Amanita

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La confusione e il panico furono amici stretti di Amanita per i minuti che seguirono l'entrata in scena di Egle, che si era portata dietro una intera famigliola di deliziosi draghi, a sua detta figli e figlie di Ladone, guardiano del giardino delle Esperidi.

La situazione era la seguente. Egle se ne stava in disparte ad osservare, un mela doro tra le mani. I draghi, tre in tutto, anche se non di dimensioni enormi, erano più grandi di uno scuolabus e si davano da fare, sputando fuoco e cercando di azzannarli. Piper e Annabeth cercavano di sconfiggerne uno, la prima usando la propria Lingua Ammaliatrice e la seconda menando fendenti con una spada fatta di osso di drago (non molto apprezzata dal drago, ovviamente) e strillando in greco antico. Reeve alternava frecce a due splendidi pugnali dalla lama ricurva in bronzo, tenendo testa ad un secondo drago da solo. Luke combatteva col terzo, evitando accuratamente i suoi artigli, ne aveva avuto abbastanza in passato. E Amanita? Oh, lei era lì, come una povera scema, inutile perché la sua falce non compariva più; era finita, nessun aiuto divino, non più.

I draghi parevano indemoniati. I loro occhi d'oro si accendevano all'improvviso di tanto in tanto e sembravano ricaricarsi, come se andassero a pile. Anche se i semidei li infilzavano, sembravano immortali. Ben presto, Amanita si rese conto che era la mela d'oro di Egle a infondergli potere.

- La mela!- esclamò, voltandosi verso i compagni.

Luke spostò lo sguardo su Egle.

- Quella è la più stronza delle sorelle- commentò, balzando indietro per evitare un colpo di coda del drago- è colpa sua se ho questa cicatrice!-

Egle sorrise freddamente, facendo un inchino in segno di scherno. Ad Amanita salì il sangue alla testa, era davvero una... beh, pensate a tutti gli epiteti più brutti del mondo. Velocemente, la ragazza osservò la situazione. Doveva fare qualcosa, ma cosa? Non poteva combattere, era solo una mortale e senza armi, ma restare nascosta... poi ebbe un'idea. Una folle idea.

- Luke, le scarpe!- gridò, correndo verso di lui.

Il figlio di Ermes si sfilò rapidamente lo zaino e glielo lanciò. Amanita evitò i draghi e s'infilò velocemente le scarpe volanti, prese la rincorsa e svolazzò sopra la testa di una delle bestie, andando ad atterrare Egle, che non aspettandosi quella mossa strillò, senza poterla evitare. La mela rotolò a terra e le due caddero pesantemente.

- Oh, dei, quella è matta- fece Annabeth.

Amanita tentò di non farsi scalciare via dall'Esperide, tenendola a terra. Non era poi tanto forte, senza la sua mela. Le mise le mani attorno al collo, stringendo forte. I draghi parvero mettersi in stallo e si bloccarono, quasi Medusa li avesse pietrificati. Luke, Reeve, Annabeth e Piper rimasero attoniti a guardare le due che lottavano.

- T-tu...- tentò di rantolare Egle.

- Muori, stronza psicopatica!- urlò Amanita.

Gli occhi di Egle fiammeggiarono e Amanita si ritrovò sbalzata all'indietro. Sbattè la schiena a terra, ma si rialzò subito, così come la ninfa.

- Come hai osato, mortale!-

- Oh, se vuoi te lo faccio rivedere!-

Egle mosse la mano sinistra e la mela tornò da lei. Nella destra, però, le comparve una spada sottile, simile ad un fioretto. Amanita si voltò verso i compagni.

- Mi prestate un'arma? Ho una stronza da uccidere- chiese.

Reeve mise via i coltelli e le lanciò la propria spada.

- Io ne ho abbastanza di armi- rispose, sorridendo- oh, a proposito, sei davvero un mito!-

Piper rise, scuotendo il capo. Luke era troppo sconvolto per dire qualcosa, la fissava e basta. Annabeth si domandò di nuovo chi fosse quella ragazza.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora