SOLI

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Non può essere. Se ne è andato... l'unica persona a cui sia importato qualcosa di me e Fabio ora non c'è più.......... l'unica che in tutti questi anni è rimasta al nostro fianco nonostane tutto........... ora è.............. è morta. La casa è immersa in un silenzio assordante, persino i miei respiri si percepiscono appena. Dentro di me tutto tace; vorrei gridare, vorrei piangere, rompere qualcosa, eppure me ne sto immobile a fissare il vuoto mentre mio fratello è chissà dove a ubriacarsi, come se l'alcol potesse anche solo lenire questo dolore. Ancora non ci credo, non riesco a farmene una ragione, perchè........ perchè lui. Lui che era la persona più buona e generosa al mondo, lui.......... era ...........il mio .............. Nonno, il mio eroe. Si chiamava Giuseppe. Aveva i capeli bianchi e la barba, era alto e robusto; le sue mani erano grandi e callose, e la sua voce era rauca e profonda.
Dopo quanto era accaduto fu l'unico a non girarci le spalle; tutti gli altri parenti ci avevano rifiutato, lui invece ci accolse in casa sua e si prese cura di noi. Ancora adesso mi chiedo perchè mai avesse accettato di crescere un ragazzino arrabiato con il mondo e una bambina fuori di testa. Nessuno ci voleva; Io e mio fratello eravamo un disastro; prenderci comportava solo problemi e guai. Eppure a lui tutto questo non importava. Sapeva a cosa andava incontro quando ha accettato la nostra custodia, ma nonostante ciò non si è mai tirato indietro, nè se ne è mai pentito; neanche quando la gente inziò a guardarlo storto, a evitarlo come la peste e a spettegolare alle sue spalle. Fece di tutto per integrarci nella comunità, ci educò, ci mandò a scuola, non ci fece mai mancare nulla, fece di tutto affianchè potessimo crescere come tutti gli altri bambini, e dopo qualche anno la gente smise di spettegolare, e di puntare il dito contro noi, non perchè ci avessero accetati ma semplicemente perchè si erano abituati. Il nostro passato era solo una chiacchiera del paese destinato a essere stostituito dal prossimo scandalo. Vivemmo qualche anno in pace e felicità, fin quando tutto si complicò di nuovo. Fu allora che decidemmo di trasferirci in una nuova città, ma il nonno non voleva andarsene e decise che ci avrebbe mandato un assegno ogni mese, così da poter coprire tutte le spese. Il nonno era troppo vecchio per affrontare un lungo viaggio e noi troppo impegnati con la scuola perciò ci vedevamo solo due volte: a Natale e al suo compleanno. C'è sempre stato per noi, invece io e Fabio non c'eravamo quando lui aveva più bisogno di noi. Non sapevamo nemmeno che era malato..... proprio in quel momento entra in casa Fabio. Sbatte la porta alle sue spalle e mi guarda con gli occhi arrossati. Non ha bevuto ha solo pianto. Gli vado incontro e lo abbraccio, entrambi abbiamo bisogno di conforto. 《 già mi manca》dice con voce tremante; gli accarezzo la schiena 《manca anche a me》 Con la morte del nonno siamo rimasti solo noi due.
《Perché non ce l'ha detto?》Fabio mi stringe a sé e nasconde il viso nei miei capelli; la sua voce è rotta dai singhiozzi e non so come farlo calmare《non lo so》 sussurro 《non lo so 》 ripeto, stavolta più a me stessa che a lui.

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