa e mise una mano sulla spalla del figlio.

- Sai che non posso, Don. Potrei farlo e vorrei, ma non posso- gli ricordò- ho rischiato già le ire di Zeus così! Tua zia mi dice sempre che sono un pazzo... ma non parliamo di mia sorella. Sono qui per avvertirvi di una cosa, oltre che darvi un passaggio in Massachusetts-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora