Amanita

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I ragazzi del campo non parvero particolarmente sorpresi di vedere un nuovo semidio tra loro, dovevano essere stati informati da tempo. Amanita si guardò attorno, quel posto era una favola, accidenti. Chirone, il centauro, le si fece incontro, dando il benvenuto al nuovo arrivato.

- Mia cara, è un piacere poterti finalmente incontrare. Non hai idea del servigio che hai reso- le disse.

- Oh, il piacere è mio. Portare qui Reeve non è stato poi così complicato, abbiamo solo rischiato di morire una dozzina di volte!- rispose Amanita, sorridendo- Piuttosto... pare che sappia tutto. Tranne chi è sua madre. Ma io un'idea ce l'ho-

Chirone guardò il ragazzo e rabbrividì. Quegli occhi argentati non davano scampo a dubbi di qualsiasi genere. Come fosse possibile, era tutt'altra faccenda. Anche alcuni degli altri semidei parevano essersene accorti. Le ragazze di Afrodite gironzolavano attorno a Reeve con interesse, mettendolo in imbarazzo, i figli di Apollo, invece, parevano a disagio e si guardavano l'un l'altro. Jemima lanciò un'occhiata a Chirone, che annuì. Persino i figli di Ermes, solitamente giocherelloni e scherzosi, erano visibilmente turbati.

- Sì, mi rendo conto che la faccenda è... delicata- fece il centauro- e dubito che sarà riconosciuto, soprattutto non adesso. La sua presenza mette a rischio la situazione già precaria, non ci voleva, ma la colpa non è certamente sua-

Amanita si voltò verso di lui e annuì appena.

- Era chiuso nel Lotus da parecchio. Ha parlato di duecento anni- spiegò.

- Di Immortales- fece Chirone, alzando le sopracciglia- ma è il suo arrivo adesso che complica le cose-

- Ma, come abbiamo detto, lui non ha colpa...-

- Naturalmente, ma a Zeus potrebbe non interessare. Anche quando, anni fa, Percy Jackson venne riconosciuto come figlio di Poseidone non aveva colpa, ma Ade e Zeus tentarono di farlo fuori comunque. La presenza di questo ragazzo nel mondo mortale avrebbe potuto peggiorare la situazione, portarlo qui è stata la cosa migliore. Ade si è dimostrato intelligente. Una guerra tra dei, in questo momento, non gioverebbe a nessuno, tantomeno a lui-

- Ma come... come accidenti è nato se sua madre è una dea vergine?-

La coda da cavallo di Chirone si agitò.

- Mi vengono in mente mille idee- ammise- ma qualcosa mi dice che la dea in questione potrebbe non avere idea della sua esistenza-

Storcendo il naso, Amanita lanciò un'occhiata nervosa verso la collina. Se Luke era ancora nascosto dietro al pino, lei non riusciva a vederlo, da lì.

- Vieni- le disse Chirone- rifocillati un momento alla Casa Grande e raccontami cosa è successo-

Si rivolse poi alla casa di Ermes e disse loro di prendere in custodia il ragazzo, cosa che fecero all'istante. Amanita vide Reeve sorridere, forse era stato solo per troppo tempo.

Seguì Chirone fino al portico della fattoria e si accomodò su una sedia, ricevendo un frullato di fragole fresco e qualche biscotto. Il centauro cambiò forma, stipando il posteriore equino in una sedia a rotelle.

- Immagino di sapere perché Luke non è venuto con te- esordì, in tono gentile.

- E' qui fuori, cioè, appena fuori dai confini del campo- disse Amanita, girando la cannuccia nel suo bicchiere- ha preferito non farsi vedere. Pensava che non fosse... giusto-

- Lo capisco. Forse ha avuto ragione- assentì Chirone, rabbuiandosi appena- raccontami cos'è accaduto a Las Vegas-

Amanita spiegò tutto dall'inizio. Raccontò di come Ade li avesse spediti là su un autobus, con di nuovo i loro corpi mortali, facendoli alloggiare in un hotel accanto al Casinò Lotus. Disse anche di come avevano incontrato Nigel, il falso satiro, che li aveva ingannati, trasformandosi poi in uno dei corvi umanoidi al servizio di Caos. La cosa parve turbare molto Chirone.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora