Capitolo 31 - III

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Ludovica scendendo accanto a Martin gli scalini che li stavano conducendo verso il bar, lo guardò di sbieco, scettica sul commento che aveva appena sentito. Aveva solo voglia di bere una cosa fresca, ed il discorso sulla lezione di Gaeta si arenò senza altri commenti. Mentre sorseggiavano una granita al limone semisciolta nella gassosa ghiacciata e servita in un bicchiere di vetro trasparente che sembrava un tulipano, Martin osservava Ludovica e notava come fosse strano che lei non avesse nulla altro da aggiungere all'argomento Gaeta, visto l'entusiasmo con cui aveva atteso l'inizio delle sue lezioni, per come ne aveva parlato a Martin già dalle giornate estive che avevano trascorso insieme, e vista soprattutto l'intensità reale del loro primo vero incontro, che Martin aveva effettivamente potuto misurare su se stesso, e non attraverso le chiacchiere di una ragazza infatuata dal proprio professore. Ludovica sembrava aver rimosso ogni cosa, sorseggiando e sorridendo a conoscenti che le passavano accanto, fra una carezza e l'altra che allungava sul braccio di Martin lisciandogli la maglia sulle braccia.
Mentre erano al bar furono raggiunti da Genio, che camminava atterrito verso di loro annunciando che le sue lezioni erano un casino, che non ci aveva capito niente, che gli sembrava davvero troppo complicato seguire i professori da una parte all'altra, e che avrebbe preferito starsene gettato in casa sul divano a giocare con la PS, mangiare patatine sintetiche e magari sbirciare un porno.
― ...ma di quelli ben fatti, si intende.
Ludovica e Martin lo guardavano ognuno dei due perso nei propri ragionamenti, e Genio pensò che il loro silenzio fosse l'attesa di ulteriori dettagli, sul porno, più che sulle lezioni. Quindi si rivolse a Ludovica.
― Sì... Martin lo sa, a me piacciono quei film con un certo accenno di trama... ma non troppa...
Con un lancio secco Martin gli incollò in fronte uno scatolino di liquirizie alitofresco e Genio automaticamente cambiò canale, Ludovica rise, Martin si voltò di lato a pagare il conto.
― Davvero ragazzi, voi non sapete che casino sia la sede di giurisprudenza... troppe cose da tenere a mente... non penso di potercela fare... e poi... è in mezzo ad un uliveto... Martin, faccio lezioni in un uliveto del cazzo!
Martin stava per dirgli qualcosa quando Genio lo azzittì con voce stizzita.
― Fai presto tu a sparare consigli e giudizi! Te ne stai qua coccolato e riverito, hai una guida personale e come al solito... nessun problema da affrontare... ti prego taci e goditi le tue fortune!
La considerazione di Genio, alla luce di quanto gli era rimasto nel cervello delle frasi sparpagliate che aveva ascoltato della lezione di Gaeta, lo lasciarono riflettere sul senso di quello che Genio vedesse, e pensasse, essere la sua condizione di fortuna, di quel paradiso tutto personale in cui ogni problema magicamente andava a risolversi senza che Martin potesse contribuirne alla soluzione in qualche modo.
― Noi esseri umani normodotati... lottiamo contro il male tutti i giorni. Tu arrivi qui, e tutto dellagherardescamente trova un senso.
Martin non rispondeva, e Ludovica prese Genio sottobraccio e gli passò da bere.
― Io però forse ho una soluzione ai tuoi problemi.
Ludovica tornò da Martin e lo abbracciò alle spalle, inconsciamente percependo il senso di disagio che lo stava percorrendo senza interruzione e senza che lei ne riuscisse a cogliere la causa. Si rivolse poi a Genio con un tono estremamente amichevole e rilassato.
― Con me vivono due ragazze che studiano Legge, sono sicura che ti farà piacere conoscerle, magari ti possono aiutare, e guidare per i primi giorni.
