Gli incubi del passato

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Corro in bagno e mi in ginocchio a vomitare. Ho le lacrime agli occhi mentre cerco di buttare ciò che ho nello stomaco.
Qualcuno mi prende i capelli e me li raccoglie sulla nuca, mi tampona la fronte con un fazzoletto bagnato mentre continuo a vomitare l'anima in quel bagno. Mi sento debole. 《Forza, ti porto a casa》《non posso.... andare... a casa. Mio fratello ....non...deve..... saperlo》《allora ti porto a casa mia》Riccardo mi prende in braccio e mi porta fuori dal locale. Il calore del suo corpo mi riscalda e mi sento già meglio. Durante il viaggio mi addormento sfinita. Una volta arrivati Riccardo mi tira fuori dalla macchina e mi porta in quella che deve essere la sua casa. Sale delle scale, entra in una stanza e mi posiziona sul letto. Le coperte fredde mi fanno rabbrividire, ma quando Riccardo mi lascia sento un brivido gelido percorrermi dalla testa hai piedi. Ho freddo e ho paura. 《Ti prego non lasciarmi 》lo prego afferrandolo per la maglietta,《tranquilla non ti lascio》《allora resta qui con me》si irrigidisce, ma si sdraia accanto a me.

No, ti prego lasciami andare fuori mamma. .. ma la mamma non risponde........ "ciao " mi saluta un bambino "tu chi sei " non riesco a vederlo in faccia "dai Emilia balla con me" ma quando gli prendo la mano sprofonfo in un burrone, grido ma nessuno mi sente, nessuno mi aiuta.

Mi sveglio di soprassalto, sono sudata e ho il fiatone. Ho avuto un incubo, .....
un altro.
《Stai bene? 》Mi giro di scatto; Riccardo e seduto su una sedia di fianco al letto, ha i capelli spettanti e gli occhi gonfi, segno che non ha dormito 《ti ho svegliato?》《veramente non mi è mai preso il sonno》distolgo lo sguardo imbarazzata 《 mi dispiace e che ho avuto un incubo 》《questo lo avevo capito, hai continuato a tirarmi calci e pugni per tutto il tempo》dice mostrandomi i segni delle mie unghie sul suo braccio》《scusa non volevo》dico stringendomi nelle spalle; volevo sparire; 《 ti succede spesso?》 annuisco《Ogni notte. Tranne quando prendo i sonniferi, però il giorno dopo mi provocano debolezza e nausea》 parlo senza guardarlo in faccia, non voglio vedere il suo sguardo pieno di compassione per me, non voglio essere compatita da nessuno. Solo ora mi accorgo che indosso soltanto l'intimo e una canottiera,《i tuoi vestiti erano sporchi di vomito e poiché ti sei messa subito a dormire te li ho tolti》mi spiega Riccardo. Tento di coprirmi con un braccio come Eva si comprì con le foglie quando scoprì di essere nuda. 《Non ti devi vergognare di me》 e allunga la mano per tranquillizzarmi, ma d'istinto mi sposto. Riccardo mi guarda come se gli avessi dato uno schiaffo in faccia e ritrae la mano; 《voglio tornare a casa mia》annuisce ma non dice nulla, quindi si alza per prendere i miei vestiti, ma al centro della stanza si blocca, 《so che non mi conosci e che non ti fidi , ma non ti farei mai del male》e se ne va. È vero, non lo conoscevo ma non so il perché mi fidavo di lui e sapevo che diceva sul serio.

So che È  passato un bel pò dall ultima volta che ho scritto il capitolo precedente ma spero vi piaccia.

Perdersi per ritrovarsi ancora Where stories live. Discover now