Capitolo 20 - III

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A Martin per un attimo sembrò che si fermasse il mondo.
― Genio, eccola qua la mia vita perfetta, il mio mondo senza problemi, la mia famiglia favolosa. Se ti affacci vedi la mia piscina, la mia macchina...
La sua voce ricominciava a vacillare.
― Sei mio fratello Martin. Ti chiedo solo di stare calmo, perché affronteremo le cose per come verranno...
Martin sorrideva guardando in terra.
― In due contro il mondo Martin. Fino all'ultima battaglia... fino all'ultima bottiglia Martin, fanculo tutto il resto!
Ancora Martin sorrideva.
― E adesso però... smettila di rompere i coglioni ed andiamo di sotto...
Genio scattò in piedi, lo afferrò per un braccio e lo fece alzare di forza. Cominciò a spingerlo verso la porta, e Martin lo faceva apposta ad opporre particolare resistenza.
― Cazzo Martin però, hai avuto i tuoi cinque minuti di piagnisteo, ma adesso muovi il culo che muoio di fame!!
Genio lo abbracciò forte assestandogli un colpo di mano sulla spalla, e Martin, mentre l'amico lo trascinava verso le scale, si rese conto di avere davvero anche lui molta fame.
Scesero correndo le rampe rincorrendosi e saltando i gradini a due a due.
Una volta al piano di sotto Martin si rese conto che la madre era davvero andata via. Genio cercava di sbirciare gli spazi che si stavano lasciando dietro, ed in effetti la donna era andata via veramente.
Fuori in giardino le pizze erano state sistemate su un tavolino sotto un gazebo, accanto a delle poltrone basse coperte da cuscini. Le posate erano state avvolte fra tovaglioli di tessuto naturale color avana e larghi bicchieri vuoti erano pronti per le birre che sicuramente Martin avrebbe preso dal frigo. Ma invece ci andò Genio, forse anche spinto dalla voglia di dare un'ultima occhiata alla sua amata cucina. Ed accertarsi personalmente che davvero fosse rimasta vuota.
Tornò con due bottiglie, sprofondandosi a sedere nella poltrona accanto a Martin, che già apriva i cartoni e pendeva per se una pizza semplice, condita con dei carciofini e passando a Genio un disco completamente ricoperto da ogni tipo di ortaggio, condimento sottolio, fette di salame e manciata di patatine fritte che sembravano essere state lanciate quasi a sfregio su resto dell'eccesso. Già solo passargliela fu un'impresa. Il cartone barcollò facendo rotolare in terra due funghi champignon.
― Sangue di quella terra Martin!! Attento ai funghetti!
― Cazzo Genio! Sei davvero un maiale!
― Me l'hai ordinata tu.
― Eh, perché conosco il tuo grado di maialaggine. Se svuoti la pizza puoi aprire un emporio!!
Le chiacchiere si chiusero quando iniziarono a sbranare gli spicchi a grandi bocconi, e solo dopo riuscirono a riprendere una certa conversazione.
― Ma tu... lo conoscevi?
Martin fece una pausa prima di rispondere.
― No, mai visto. Mai visto lui, mai saputo che mia madre frequentasse altri...
Genio rimase immobile con il trancio di pizza poggiato sulle labbra, aspettando che Martin concludesse quella fatidica frase.
― ...altri... non posso neanche dire uomini, Genio. Poteva avere la mia età, poteva essere suo figlio.
Genio lottò con tutte le sue forze per non lasciarsi andare a fantasie in quel momento decisamente fuori luogo. E con una mano afferrò il calice di birra e quasi lo svuotò d'un fiato.
― Secondo te, facevano sesso?
Nonostante l'immenso sforzo a non scivolare in battutacce, la domanda esplose spontanea, e senza ironia, come in un momento di confusione e chiarimento.
― ...non penso giocassero a carte...
Martin scosse la testa e continuò a mangiare guardando le onde di mozzarella.
― Comunque, ho parlato con lei qualche minuto sulle scale. Cose così. Voleva divertirsi.
Genio poggiò il bicchiere con molta enfasi, cercando di nascondere un'erezione improvvisa e che lo aveva lasciato quasi senza lucidità, scatenatasi all'immagine di Veronica a letto con un poco più che adolescente.
La voce di Martin continuava a girare intorno all'argomento, mentre Genio immaginava lei in situazioni decisamente erotiche nella splendida cucina che da quel momento nei suoi sogni acquisiva nuove potenzialità. Immaginava il piano d'appoggio dove tante volte aveva fatto colazione con Martin, ed i giochi d'esperienza che sicuramente lei avrà fatto con il fortunatissimo giovane amante. Chissà se lei si fosse mai piegata alle sue richieste o gli avesse insegnato invece cose nuove. Chissà chi dei due dopo l'incredibile scopata di cui saranno stati capaci avrà pensato cose del tipo: che incredibile scopata! E lui avrà toccato le sue curve ancora sode e piene, le sue mani vissute e dinoccolate, le sue labbra generose, il suo culo, soprattutto quello...quanto avrebbe voluto vederlo lui, almeno solo una volta non coperto dal bikini con cui l'aveva sempre ammirata in piscina. Anche solo una volta sfilarglielo per capire se davvero sotto fosse fatta come tutte le altre donne, e non d'oro colato.
Martin si accorse che Genio non era là con lui. Conosceva quello sguardo e gli assestò un calcio sulle scarpe, facendolo trasalire. Il colpo gli fece cadere in terra altro condimento dal trancio di pizza che stringeva fra le mani.
― Cazzo Martin! La prossima volta comprami un disco di pasta nuda!!
― La prossima volta non scoparti mia madre mentre parli con me!
Martin insolitamente aveva finito per primo, aveva anche finito la seconda birra, e quindi spinse via da sé tutto il tavolino e fece un gran rutto sonoro.
― Ed adesso... voglio farmi una canna.

Tre maggiore di dueWhere stories live. Discover now