Capitolo 19 - VII

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Veronica lo guardò fisso negli occhi, trasparenti e gentili.
― Solo che... mi dispiace davvero di una cosa, perché la farsa di stamattina? Perché mi hai detto di essere in spiaggia... non so su quale isola...
― Hai ragione Martin, è vero. Ma è che... quando cominci a mettere su una certa scena, poi non riesci più a tornare indietro. E' come se ogni parola ti obblighi a continuare su quella strada. Non so cosa altro dire. Una cosa tira l'altra, e poi non è più possibile smontare tutto quanto...
― Mi dispiace.
― ...di cosa?
La donna rimase in silenzio, con nella voce il timore di ascoltare la risposta di Martin. Ma Martin non rispose niente, solo ripeteva un 'mi dispiace' generale, riferito a tutto ed a niente.
― Non so che dirti Martin. Dispiace anche a me.
Rimasero in silenzio, Martin poggiato alla balaustra mente Veronica gli sistemava i capelli molto spettinati. E poi il bordo della maglia intorno al collo, e la collana sul petto, e la stoffa sul suo corpo, che sembrava stropicciata oltremodo.
― Tu però fammi un favore.
― Cosa.
― Se potrai, non infilarti mai in storie senza senso, in situazioni finte come questa.
Martin la guardava.
― Chi ti vuole davvero bene... non merita... bugie.
― Ma ...sei innamorata?
― ...ma ché! Mi riferivo a te Martin, vuoi scherzare?
La donna si sorprese a quell'esclamazione forse un po' fuori posto davanti al figlio, e Martin la fissò sbarrandole gli occhi dentro ai suoi, e sorrise debolmente.
― ...va bé, me la sono cercata, però mamma...
La donna lo azzittì con una smorfia, fortemente imbarazzata all'allusione appena fatta.
― E tu, cosa ci fai ancora a Firenze? Non stavi partendo stamattina?
Martin le passò un braccio intorno alle spalle e sospirò molto sonoramente.
― Eh, in realtà eravamo partiti, anche se un po' in ritardo.
― E poi cos'è successo?
― E poi. Davvero mamma, non saprei da dove cominciare. Conosci Genio... e fatto sta che non abbiamo praticamente abbandonato la tangenziale, ed alla fine si era fatto troppo tardi, ed abbiamo deciso di tornare a casa e riprovarci domani mattina.
La donna lo guardava dubbiosa.
― Ma non ti preoccupare, non è successo niente di grave. Solo... cose così.
Lei era sempre più perplessa.
― Ma sei sicuro che partire... ed andare a vivere con Genio sia stata una buona idea?
― Eh, lo scopriremo solo vivendo.
― Io, non so, Martin, siete cresciuti insieme, ma... è così... allegro...
Martin sorrise annebbiando lo sguardo.
― Adesso ti lascio mamma... chissà che starà pensando... sai come è fatto, appunto.
― Lo so, lo so come è fatto.
― Abbiamo davvero fame... magari ordiniamo una pizza... e restiamo su da me.
― No Martin, non se ne parla proprio. Dammi solo pochi minuti, ce ne andiamo noi.
― ...ma ...veramente?
― Detto fatto Martin.
Veronica saltò giù dalle scale.
― Ma Martin, mi prometti che ne parleremo?
― Facciamo così: fai in modo di venire a Lecce appena puoi.
Veronica sorrise.
― Io intanto... mi guardo in giro... anche per te.
La donna si allungò in avanti per colpirlo con una lieve pacca sul petto per poi sparire in cucina.

Tre maggiore di dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora