Donovan

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Di più fastidioso ed irritante di un sirenetto carnivoro e delle rocce che si schiantano continuamente tra loro, c'erano sicuramente i sogni. Donovan avrebbe tanto voluto non farli, toccava sempre a lui fare il profeta della situazione, ma del resto era un figlio di Apollo.

Si sentiva stanco e, senza rendersene conto, si era appisolato nella propria cabina, mentre Riley e Billy tentavano di aiutare Alabaster nel suo piano per superare le Simplegadi.

Nel suo sogno, Donovan stava correndo, ma non avrebbe saputo dire perché o dove fosse diretto. Era inoltre strano e abbastanza insolito per lui vedere se stesso come se guardasse da fuori, solitamente viveva i sogni in prima persona o guardava altri agire. Il se stesso del sogno era decisamente ridotto male, aveva lividi e tagli dappertutto, la faretra distrutta sulle spalle e l'arco stretto in mano; ma non era il suo solito arco, quello era d'oro. Da quando possedeva l'arco d'oro di Apollo? Che ricordasse, suo padre non glielo aveva mai prestato. La sua corsa, nel sogno, era disperata, continuava a incespicare o a rimanere senza fiato, ma non mollava. Doveva essere importante, qualunque cosa stesse facendo.

Di colpo, venne fermato bruscamente da qualcosa o qualcuno, che si stagliò davanti a lui e il sogno finì proprio sul più bello.

- Dannati sogni- protestò, scuotendo il capo.

Sicuramente era un sogno di avvertimento. Un brivido gli percorse la schiena e una scarica di paura gli attraversò le ossa.

- Non è detto che fosse quello che penso- si disse, cercando di calmarsi- forse era solo una battaglia come le altre, forse non stavo...-

Un rumore dietro la porta della propria cabina lo fece voltare. Dopo una manciata di secondi, qualcuno bussò.

- Don?- Era la voce di Adam- Ci sei?-

Il figlio di Apollo andò alla porta e l'aprì. L'espressione di Adam cambiò immediatamente.

- Che succede?- chiese- Sei pallido-

- Ho fatto un sogno- rispose Donovan, evitando di spiegarsi nei dettagli- soliti incubi da semidei, non sono sicuro di aver compreso. I ragazzi ci sono riusciti?-

- Purtroppo no. Riley potrebbe farcela, ma Billy... credo si senta un idiota a fissare il cielo nella speranza che un fulmine gli cada in mano-

Annuendo, Donovan lo osservò con la coda dell'occhio. Ancora si chiedeva di preciso cosa significasse il suo sogno, ma ormai era certo che quella corsa disperata fosse per salvare la vita di Adam. Ma l'arco d'oro? Forse Apollo glielo avrebbe prestato in cambio del risveglio di sua sorella Artemide, chi poteva saperlo. Gli dei erano sempre imprevedibili.

- Ehm, Don, per caso ce l'hai ancora con me?-

- Che?-

- Il tritone o quello che era-

- Oh, per gli dei! No, scusa, stavo solo pensando...-

Adam si frugò in tasca e gli mostrò l'amuleto che gli aveva dato sua madre alla partenza.

- Ho come la sensazione che mamma abbia capito qualcosa pur non sapendo niente- disse, sorridendo- lei non è mai preoccupata davvero. Eppure, mi ha regalato un amuleto-

- Tua madre è intelligente, ma, soprattutto, è tua madre- replicò Donovan- le madri dovrebbero sentirle, certe cose-

- La tua no, però-

- La mia è una genitrice, non una madre, è diverso-

- Non credo che sia davvero così... l'ho vista solo una volta, ma ho avuto la sensazione che fingesse molto. Come quelle persone che dopo un po' non riescono più a togliersi la maschera che indossano-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Where stories live. Discover now