Genio sembrò immediatamente interessato alla proposta.
― Ah sì... e sei sicura che...
― Genio, se sono disponibili in altri sensi... non lo so... una probabilmente... sì, ma non dirle che te l'ho detto...
― ...e ...come la riconosco?
Martin scoppiò a ridere soffiando la limonata fuori dal bicchiere sul naso di Genio. Velocemente lo asciugò passandogli contro la stoffa della maglia, tirandosi fra le dita il bordo della manica.
― ...gentilissimo...
Genio afferrò i fazzolettini dal bancone.
― ...scusami, non volevo sputarti...
― Se vuoi puoi pisciarmi sui piedi e poi scavare come i gatti...
Ludovica li interruppe scavalcando Martin e piazzandosi d'avanti a Genio, per dare un taglio al crescendo di punzecchiate reciproche.
― Mah, scoprilo da solo, trova tu una maniera.
Martin si sporse leggermente in avanti per osservarla in viso e quasi si stese sul bancone per ringraziarla del pensiero con un cenno d'occhio. L'intervento di Ludovica forse a lungo andare avrebbe fatto vivere tutti quanti meglio.
― Siamo davvero amiche, viviamo insieme dall'inizio. Passa da me più tardi...
― Andata. Vengo da te... subito: quando torni a casa?
Ludovica diede un bacio leggero a Martin sul collo, e Martin le accarezzò la nuca con dolcezza.
― Perché non venite tutti e due? Tu Martin non hai ancora visto dove vivo, non sei curioso?
Martin non rispose. In realtà aveva solo il desiderio di tornarsene a casa, di starsene un poco per i fatti propri e ripensare a quell'inizio deludente e fastidioso di lezione. Non era abituato a non avere un attimo solo per se stesso, da quando era arrivato a Lecce aveva avuto in casa Ludovica quasi in ogni istante. Sentiva la necessità di fermarsi un momento per raccogliere le idee. Non riusciva a togliersi dalla mente il fatto di non aver avuto la risposta pronta quando Gaeta gli aveva chiesto cosa ne pensasse... e poi su cosa? Era solo infastidito, voleva starsene tranquillo e basta. Voleva leggere qualcosa, vedere un film.
― Martin! Allora che fai? Vieni o no? Ti va di vedere un film più tardi?
― Scusami Ludo, ma proprio non mi va di vedere niente. Ti dispiace se non vengo con voi?
Ludovica rimase un po' sorpresa, anche perché davvero aveva voglia di mostrargli il suo appartamento... o meglio la sua piccola cameretta da studentessa, magari avrebbero potuto anche... battezzarla... ci pensava da così tanto... lo sognava. E poi tutti i suoi amici, erano davvero impazienti di conoscere Martin, per quanto ne aveva parlato lei... e poi anche Francesca, la cugina scettica sulla sua reale esistenza...
― Non sono troppo in vena in questo momento di conoscere gente nuova... tanto... le occasioni non mancheranno.
Ludovica rimase ammutolita, fissando Genio che sminuiva la cosa, anche per paura che Ludovica annullasse l'invito per spostarlo in altra occasione insieme a Martin.
― Questo è vero... sì, le occasioni non mancheranno. Va bene, come vuoi tu.
Ormai si era fatto tardi e Martin afferrò Genio per un braccio e se lo tirò dietro per qualche passo, approfittando che Ludovica avesse incontrato un'amica e si fosse allontanata voltando loro le spalle.
― Ti avverto Genio, e lo farò una sola volta: combina una delle tue cazzate a casa di Ludovica e... perditi da Lecce, dalla Puglia... Davvero, solo provaci...
Martin gli si era incollato a pieno petto e lungo tutta la sua altezza e gli stava stritolando l'uccello compresso fra le sue dita. Lo aveva agguantato forte attraverso i jeans, ma come ogni volta fissando Genio negli occhi, non riusciva a tenere l'espressione seria più di pochi secondi, già il sorriso bianchissimo aveva alleggerito il volto cupo che da un po' aveva preso possesso di Martin, senza che lui se ne fosse accorto.
