È colpa mia

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Stesa sui gradini, con il vestito alzato fin sopra la vita e abbassato sotto il seno, le bretelle del reggiseno rotte, graffi ovunque e l'ombra di qualche livido violaceo che si sta formando sotto la pelle, Francesca aveva davvero un aspetto orribile. I capelli arruffati sulle tempie, la treccia sciolta e il mascara colato fanno da contorno a quella terribile scena. Il suo aspetto lascia immaginare cosa le abbiano fatto quegli animali. Mi avvicino subito a lei, per consolarla, anche se in queste circostanze c'è ben poco fare. La sento tremare tra le mie braccia, non per il freddo, ma per la paura, la quale è persino peggiore perché ghiaccia direttamente il sangue nelle vene, e mi si stringe il cuore sapere che non posso fare niente per lei, anzi mi fa ancora più male sapere che è tutta colpa mia, poiché se non l'avessi lasciata sola, se ci fossi stata io con lei, tutto questo non sarebbe accaduto. Le sussurro che andrà tutto bene, che questo è solo un incubo, che presto si aggiusterà tutto, ma risulto poco convincente persino alle mie orecchie.

Dopo l'accaduto Riccardo ci ha accompagnato a casa di Francesca dove abbiamo chiamato la polizia e abbiamo denunciato la violenza subita. Ho ancora in mente la reazione della madre che dopo essersi accasciata a terra senza forza si è abbandonata a un pianto disperato, quasi come se la violenza l'avesse subita lei. Quanto a Francesca, non ha proferito parola per tutto il tempo, neanche una lacrima ha solcato il suo volto. Non ha avuto nessuno tipo di reazione; si è limitata a starsene ferma, seduta sul letto con le ginocchia al petto e lo sguardo fisso nel vuoto. Dopo qualche ora il padre di Francesca ci consigliò di andare a casa a riposare un po', anche perché potevamo fare ben poco lì. Una volta usciti Riccardo mi ha portato a casa sua e mi ha preparato una cioccolata calda per distrarmi un po'. Tuttavia non riuscivo a stare tranquilla, sentivo l'ansia corrodermi dentro, perciò dopo un pò ho chiamato a casa di Francesca per sapere se era cambiato qualcosa, ma ho ricevuto solo notizie negative. Francesca è come l'ho lasciata: non parla, non vuole mangiare, sussulta per ogni piccolo rumore, e continua a oscillarsi avanti e indietro guardando un punto immaginario sulla parete. "I suoi occhi sono vuoti, come se non provasse più niente", mi ha  detto suo padre al telefono e temo che sia proprio così. Quei porci le hanno tolto la voglia di vivere, e non posso fare a meno di incolparmi per tutto, avrei dovuto immaginare che poteva succedere, sarei dovuta essere con lei invece che giocare a quello stupido di gioco. "stanno arrivando, hanno detto che faranno un pò di ritardo; devono prima risolvere una questione" aveva risposto Tania alla mia domanda,  scambiandosi sguardi complici  con gli altri. Oddio..... loro lo sapevano, avevano architettato tutto, lo hanno fatto apposta perché  questo era l'unico modo per ferirmi..... hanno organizzato  tutto nei minimi particolari,  e io sono caduta nella loro trappola come una stupida. È colpa mia, è  tutta colpa mia, è  sempre colpa mia.

Salve a tutti, spero che il capitolo vi sia piaciuto,  aspetto con ansia i vostri commenti  e consigli.

Perdersi per ritrovarsi ancora Where stories live. Discover now