La rimpatriata

88 6 2
                                    

Il locale è completamente diverso da come lo pensavo. Mi ero immaginata un posto tranquillo dove ricordare i tempi passati sotto il profumo di una pizza calda. E invece mi ritrovo in un pub rumoroso e affollato. Appena arrivate infatti troviamo il portico d'ingresso affollato di ragazzi che espirano nuvole di fumo provenienti dalle sigarette stette tra le due dita di una mano e un bicchiere di carta nell'altra. All'interno si respira un aria pesante impregnata di sudore e alcol. Ci sono bicchieri vuoti spari ovunque sui tavoli e gente di tutti i tipi a ogni angoli della sala. C'è chi si scatena ballando in pista, chi si struscia senza pudore contro il muro, chi barcolla da una parte all'altra sotto l'effetto dell'alcol e chi si droga di nascosto. Intanto infondo alla sala, dall'altra parte della pista da ballo, ci sono i nostri vecchi compagni seduti intorno a un tavolo. Sento un groppo in gola, ma mi costringo a mandarlo giù e a farmi coraggio; ormai è troppo tardi per tirarsi indietro. A forza di gomitate riusciamo ad avvicinarci al tavolo dove ci sono già dei bicchieri mezzivuoti in corrispondenza di ognuno di loro che intanto salutano Francesca. Quanto a me, vengo ignorata spudoratamente dalla maggior parte di loro, mentre solo in pochi si degnano quantomeno di fare un cenno del capo nella mia direzione, ma niente di più. È iniziata proprio bene. Dopo aver preso posto e ordinato una bibita, inizio a guardarmi  un pò intorno e noto che la pubertà ha fatto miracoli su molti dei ragazzi. Peccato che lo stesso non si possa dire delle femmine, che se da bambine erano  paragonabili a ochette insopportabili, adesso invece assomigliano in tutto e per tutto a vere e proprie "troie". Ma questi sono piccoli dettagli su cui preferisco non soffermarmi. Dopo un paio di bicchieri l'atmosfera di tensione inizia a dissolversi; la postura si rilassa e la mia presenza non li turba più  così tanto, anzi ci sono persino due ragazzi che ci stanno provando con me. Probabilmente l'alcool ha confuso le loro testoline da fargli dimenticare chi sono e cosa mi hanno fatto. Tuttavia anch'io devo ammettere che inizio a sentirmi strana, quasi euforica direi. È  davvero curioso come un paio bicchieri di tekila possano far ribaltare la situazione. Quando sono arrivata non ero proprio contenta di rivedere i miei vecchi compagni delle medie e invece ora sto persino ballando con uno di loro. Si chiama Josh, ed è piuttosto carino. L'ultima volta che l'ho visto era grassottello e pieno di brufoli e portava ancora l'apparecchio. Ora invece è slanciato, alto, con spalle larghe e due grandi occhi nocciola.
Alle medie  non è  stato un mio nemico, ma non posso neanche dire che sia stato mio amico. Per quello che ricordo anche lui veniva deriso per via del suo peso tuttavia suo padre era il preside perciò riceveva solo qualche battuta ironica. Balliamo qualche canzone e  devo ammettere che si muove davvero bene, ma dovrà trovarsi qualcun'altro con cui ballare perché  i piedi mi fanno malissimo per via delle scarpe alte. Raggiungo quindi il tavolo dove c'è pure la mia amica Francesca che intanto sta rimorchiando con un ragazzo appena conosciuto.
CHE CALDO!! Agito una mano davanti al viso per farmi un pò di vento, ma inutilmente;  qui dentro non circola un filo d'aria. Mentre asciugo le goccioline di sudore che si stanno formando sul collo, una delle ragazze si avvicina al tavolo《guardate chi ho trovato!!》esclama, e tutti si voltano compresa io. Quelli che vedo mi lascia di stucco. 《Riccardo.....

Perdersi per ritrovarsi ancora Where stories live. Discover now