― Credi davvero che potrei mai fare il coglione con la tua ragazza... ma sei impazzito??
― Ci mancherebbe! Mi riferivo a tutto il resto. Non farti riconoscere subito... magari conosci davvero chi può aiutarti... non traumatizzare la gente al primo incontro... solo questo ti chiedo.
Ludovica interruppe la loro sobria conversazione riavvicinandosi a loro accompagnata sottobraccio da entrambi i lati da due amiche, e dietro di lei altre due la stavano seguendo.
― Martin... lei è mia cugina Francesca, le ho parlato di te quest'estate, ...non vedeva l'ora di conoscerti.
Martin la guardò, cercò di sforzarsi di ricordare, ma Ludovica non gli aveva mai fatto alcun cenno su di lei.
Le strinse la mano, ma non trovò niente di carino da dire, pensava solo a tornarsene a casa. Solo sorrise un po' completando l'immagine di bel ragazzo sorridente e stupido che stava facendo inesorabilmente, chiuso fra i suoi pensieri e l'assenza di qualcosa di simpatico con cui presentarsi.
― Cavolo Ludo... è davvero un gran pezzo di esemplare... non mi avevi detto che era bello fino a questo punto.
Ludovica sorrise di ghiaccio, mentre Martin come sempre rimase infastidito dai commenti sul suo aspetto. Ma non poteva lamentarsene più di tanto, visto che in effetti non aveva fiatato neanche per pronunciare il proprio nome. A pelle fra l'altro sentiva che Ludovica non ci tenesse in particolar modo a che loro facessero amicizia. Dunque, una volta stretta la mano, ancora ed ancora era già volato via con la mente alle sue cose ed a come avrebbe potuto impegnare la serata senza Ludovica, la sua prima serata solo in città, perché a quanto pareva, Genio già stava intavolando trattative per organizzare un barbecue sul balcone delle ragazze, invitando tutte le fighe che Ludovica gli stava nominando, ed alcune presentando.
― Martin!
Genio riuscì a sussurragli due parole sotto voce.
― Ma perché cazzo non vieni? Mi stai mandando solo a casa della tua ragazza...
― Non fare il rompi palle Genio, non insistere... devo...
Genio rimase ad attendere la memorabile confessione su che cazzo mai avesse dovuto fare Martin piuttosto che andare con lui a divertirsi in una casa piena di gnocca... fra cui anche quella della sua ragazza.
― Genio, ti prego non insistere... sono stanco, più tardi vorrei sentire i miei... sistemare certe cose... vai tu, poi mi racconti.
Si salutarono sull'immenso portone avvolto dall'ultima luce del tardo pomeriggio, e Martin rimase in facoltà guardandoli sparire a piedi verso il supermercato prima di tornare a casa di Ludovica.
Un po' sorridendo, Martin mandò un messaggio a Genio.
Mi raccomando. Non farmi vergognare.
Sei un rompicoglioni. Me lo hai già detto.
Martin sorrise malinconico mettendo il cellulare in tasca, Genio lo aveva guardato un attimo, e sempre camminando fra le ragazze, gli alzò il dito medio senza voltarsi, mentre l'altro braccio lo aveva passato sulle spalle di una ragazza appena conosciuta. Martin lo seguiva con lo sguardo mentre si allontanavano, e ad eccezione di Genio e Ludovica, di tutte le altre persone del gruppetto non ricordava neanche il nome, e men che meno il viso. Si rese conto di non aver prestato nessuna attenzione alle presentazioni di pochi minuti addietro, tanto poco ne era rimasto interessato. Certo era che Genio troneggiasse nel mezzo, accanto alla chioma bionda di Ludovica, che lui poteva ancora distinguere fra le teste di altre persone in lontananza, mentre a passo lento si avviavano a fare la spesa prima di rincasare.

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