Raccontami

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Sono le sei del pomeriggio ed io e Riccardo siamo ancora sdraiati a letto, avvinghiati l'uno all'altro. Riccardo è steso a pancia in su', con un braccio piegato sotto la nuca e l'altro intorno alla mia schiena, mentre io sono rannicchiata su un fianco, con la testa sul suo petto a disegnare cerchi immaginari sul suo addome. Continuo a pensare a ciò che è successo prima e al fatto che sono ancora vergine. Non so per quale motivo Riccardo non è voluto andare oltre, ma sono contenta che non lo abbiamo fatto, non mi sentivo ancora pronta e sicuramente lui l'avrà capito.

<<Ho avuto un incidente>> dico a un tratto.

Riccardo abbassa lo sguardo sorpreso.

<<Qualche anno fa, nell'estate che precedeva il primo superiore, ebbi un incidente>>.

Riccardo si mette seduto.

Faccio un respiro profondo e inizio a parlare prima che mi penta.

<< Mi dissero che la macchina in cui mi trovavo andò a sbattere con un camion. Ero piena di tagli e lividi, soprattutto alla testa, dove presi il colpo più forte. Mi ricoverarono d'urgenza. Ero confusa, non ricordavo niente, ma i medici mi dicevano che era normale e che presto si sarebbe risolto tutto. Non fu così. La mia memoria non tornò. Fecero altri esami e si scoprì che il colpo alla testa aveva causato un'emorragia che mi aveva causato la perdita della memoria, ma mi garantirono che con le dovute cure il problema si sarebbe risolto. Da lì iniziò il mio calvario. Medicine di ogni genere, interminabili sedute dai psichiatri, controlli periodici ........ in pratica passavo più tempo all'ospedale che a casa mia, finché mio nonno decise di smetterla. Non facevo progressi. Ritornai allora a casa e fu lì che ottenni i primi risultati. Continuavo a prendere le pillole e a vedere periodicamente psichiatri, ma non fu quello ad aiutarmi; ma vedere i posti a me familiari, parlare con mio fratello, ascoltare le storie di mio nonno, ripetere le cose che facevo; questo mi ha aiutato a ricordare.>> Quando finisco di parlare, guardo Riccardo.

<< Hai recuperato tutti i ricordi?>> mi chiede.

Scuoto il capo. <<Completamente ho recuperato solo i ricordi dei tre anni precedenti all'incidente, cioè il periodo in cui frequentavo le medie; mentre della mia infanzia ricordo solo ciò che mi ha raccontato mio nonno. Per il resto ho solo delle immagini confuse.>>

<<Quindi se qualcuno ti raccontasse aneddoti della tua vita tu riusciresti a ricordare?>>

Alzo le spalle << A volte con il nonno funzionava, ma non sempre>>.

Riccardo mi avvicina a se e mi coccola tra le sue braccia.

<<Aspetta, ma chi è che guidava la macchina?>>.

<<<Non lo so, la polizia ha trovato solo il corpo del conducente del camion che però è morto sul colpo>>.

<< Ma non potevi essere da sola, avevi quindici anni, non sapevi mica guidare>>.

Abbozzo un sorriso triste, <<Riccardo, nessuno sa cosa è successo veramente quella notte>>.

<<Non c'erano delle telecamere?>>

<<No, era una strada di periferia>>

<< Ma qualcuno deve aver pur visto qualcosa>>.

<<Riccardo - lo faccio tacere mettendogli due dita sulla bocca- le abbiamo provate tutte; le indagini sono andate avanti per mesi invano.>> << Adesso basta parlare. Baciami>> ne ho bisogno. Finalmente ho trascorso un intero pomeriggio senza problemi e non volevo che tutto quel parlare riaffiorasse qualche flash.

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